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Le «4 R» dei rifiuti, tra sogni e realtà

Com’è noto le quattro direttive del «Pacchetto sull’economia circolare» sono state recentemente recepite nel nostro Paese con altrettanti decreti legislativi, tra i quali svettano, per rilevanza, il d.lgs. 3 settembre 2020, n. 116 e il coevo n. 121, dove non mancano novità riguardanti perlopiù i rifiuti urbani nella loro governance e gestione.

La Circular economy, di cui alle novellazioni normative di conio europeo, rischia forse di diventare una nuova religione? Essa si maschera nell’indebolimento del pensiero unico? Oppure ne robustifica meglio l’essenza e la struttura? Eppoi, riconsiderandosi i beni (nel loro valore di uso, di scambio e di… distruzione finale) emerge forse una politica della sicurezza, se non una rinnovata autarchia? È forse una «difesa» dei mercati dei Paesi europei spacciata quale esigenza globale di apertura, in realtà una forma «protezionistica» dalla competitività, nell’approvvigionamento di beni/risorse estrattive o meno che siano?

 

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Alberto Pierobon