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FOMC: rialzi più lenti, con un obiettivo più elevato

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

“La questione di quando moderare il ritmo dei rialzi è ora molto meno importante della questione di quanto in alto portare i tassi e per quanto tempo mantenere la politica monetaria restrittiva”
(J. Powell, 2.11.2022)
La riunione del FOMC si è conclusa in linea con le attese, con un voto unanime per un rialzo di 75 pb, che ha portato l’obiettivo dei fed funds a 3,75-4%.
Il focus del messaggio della Fed si è spostato, come previsto, dalla corsa univoca dei tassi verso l’alto, alla calibrazione degli interventi futuri, da attuare valutando gli effetti ritardati della restrizione monetaria cumulata.
La conferenza stampa ha dato una connotazione generalmente hawkish al messaggio apparentemente neutrale del comunicato, segnalando una preferenza per un sentiero meno ripido, ma con un punto di arrivo potenzialmente più elevato rispetto a quanto segnalato a settembre.
Nella discussione sul sentiero dei tassi, è emerso che le variazioni mensili dell’inflazione corrente saranno meno rilevanti per il ritmo dei rialzi, mentre le pressioni sul mercato del lavoro assumono ora un ruolo più centrale.
Questo spostamento verso indicatori ancora più ritardati rispetto ai prezzi rende poco trasparente la comunicazione della Fed, a nostro avviso.
Nelle prossime settimane, i discorsi dei partecipanti e successivamente, i verbali, chiarificheranno il messaggio della conferenza stampa.
Per ora riteniamo che la prossima mossa sia di 50 pb a dicembre, ma vediamo anche rischi elevati di un altro rialzo di 50 pb a febbraio.
Il punto di arrivo dei fed funds potrebbe muoversi al 5% nel 1° trimestre 2023.

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