La Bussola dell’Economia Italiana
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a cura di Elisa Coletti, Giuseppe Lista, Paolo Mameli, Giorgio Ucropina e Andrea Volpi
ABSTRACT
L’evoluzione dello scenario congiunturale
Rivediamo al ribasso di tre decimi, a 0,7%, la stima di crescita del PIL italiano nel 2025, per effetto dei maggiori rischi esogeni (la stima sul 2026 è inalterata all’1%).
L’evoluzione del disavanzo pubblico è migliore del previsto: già quest’anno si potrebbe raggiungere il target del 3%.
Dopo un’espansione più forte del previsto tra fine 2023 e inizio 2024, la maggior parte dello scorso anno ha visto un’economia italiana poco più che stagnante (un decimo in media di crescita su base congiunturale tra il 2° e il 4° trimestre dell’anno).
Lo scorcio finale del 2024 ha mostrato però segnali incoraggianti sul fronte della domanda domestica e in particolare degli investimenti, che sono tornati a crescere dopo tre trimestri di calo.
La revisione al ribasso della stima sul PIL 2025 è principalmente dovuta a ipotesi meno moderate in merito all’implementazione dell’agenda Trump: assumiamo ora che anche la UE possa essere bersaglio, già dalle prossime settimane, di un inasprimento delle tariffe commerciali, con picchi transitori (per non più di qualche mese) al 25% e successiva riduzione a seguito di negoziati ma con “atterraggio” a regime su livelli strutturalmente più elevati che in passato (al 10%).
Un tale scenario può costare all’economia italiana, secondo le nostre simulazioni, un paio di decimi di PIL, a cui bisogna aggiungere un decimo di minore crescita per effetto dell’incertezza del contesto internazionale.
Continuiamo a pensare che, sul fronte domestico, i rischi siano limitati, e sia possibile vedere in particolare una più accentuata ripresa dei consumi.
Infatti, il trend di recupero di potere d’acquisto non è terminato.
Abbiamo in ogni caso rivisto al ribasso la nostra previsione di crescita dei consumi quest’anno (a 1,1% da 1,2% il mese scorso e 1,8% tre mesi fa), per via sia della revisione operata da Istat sui dati 2024 che dell’incertezza che potrebbe stimolare i risparmi precauzionali.
Continuiamo a ritenere che i consumi di servizi, che nel 2024 non avevano ancora recuperato pienamente i livelli pre-pandemici (-0,8% rispetto al 2019), possano essere più vivaci di quelli di beni (+1,8% nel 2024 rispetto al 2019).
Tendenze del settore bancario
Da dicembre 2024 a febbraio 2025, i prestiti al settore privato hanno riportato un tasso di variazione annua circa nullo, dopo quasi due anni di riduzione significativa.
Il miglioramento è il riflesso della ripresa dei mutui alle famiglie, sostenuta dall’accelerazione delle nuove erogazioni che hanno aperto il 2025 con volumi quasi raddoppiati rispetto a dodici mesi prima.
In dettaglio, lo stock di prestiti alle famiglie è cresciuto dello 0,7% a febbraio, con i mutui in aumento dell’1,8%, mentre i finanziamenti alle società non-finanziarie hanno visto un’attenuazione del calo a -2,1%.
Per i depositi e per il totale della raccolta da clientela l’inizio del 2025 ha confermato i ritmi di crescita con cui si è chiuso il 2024, di circa il 2%.
Tuttavia, a febbraio si è registrato un rallentamento dei depositi delle famiglie, con deflussi mensili per 6 miliardi in relazione alla sottoscrizione del nuovo titolo riservato al segmento retail emesso dal Tesoro italiano.
Dal lato della raccolta amministrata, l’inizio del 2025 ha mostrato un ritorno degli investimenti delle famiglie consumatrici in titoli di debito.
Indice dei contenuti
• Migliora il quadro per i conti pubblici, il ciclo è esposto ai rischi esogeni (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
• Rimbalza la produzione industriale a inizio 2025… (p. 8 )
• …ma le indagini manifatturiere restano su livelli recessivi (p. 9 )
• Tengono le costruzioni, nonostante la flessione del comparto residenziale (p. 10 )
• Le indicazioni sull’attività nel settore dei servizi sono miste (p. 11 )
• Incertezza e aumento dell’inflazione attesa potrebbero frenare i consumi (p. 12 )
• Occupati ancora in forte crescita, ma quasi esclusivamente tra gli over 50 (p. 13 )
• Export fiacco (e sulle prospettive pesano i minacciati dazi dagli USA) (p. 14 )
• Inflazione in ulteriore risalita (p. 15 )
• Volume di nuovi mutui quasi raddoppiato a gennaio (p. 16 )
• Confermata la dinamica dei depositi delle imprese, rallentati quelli delle famiglie (p. 18 )