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Weekly Economic Monitor

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2 Luglio 2021


Il punto

BCE: discorsi e interviste di questa settimana mostrano che l’evidenza di una solida ripresa economica nei prossimi mesi potrebbe riaprire già a settembre il dibattito interno in merito al volume di acquisti PEPP, e che il consiglio è diviso riguardo a come garantire un’uscita non traumatica nel 2022.
Stati Uniti. Il rallentamento primaverile della dinamica occupazionale dovrebbe essere un fenomeno transitorio, dovuto alla riallocazione settoriale della domanda e a freni temporanei all’offerta nei settori direttamente colpiti dalla pandemia.
In estate, probabilmente già a partire da giugno, l’offerta dovrebbe ricomporsi, con una riaccelerazione della crescita delle assunzioni e della partecipazione e il contenimento di una possibile spirale salari-prezzi.
Manteniamo però una valutazione di rischi verso l’alto sull’inflazione, derivanti dai vincoli dal lato dell’offerta causati da scarsità di scorte, di beni intermedi e da problemi di logistica.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro, l’indice ZEW, prima indagine relativa al mese di luglio, dovrebbe confermare i segnali incoraggianti sullo stato di salute dell’economia tedesca.
La lettura finale del PMI composito di giugno potrebbe mostrare una revisione al rialzo rispetto alla prima stima.
I dati di maggio sulla produzione industriale in Germania, Francia e Italia sono attesi mostrare un aumento generalizzato dell’output nel mese.
Le vendite al dettaglio nell’Eurozona sono viste rimbalzare a maggio dopo il crollo di aprile.
La settimana ha pochi dati in uscita negli Stati Uniti e il focus sarà sulla pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di giugno.
I verbali dovrebbero fornire informazioni sulla distribuzione delle opinioni riguardo ai timori di ripresa duratura dell’inflazione e sui rischi di possibili ulteriori spostamenti verso l’alto del grafico a punti.
Il documento potrebbe anche dare qualche indicazione sui temi in discussione per il tapering, in termini di tempistica e di modalità.
L’ISM dei servizi dovrebbe essere in modesto calo a giugno, con segnali di espansione sempre rapida e possibile stabilizzazione del ritmo di crescita dei prezzi.

 


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