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Perdita di indipendenza della Fed: rischio reale?

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a cura di Mario Di Marcantonio, Allegra Fiore e Alessia Gavazzi


ABSTRACT

L’indipendenza delle banche centrali è un pilastro della stabilità economica e finanziaria per le economie avanzate.
Il tema è tornato di attualità negli Stati Uniti, in quanto l’amministrazione Trump sta mettendo alla prova i confini operativi della Federal Reserve, con implicazioni sia per la governance sia per le aspettative di mercato.
Nel breve, un’ingerenza tale da determinare una reale perdita di indipendenza con impatto rilevante sui tassi non pare così probabile: il Board of Governors è protetto da mandati lunghi, scadenze scaglionate e vincoli legali alla rimozione.
Più realistico appare uno scenario di influenza “soft, con nomina di membri vicini all’amministrazione (a partire da quella del nuovo Chairman a maggio 2026), nonché tentativi di ingerenze sul fronte regolatorio.
La letteratura economica e i risultati delle nostre simulazioni suggeriscono che una Fed percepita come meno autonoma possa sostenere crescita e occupazione nel breve periodo, ma al costo di inflazione più persistente, aspettative meno ancorate e premio per il rischio più alto sul tratto lungo della curva dei rendimenti, con effetti retroattivi che vanificano lo stesso impatto iniziale positivo sulla crescita.

 


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