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La Bussola dell’Economia Italiana

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a cura di Elisa Coletti, Giuseppe Lista e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Continuiamo a pensare che quest’anno si possa vedere un’accelerazione del PIL rispetto allo 0,5% del 2024, trainata soprattutto dai consumi domestici.
Tuttavia, la debole chiusura dello scorso anno, e i rischi sulla domanda estera, aumentano le probabilità di una crescita nel 2025 inferiore all’1%.
Il PIL è risultato stagnante nel 4° trimestre dello scorso anno, come già nei tre mesi precedenti.
Pertanto, il 2024 è stato un anno a due facce, con una prima parte migliore del previsto (0,3% t/t in media nei primi due trimestri) e un secondo semestre in cui l’economia ha smesso di crescere.
In media d’anno, si è registrato un rallentamento (sui dati corretti per gli effetti di calendario) a 0,5%, da 0,8% nel 2023.
Il dato del 4° trimestre 2024 è stato lievemente inferiore alla nostra previsione (ci aspettavamo un’espansione di un decimo).
Soprattutto, le sorprese sono arrivate anche da quanto comunicato dall’Istat in merito ai contributi alla crescita dal lato dell’offerta e della domanda.
Dal lato della formazione del valore aggiunto:
– si è registrata a sorpresa una contrazione nei servizi: c’è il sospetto che ciò possa essere dovuto a problematiche nelle procedure di destagionalizzazione; pertanto, pensiamo che il valore aggiunto nei servizi possa rimbalzare nel trimestre corrente;
– viceversa, il valore aggiunto è aumentato nell’industria: ciò non è sorprendente, perché l’industria in senso stretto ha visto una sostanziale stagnazione, mentre le costruzioni dovrebbero aver dato un significativo apporto positivo, spinte ancora, come accaduto nei due trimestri precedenti, dalla componente non residenziale (grazie all’implementazione delle opere previste dal PNRR).
Dal lato delle componenti di domanda:
– si registra a sorpresa un contributo positivo della domanda estera netta: pensiamo che difficilmente la domanda estera netta continuerà a dare un contributo positivo nei prossimi trimestri, per via soprattutto dei rischi sull’export derivanti dalla stagnazione tedesca e da possibili misure protezionistiche da parte della nuova amministrazione USA;
– viceversa, la domanda interna (al lordo delle scorte) ha dato un apporto negativo, che potrebbe essere dovuto a nostro avviso ai consumi, in particolare di servizi; gli investimenti potrebbero essere tornati a crescere nel trimestre, ma unicamente grazie al sostegno delle costruzioni; in prospettiva, pensiamo che si possa vedere una ripresa degli investimenti in macchinari (forse, già dal trimestre in corso) grazie alla semplificazione delle procedure per accedere agli incentivi del pacchetto “Transizione 5.0” per l’acquisto di beni strumentali.

 

Tendenze del settore bancario

I prestiti al settore privato hanno segnato un calo anche sul finire del 2024, circa in linea con i mesi immediatamente precedenti ma attenuato rispetto al primo semestre dell’anno, mostrando la prosecuzione della ripresa dei finanziamenti alle famiglie, mentre il credito alle imprese è rimasto debole.
In dettaglio, a novembre i prestiti al settore privato hanno riportato una variazione del -1,1% a/a, seguita da -0,9% a dicembre secondo le anticipazioni ABI, confermando il miglioramento osservato da settembre (-0,9% e -1,0% a ottobre).
L’aggregato più ristretto dei prestiti a famiglie e imprese ha registrato una riduzione del -1,8% a novembre, dopo il -1,6% di ottobre, e dovrebbe aver chiuso l’anno a -1,0% secondo i dati preliminari ABI.
Per i depositi bancari il 2024 si è chiuso in crescita, mostrando una dinamica migliore del previsto ascrivibile da un lato al rallentamento del processo di riallocazione dei risparmi delle famiglie verso i titoli a reddito fisso, dall’altro al proseguimento della buona generazione di liquidità da parte delle imprese.
Sulla base dei dati preliminari di fonte ABI, a dicembre i depositi complessivi sono risultati in crescita dell’1,7% a/a, proseguendo nella ripresa iniziata da giugno scorso.
La dinamica di fine anno appare più moderata rispetto a novembre, quando si è registrata un’accelerazione a +4,5%, che si presume abbia risentito dello slittamento di pagamenti fiscali dalla scadenza di fine mese a inizio dicembre.
I dati statistici relativi a famiglie e imprese riportano una crescita del totale dei depositi dei due settori dell’1,9% a dicembre, che si conferma più forte per le società non-finanziarie, come visto lungo tutto il 2024, ma significativa anche per le famiglie nell’ultimo trimestre (+3,1% e +1,4% rispettivamente a dicembre).

 


Indice dei contenuti

• Aumentano i rischi al ribasso sulla crescita 2025 (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 4 )
Produzione industriale in crescita a novembre (p. 5 )
• In recupero il morale delle imprese manifatturiere a gennaio (p. 6 )
• Tengono meglio del previsto le costruzioni (p. 7 )
• Indicazioni meno positive dai servizi (p. 8 )
• Fiducia dei consumatori in recupero, le vendite al dettaglio restano deboli (p. 9 )
• Risale dai minimi la disoccupazione (p. 10 )
• L’export netto difficilmente continuerà a contribuire al PIL come a fine 2024 (p. 11 )
• Inflazione ancora inferiore alla media area euro, ma attesa in graduale risalita (p. 12 )
• Prestiti alle imprese ancora deboli, si rafforza la ripresa dei mutui casa (p. 13 )
• A fine 2024 depositi in crescita, con segno positivo anche per i conti correnti  (p. 15 )

 


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Gennaio 2025