Weekly Economic Monitor
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20 Gennaio 2023
Il punto
Stati Uniti – Quanto è caldo il mercato del lavoro?
L’eccesso di domanda di lavoro è diventato ufficialmente la bussola della politica monetaria.
Integrando le informazioni standard con altre misure più affidabili in fase di svolta ciclica, la riduzione degli squilibri appare già ben avviata.
In Eurozona la recessione attesa tra fine 2022 e inizio 2023 non dovrebbe risultare, secondo il nostro scenario centrale, tale da generare un significativo incremento del tasso di disoccupazione e frenare la ripresa dei salari.
La crescita del costo del lavoro è attesa rimanere sotto l’inflazione ma con rischi verso l’alto.
I market mover della settimana
In area euro, la prossima settimana, verranno pubblicate le indagini sul morale di famiglie e imprese di gennaio in Germania, Francia e Italia, nonché i PMI flash, che dovrebbero beneficiare del calo dei prezzi energetici e confermare il ridimensionamento dei rischi al ribasso sullo scenario a cavallo d’anno.
In calendario anche la stima preliminare del PIL spagnolo nel 4° trimestre, che prevediamo stagnante.
Negli Stati Uniti, i dati della settimana non dovrebbero modificare il quadro di crescita ancora positiva a fine 2022, ma in rallentamento.
La prima stima del PIL del 4° trimestre dovrebbe registrare espansione, ma più modesta rispetto all’estate. I PMI di gennaio dovrebbero restare in territorio recessivo, sia nel manifatturiero sia nei servizi, con indicazioni di costante riduzione delle pressioni sui prezzi.
Per dicembre, le vendite di case nuove sono attese ancora in calo mentre gli ordini di beni durevoli dovrebbero rimbalzare dopo il calo di novembre.
La spesa personale è prevista in calo sia in termini nominali sia in termini reali, e il reddito personale dovrebbe essere in modesto rialzo.
Il deflatore dei consumi core di dicembre dovrebbe confermare l’aumento di 0,3% m/m e il rallentamento del trend inflazionistico.
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