L’enopirateria e l’importanza della qualità nei prodotti agroalimentari

1. Introduzione. – 2. L’importanza della qualità. – 3. Definizione. – 4. La diffusione del fenomeno oggi.

1. – Introduzione. Il nostro Paese vanta una tradizione enologica tra le più radicate al mondo. Una irripetibile combinazione di variabili storiche, climatiche e geografiche ha fatto sì che la cultura italiana della vitivinicoltura si sviluppasse a livelli tali che la sua comprensione risulta addirittura difficoltosa per un osservatore esterno, che non ne abbia avuto esperienza diretta.

Una così rilevante cultura della vitivinicoltura non può prescindere dalla conoscenza e dalla conservazione delle sue radici. I migliaia di prodotti che costituiscono il risultato concreto di questa cultura non esisterebbero se fosse reciso il loro legame con due elementi decisivi: il territorio di origine e le tradizioni di chi per secoli li ha realizzati. Solo il territorio può fornire quel complesso infinitamente sfaccettato di situazioni ambientali che costituisce il presupposto indispensabile per la qualità di un prodotto enologico. Solo i saperi tradizionali, affinati nel corso dei secoli e legati al territorio di origine, sono in grado di perfezionare la realizzazione del prodotto stesso, rendendolo unico e inimitabile.

La globalizzazione dell’economia porta con sé dei cambiamenti assai rilevanti anche per il settore vitivinicolo. Il primo di questi è senz’altro costituito dall’aumento della concorrenza da parte dei Paesi con scarsa tradizione enologica. In secondo luogo, la globalizzazione dei mercati ha fatto assumere dimensioni preoccupanti al fenomeno della cosiddetta «enopirateria»: l’usurpazione delle denominazioni geografiche dei vini e l’uso sleale di indicazioni fuorvianti per i consumatori rappresentano oggi un danno enorme per i produttori che vincolano alla tipicità ed al legame con il territorio d’origine il successo dei loro prodotti sul mercato.

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Francesca Martinelli