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Scenario Macroeconomico

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a cura di Lorenzo BiagioliDaniela Corsini, Aniello Dell’Anno, Silvia Guizzo, Asmara JamalehPaolo Mameli, Luca Mezzomo, Giovanna Mossetti e Andrea Volpi


ABSTRACT

La ripresa post-pandemica mostra la corda

Fra il 2022 e il 2023 assisteremo a un rallentamento della crescita economica e all’arretramento dei tassi di inflazione, in parte autonomo e in parte legato all’orientamento più restrittivo delle politiche economiche e delle condizioni finanziarie.
L’incertezza dello scenario è molto alta, e consiglia di non escludere la possibilità di una recessione globale fra il 2023 e il 2024, possibile punto di passaggio per conseguire la soppressione delle pressioni inflazionistiche.

 

Stati Uniti: quanti rialzi dei tassi per riportare l’inflazione al 2%?

L’economia USA nei prossimi trimestri si troverà a un bivio fra l’atterraggio “softish” auspicato dalla Fed e il rischio di un atterraggio “duro”, simile a quello dei cicli del passato caratterizzati da un’inflazione elevata.
La strada dipenderà dalla persistenza dell’inflazione e dall’aggiustamento del mercato del lavoro: la partita della Fed si gioca su questi due tavoli, ma l’esito è solo parzialmente in mano alla banca centrale.
Un recupero troppo lento dell’offerta di lavoro e/o una dinamica dei prezzi ostinatamente restia a scendere potrebbero forzare la Fed a proseguire con rialzi “spediti”, guidando l’economia verso una possibile recessione nel 2023-24.

 

Area euro: crescita in rallentamento

Confermiamo uno scenario espansivo per l’area euro, ma con ampi rischi verso il basso.
L’elevata inflazione, la svolta della politica monetaria, i riflessi del conflitto in Ucraina e il rallentamento cinese limitano le prospettive di crescita per i prossimi trimestri.
Tuttavia, la ripartenza dei servizi, la tenuta del mercato del lavoro e un ciclo degli investimenti non ancora concluso dovrebbero permettere all’Eurozona un’espansione al 3% nel 2022 e al 2,1% l’anno successivo.
L’inflazione dovrebbe ulteriormente peggiorare prima di migliorare (in particolare la componente core).
La media annua è stimata al 7,3% nel 2022 e al 3,7% nel 2023.
La BCE ha anticipato ancora i tempi della normalizzazione: tutti gli acquisti netti di titoli cesseranno da luglio; il prossimo mese i tassi ufficiali saliranno di 25pb, mentre a settembre saranno aumentati di 50pb; in seguito, il rialzo sarà “sostenuto” fino a quando le previsioni di inflazione non torneranno in linea con l’obiettivo.
Questa strategia sta già incontrando ostacoli legati ad andamenti divergenti delle condizioni finanziarie negli stati membri, che stanno obbligando la BCE a introdurre misure specifiche.

 

Germania: verso un autunno caldo

Rivediamo al ribasso le previsioni di crescita nel 2022, all’1,7%, e nel 2023, al 2,8%.
L’industria tedesca è particolarmente colpita dagli effetti del conflitto russo-ucraino.
La combinazione tra rincari energetici, persistenti frizioni all’offerta e mercato del lavoro saturo manterrà l’inflazione su livelli elevati più a lungo del previsto.

 

Francia: l’economia si conferma relativamente resiliente

Per effetto principalmente della inattesa contrazione riportata nel trimestre invernale (la prima dal 2020), rivediamo le nostre stime sul PIL per il 2022 e 2023, rispettivamente a 2,7% e 1,9%, dal 3,3% e 2% delle proiezioni di marzo.
Macron è stato riconfermato all’Eliseo, ma ha perso la maggioranza assoluta in Assemblea Nazionale, il che potrebbe complicare la realizzazione del programma presidenziale nei prossimi anni.

 

Italia: costruzioni e servizi compensano la debolezza dell’industria

In Italia, il settore manifatturiero continuerà ad essere penalizzato dai rincari delle materie prime, ma le costruzioni restano in una fase ultra-espansiva, e i servizi hanno ampi spazi di recupero.
Principalmente per effetto dell’eredità statistica dall’anno scorso, la crescita quest’anno potrebbe assestarsi al 3% (circa in linea con l’Eurozona), per rallentare a 1,6% nel 2023.

 

Spagna: tra le economie meno esposte al nuovo shock

Dopo un 2021 relativamente deludente, la Spagna potrebbe mostrare la migliore performance tra le quattro principali economie dell’Eurozona nel 2022, grazie alla minore esposizione alle conseguenze del conflitto russo-ucraino e al maggiore spazio di recupero dei livelli di attività prepandemici (in particolare nei servizi).
Rivediamo comunque al ribasso le stime sul PIL per il 2022 e 2023, rispettivamente al 4,1% e al 3,1%.
Il recupero dei livelli di PIL precedenti la crisi pandemica è atteso solo nel secondo trimestre 2023.

