12 Dicembre
In Focus & Approfondimenti, Focus Economia (a cura di Intesa SanPaolo)
Weekly Economic Monitor
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9 Dicembre 2022
Il punto
Negli Stati Uniti, la riunione del FOMC del 13-14 dicembre dovrebbe attuare un rialzo di 50pb, portando i tassi a 4,5%.
Il grafico a punti e la conferenza stampa dovrebbero controbilanciare l’interpretazione dovish associata al rallentamento del ritmo dei rialzi con indicazioni di un punto di arrivo più elevato e di una pausa più prolungata.
Il 2023 sarà un test per valutare la determinazione della Fed a perseguire l’obiettivo di inflazione al 2% a tutti i costi.
Ex-ante, è difficile credere che non ci sia una rapida svolta verso il basso dei tassi con l’entrata in recessione prevista per il 2023.
Perciò, tassi più alti, ma non più a lungo.
Il 15 dicembre, la BCE dovrebbe alzare i tassi ufficiali di 50 punti base, annunciare una partenza più ravvicinata per la riduzione del portafoglio APP e adottare una comunicazione piuttosto aggressiva riguardo alla futura evoluzione dei tassi ufficiali, segnalando che la fase di restrizione continuerà nel 2023 anche in caso di recessione.
I market mover della settimana
Nell’area euro, oltre alla riunione della BCE, il focus della settimana sarà sulle prime indagini congiunturali di dicembre (stime preliminari dei PMI, Insee francese e ZEW tedesco), che non sono attese modificare il quadro di moderata contrazione del PIL tra fine 2022 e inizio 2023.
Le rilevazioni di ottobre sulla produzione industriale dovrebbero registrare un calo dell’output sia in Italia che nel complesso dell’Eurozona, in linea con quanto già emerso in Germania e Francia.
In calendario anche le stime finali di inflazione di novembre.
Negli Stati Uniti, la settimana sarà cruciale, in termini sia di dati sia di eventi.
La riunione del FOMC dovrebbe concludersi con un rialzo di 50pb, in rallentamento rispetto alle variazioni delle 4 riunioni precedenti, ma anche con un nuovo spostamento verso l’alto del grafico a punti.
La conferenza stampa dovrebbe ribadire la necessità di frenare la domanda di lavoro per contenere l’inflazione nei servizi.
Sul fronte dei dati, il CPI core di novembre è atteso in aumento di 0,4% m/m, le vendite al dettaglio sono previse in calo, sulla scia di una normalizzazione dopo il dato forte di ottobre, e la produzione industriale dovrebbe correggere per il secondo mese consecutivo.
Le prime indagini di settore a dicembre dovrebbero confermare un quadro modestamente recessivo, con ulteriore ritracciamento degli ordini e dell’occupazione e segnali di rientro delle pressioni sui prezzi.
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