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Weekly Economic Monitor

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18 Giugno 2021


Il punto

Federal Reserve: la politica monetaria è immutata, la revisione dello scenario riguarda quasi esclusivamente il 2021 e le pressioni sull’inflazione sono ancora giudicate largamente transitorie.
Tuttavia, diversi membri del FOMC hanno cambiato idea sui rischi per lo scenario di inflazione, tanto che ora la previsione mediana è che ci siano 2 rialzi dei tassi nel 2023.
Anche se il presidente Powell ha giudicato “molto lontano” tale momento, riteniamo che entro fine anno la Fed compirà il passo concreto di annunciare una riduzione graduale degli acquisti.

 

I market mover della settimana

La settimana nell’area euro sarà incentrata sulla tornata di indagini di fiducia di giugno (saranno diffusi l’IFO tedesco, l’INSEE francese, gli indici Istat in Italia, i PMI flash per l’Eurozona e la fiducia dei consumatori della Commissione Europea), che dovrebbero mostrare un ulteriore miglioramento generalizzato del morale di famiglie e imprese dopo quello già registrato a maggio.
I livelli delle indagini risultano coerenti con un’accelerazione della ripresa, soprattutto nei servizi, settore maggiormente colpito dalle misure restrittive.
La seconda lettura dei dati sul PIL spagnolo e olandese per il 1° trimestre dovrebbe confermare la stima preliminare.
I molti dati in uscita negli Stati Uniti dovrebbero dare supporto alla previsione di ulteriore rafforzamento della crescita nel 2° trimestre. Per giugno, i PMI manifatturiero e dei servizi sono previsti in ulteriore rialzo e la fiducia dei consumatori dovrebbe stabilizzarsi nella seconda lettura.
A maggio, la spesa personale dovrebbe essere in rialzo grazie al nuovo boom dei servizi, il reddito dovrebbe correggere ancora per via degli effetti dei trasferimenti fiscali, gli ordini di beni durevoli sono attesi in ripresa anche nei trasporti e le vendite di case nuove ed esistenti dovrebbero restare all’interno del recente intervallo di fluttuazione.
Il deflatore dei consumi e il deflatore core sono previsti in rialzo solido, ma più contenuto su base mensile rispetto ad aprile: gran parte della variazione dovrebbe essere ancora una volta da attribuire a fattori temporanei, collegati all’aggiustamento post-pandemia.

 


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