 

Paesi Bassi: la super inflazione minaccia la crescita

Nei Paesi Bassi, il Governo di maggioranza relativa corre ai ripari presentando una nota di bilancio ricca di misure fiscali.
L’economia dovrebbe riprendere a espandersi a partire dal prossimo trimestre: ci aspettiamo una crescita del PIL intorno al 3,1% nel 2022.
I rischi sulla previsione sono al ribasso e derivano interamente dallo scenario internazionale.

 

Asia – Giappone: crescita frenata da Covid, prezzi energetici e debolezza cinese

L’economia giapponese è ancora caratterizzata da una crescita altalenante, sulla scia degli effetti delle ondate pandemiche, dei rialzi dei prezzi energetici e del rallentamento dell’economia cinese.
L’espansione dovrebbe comunque proseguire nel 2022-23 su ritmi moderati.
L’inflazione ha superato il 2% a/a, per motivi probabilmente transitori, ma dovrebbe ritornare verso l’1% dal 2023.

 

Asia – Cina: l’incertezza aleggia sulla ripresa

Il recupero dell’attività economica atteso a giugno non sarà sufficiente ad evitare nel trimestre corrente un calo congiunturale del PIL.
Nonostante il supporto della politica monetaria e fiscale, la ripresa nei prossimi mesi si annuncia moderata a causa delle difficoltà di recupero del mercato del lavoro, della debolezza del mercato immobiliare e della domanda estera, uniti all’incertezza dell’evoluzione della pandemia e all’applicazione della strategia di tolleranza zero.

 

Asia – India: l’inflazione sorprende anche la RBI

L’economia indiana ha retto bene alla seconda ondata di Covid-19 nel 1° trimestre e la ripresa si sta consolidando anche se resta più debole dal lato della domanda.
L’aumento dei prezzi delle materie prime, il rallentamento della domanda mondiale e gli effetti della restrizione monetaria, uniti a una possibile terza ondata di contagi, ne limitano la forza.

 

Materie prime: un cambio di mentalità

Rischi geopolitici, urgenza di ridurre la dipendenza dalle esportazioni russe e utilizzo come arma politica delle riserve denominate in dollari sono i tre principali fattori che stanno favorendo un cambio strutturale di mentalità sulle materie prime.
In effetti, questi beni sono sempre più spesso considerati asset strategici, utili per ridurre la dipendenza dagli esportatori stranieri o esercitare una maggiore leva politica nei rapporti internazionali.
Per i Paesi non occidentali, la creazione o l’ampliamento di riserve di materie prime potrebbe inoltre contribuire a ridurre l’esposizione al dollaro americano, contenendo così l’impatto negativo di potenziali future sanzioni statunitensi nei loro confronti.

 

Mercati valutari: l’accelerazione della restrizione Fed traghetta il dollaro verso lo stadio finale dell’uptrend

L’ulteriore accelerazione sul sentiero di restrizione Fed potrebbe favorire ancora il dollaro nel breve, soprattutto in caso di nuovo aumento della risk aversion.
Il rallentamento dell’economia USA che ne deriva prospetta un arretramento del dollaro al di là del breve.
L’euro dovrebbe beneficiarne grazie all’accelerazione del sentiero di normalizzazione BCE, fermi restando alcuni rischi verso il basso.
Anche la sterlina dovrebbe giovarne, complice la prospettiva di una sequenza di rialzi BoE più incisiva, ma limitatamente.
La confermata divergenza invece della BoJ prospetta debolezza per lo yen ma tendenzialmente circoscritta nel breve contro dollaro.

 


Indice dei contenuti

• La ripresa post-pandemica mostra la corda (p. 2 )
Le Tendenze dell’economia mondiale in 10 grafici (p. 5 )
Stati Uniti: quanti rialzi dei tassi per riportare l’inflazione al 2%? (p. 7 )
• Area euro: crescita in rallentamento (p. 11 )
• Inflazione: l’allerta resta elevata (p. 19 )
• Inizia la fase di rialzo dei tassi ufficiali BCE: “graduale” ma “sostenuta(p. 21 )
• Germania: verso un autunno caldo (p. 23 )
• Francia: l’economia si conferma relativamente resiliente (p. 28 )
• Italia: costruzioni e servizi compensano la debolezza dell’industria (p. 33 )
• Spagna: tra le economie meno esposte al nuovo shock (p. 37 )
• Paesi Bassi: la super inflazione minaccia la crescita (p. 42 )
• Asia – Giappone: crescita frenata da Covid, prezzi energetici e debolezza cinese (p. 46 )
• Asia –  Cina: l’incertezza aleggia sulla ripresa (p. 50 )
• Asia –  India: l’inflazione sorprende anche la RBI (p. 54 )
• Materie prime: un cambio di mentalità (p. 58 )
• Mercati valutari: l’accelerazione della restrizione Fed traghetta il dollaro verso lo stadio finale dell’uptrend (p. 63 )

 


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Giugno 2022