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Weekly Economic Monitor

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04 Novembre 2022


Il punto

FOMC: rialzi più graduali, punto di arrivo più elevato, “pivot” ancora lontano.
La riunione del FOMC si è conclusa con il quarto rialzo consecutivo di 75pb e tassi a 3,75-4% e ha aperto la strada a una nuova fase del ciclo restrittivo che, secondo Powell, dovrebbe essere caratterizzata da rialzi meno aggressivi, ma con un punto di arrivo più elevato.
La comunicazione si fa complessa e, come sempre, la Fed non brilla per chiarezza.
Per ora il messaggio centrale è che il passaggio da rialzi extra-large a rialzi medio-piccoli non deve essere interpretato come un “pivot” né come l’entrata in una fase dovish. A nostro avviso questo è il motivo per cui la conferenza stampa super-hawkish ha seguito un comunicato potenzialmente neutrale o dovish.
Lo scenario dei tassi si fa più difficile da prevedere nei prossimi due trimestri.
Sulla scia della comunicazione dopo la riunione di novembre, sembra probabile un nuovo spostamento verso l’alto del grafico a punti a dicembre. Aggiungiamo 25pb al sentiero previsto, con un punto di arrivo a 5% nel 1° trimestre.
Elezioni midterm: fine del governo unificato, ulteriore aumento della polarizzazione.
Le elezioni midterm dell’8 novembre dovrebbero riportare in vigore un regime di governo diviso, con Presidente e Congresso appartenenti a partiti diversi.
Le previsioni sono per un ritorno della Camera in mano ai Repubblicani.
Per il Senato, l’esito è incerto, con indicazioni di un testa a testa fra i due partiti fino all’ultimo.
Non si possono escludere tensioni post-elettorali per la certificazione del voto per seggi contestati o con margini di vantaggio ridotti.
In termini di politica economica, l’attività legislativa nel prossimo biennio sarà limitata al minimo indispensabile (rinnovo leggi di spesa, limite del debito) anche perché probabilmente ci sarà un ulteriore ampliamento della polarizzazione.

 

I market mover della settimana

In area euro la prossima settimana si prospetta povera di indicatori congiunturali.
In Germania la produzione industriale è attesa calare per il terzo mese a settembre, mentre in Italia l’output dovrebbe tornare a flettere in misura piuttosto marcata dopo gli inattesi progressi registrati tra luglio e agosto.
Nell’Eurozona ci attendiamo un contenuto rimbalzo delle vendite al dettaglio a settembre, ma la tendenza sottostante per i consumi dovrebbe rimanere debole.
In calendario anche la stima finale dell’inflazione di ottobre in Germania.
L’agenda degli Stati Uniti questa settimana ha pochi appuntamenti, ma di grande rilievo.
Sul fronte dei dati, il focus sarà sul CPI di ottobre.
Il CPI core di ottobre dovrebbe registrare un aumento di 0,5% m/m (con rischi verso il basso), sempre spinto dalla dinamica dei servizi ex-energia.
In termini di eventi, le elezioni midterm dovrebbero riportare in vigore un regime di governo diviso, con la fine della maggioranza democratica in Congresso.
Le previsioni sono di Camera repubblicana, con un margine ampio, mentre per il Senato l’esito è incerto, con i democratici favoriti solo marginalmente.

 


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