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Stati Uniti – Verbali FOMC: avanti con i rialzi

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

I verbali della riunione del FOMC di fine luglio hanno confermato l’intenzione di proseguire con rialzi dei tassi per riportare sotto controllo l’inflazione, sottolineando che l’inasprimento della politica monetaria e la restrizione delle condizioni finanziarie hanno un ruolo centrale per riequilibrare domanda e offerta.
Nella valutazione dello scenario economico, i partecipanti giudicano che i vincoli all’offerta, sia per i beni sia per il lavoro, continuano a mettere pressioni sui prezzi e per ora non danno segnali di significativo miglioramento.
Dal lato della domanda, si rileva che i consumi restano “robusti, con uno spostamento verso i servizi, mentre si prevede indebolimento degli investimenti. sia residenziali sia non residenziali.
Il mercato del lavoro rimane sotto pressione, con una previsione di graduale rialzo del tasso di disoccupazione.
L’inflazione rimane “decisamente troppo elevata”.
I rischi sono valutati verso l’alto per l’inflazione e verso il basso per la crescita.
Sul fronte della politica monetaria, i verbali hanno confermato le indicazioni di proseguimento dei rialzi e di impegno a entrare, e restare per un certo tempo, in territorio restrittivo, ma hanno anche rilevato esplicitamente i rischi di un eccesso di restrizione, per ora dominati da quelli collegati a un’azione insufficiente a riportare credibilmente l’inflazione sotto controllo.
La politica monetaria deve diventare restrittiva.
I partecipanti prevedono ancora “continui” rialzi dei tassi.
Per quanto riguarda le aspettative per la prossima riunione, il consenso riteneva che “un aumento di 50 o 75 pb sarà probabilmente appropriato”.
Il sentiero dei tassi atteso dal FOMC “a un certo punto” rallenterà, ma la svolta dal picco non sarà immediata.
I verbali non solo confermano la necessità che la politica monetaria diventi restrittiva, ma indicano anche che i tempi per una futura svolta dei tassi, dopo aver raggiunto il picco ciclico, non dovrebbero essere rapidi.
In sostanza, il Comitato sembra mantenere l’opinione, emersa dalle previsioni di giugno, che una svolta verso il basso richieda del tempo.
La politica monetaria è in una fase rischiosa.
In questa fase di aggiustamento della domanda in risposta a condizioni finanziarie più restrittive, che operano con ritardo, la politica monetaria corre due rischi.
Da un lato, un rischio significativo è che l’inflazione elevata si radichi se viene messa in dubbio la determinazione del FOMC ad adottare le misure necessarie.
Dall’altro, la restrizione monetaria rischia di fare rallentare il ritmo di crescita.
In conclusione, i verbali non ci inducono a modificare la nostra previsione di rialzi di 50 pb sia a settembre sia a novembre, seguiti da interventi da 25 pb fino a un picco di 4,25%, con una svolta attesa nella parte finale del 2023.
Il prossimo appuntamento per rivalutare lo scenario è ora la conferenza di Jackson Hole, la prossima settimana.

 


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