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La Bussola dell’Economia Italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Il 2024 è iniziato con una crescita del PIL ancora superiore al previsto (0,3% t/t).
Sulla base delle indagini di aprile, e dell’attesa correzione del settore delle costruzioni per via dell’esaurirsi della coda dei lavori finanziati dal Superbonus, vediamo un rallentamento su base congiunturale del PIL nel trimestre in corso, a 0,1% t/t.
Tuttavia, lo shock inflazionistico è stato ormai “assorbito”, e cominciano a emergere rischi al rialzo sulle nostre stime di crescita del PIL nel 2024-25.
Dal lato della domanda, il contributo decisivo alla crescita è arrivato dalle esportazioni nette, ma in un contesto di probabile flessione di entrambi i flussi commerciali (più accentuata per l’import che per l’export).
I consumi dovrebbero aver registrato un rimbalzo solo parziale, dopo il calo a sorpresa (-1,4% t/t) visto a fine 2023.
Infine, gli investimenti dovrebbero aver rallentato rispetto ai ritmi molto sostenuti registrati nei tre mesi precedenti (2,4% t/t), in quanto a una crescita ancora sostenuta della spesa in costruzioni si è verosimilmente accompagnata una flessione per gli altri investimenti.
Con il passare del tempo, al graduale ridursi degli effetti della stretta monetaria dovrebbe associarsi il rafforzamento dei tre fattori che sono attesi gettare le basi per una accelerazione del PIL nel 2025 (stimiamo all’1,2% dallo 0,7% atteso quest’anno):
– il recupero di potere d’acquisto delle famiglie, atteso crescere dell’1,5% in media nel biennio 2024-25 (2,9% cumulato, dopo il -2,2% del 2022-23), anche se gli effetti sui consumi saranno limitati da una risalita del tasso di risparmio, stimiamo al 7,4% in media nel 2024-25 dopo il minimo storico di 6,3% toccato nel 2023;
– la ripartenza del commercio mondiale, di cui si vedono i primi segnali (la variazione annua dei volumi di import mondiale ha toccato un punto di minimo a settembre 2023, e da allora ha iniziato una lenta ripresa, attesa continuare nei prossimi trimestri);
– l’accelerazione nei flussi di spesa effettiva finanziata dal PNRR: sebbene non vi sia una rendicontazione ufficiale in merito per l’anno in corso, l’evidenza aneddotica relativa all’andamento dei bandi per le opere pubbliche degli enti locali induce a un maggior ottimismo sullo stato di implementazione dei lavori; in ogni caso, anche sotto ipotesi caute sulla spesa nel 2024 (30/40 miliardi, rispetto ai 50 miliardi l’anno teoricamente ancora da spendere nel triennio 2024-26), ne deriverebbe un impulso significativo al PIL, soprattutto perché aumenterebbe la quota di progetti nuovi rispetto a quelli già esistenti, e di opere infrastrutturali con moltiplicatore verosimilmente superiore a quello degli incentivi fiscali.

 

Tendenze del settore bancario

Il mercato dei prestiti conferma un trend di riduzione in linea con i mesi precedenti, determinato dal calo di domanda, presumibilmente anche per le attese di un prossimo taglio dei tassi di politica monetaria.
A marzo l’aggregato dei prestiti a famiglie e imprese ha confermato il -2,6% a/a dei due mesi precedenti, proseguendo nel segno della debolezza ad aprile, con il -2,5% secondo le anticipazioni ABI.
In dettaglio, i prestiti alle società non-finanziarie hanno registrato un calo del -3,9%, in linea con i tre mesi precedenti.
Per i prestiti alle famiglie, prosegue la lenta discesa dello stock, con una variazione di -1,4%.
Lo stock di mutui è rimasto in stallo (-0,2%).
Le erogazioni di nuovi mutui hanno confermato un calo a due cifre (-21,4% a marzo).
Si è indebolito anche l’interesse per le rinegoziazioni, che nel 1° trimestre hanno segnato flussi in forte riduzione.
La composizione delle erogazioni si è spostata sempre più verso il tasso fisso.
L’incidenza dei mutui a tasso fisso sul totale operazioni ha raggiunto l’86%, una quota mai segnata in precedenza.
Tuttavia, a marzo, dopo otto mesi di forte crescita, le erogazioni a tasso fisso sono risultate in calo.
I depositi hanno registrato un andamento positivo a marzo, con un arresto del calo che tuttavia non risulta confermato il mese successivo, secondo informazioni preliminari.
Il quadro resta comunque migliore rispetto al 2023, soprattutto dal lato dei depositi delle società non-finanziarie, che a marzo, con il +6,4% a/a, sono risultati in crescita per il 3° mese consecutivo.
In particolare, i conti correnti sono aumentati di ben 22,8 miliardi m/m, con un ritorno alla crescita, del +1,5% a/a, dopo 17 mesi di riduzioni.
Miglioramenti più graduali si registrano per i depositi delle famiglie, interessati da 11 miliardi di uscite dai conti correnti, meno di quanto ci si poteva attendere in relazione alla sottoscrizione per 18 miliardi della terza emissione di BTP Valore.
Inoltre, è proseguita la forte dinamica delle obbligazioni bancarie e la raccolta totale da clientela è rimasta in crescita, del +2,1%, seguito da un più modesto +0,9% ad aprile, secondo le anticipazioni ABI.

 


Indice dei contenuti

• Sorprende al rialzo la crescita a inizio 2024  (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 6 )
Torna a calare la produzione industriale a marzo (p. 7 )
• Le indagini non anticipano ancora una ripartenza manifatturiera (p. 8 )
• Nelle costruzioni il sostegno offerto dal Superbonus è ormai esaurito (p. 9 )
• Sono ancora i servizi a trainare la ripresa (p. 10 )
• Ancora deboli i segnali di recupero per i consumi delle famiglie (p. 11 )
• La disoccupazione raggiunge un nuovo minimo da oltre 15 anni (p. 12 )
• L’export resta in calo ma il canale estero netto continua a sostenere il PIL (p. 13 )
• Torna a calare l’inflazione ad aprile (p. 14 )
• Prestiti ancora deboli (p. 15 )
• A marzo, eccezionale flusso di liquidità sui depositi di società non-finanziarie (p. 18 )

 


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Maggio 2024