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Tempi ed effetti dell’inversione del ciclo di politica monetaria

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a cura di Luca Mezzomo


ABSTRACT

I dati sono stati migliori del previsto negli Stati Uniti, deboli ma in calo nell’Eurozona e in miglioramento in Cina.
Prospettive di crescita del PIL per il 2024: crescita globale poco brillante, dovuta principalmente alle economie avanzate.
Flussi commerciali internazionali fiacchi, ma in ripresa dal secondo semestre. Rischio di recessione: basso negli Stati Uniti, più rilevante (e immediate) in Europa.
Si prevede che l’inflazione diminuisca leggermente e in modo più contrastato nel corso del 2024, per assestarsi intorno alla soglia del 2% entro il 2025; l’inflazione sottostante , ancora superiore agli obiettivi delle banche centrali, diminuirà gradualmente.
I rischi principali sono orientati al rialzo:
(1) shock dal lato dell’offerta nei mercati dell’energia;
(2) dinamiche dei CLUP più forti del previsto, mercati del lavoro ancora tesi;
(3) politica fiscale accomodante negli US.
Nel 2024, la Fed e la BCE inizieranno una fase di allentamento della politica monetaria, che potrebbe essere rapida. Tuttavia, la riduzione dei portafogli titoli e il drenaggio della liquidità in eccesso continueranno.
Il rischio di mancare l’obiettivo di inflazione anche nel 2025 implica più cautela.
Due possibilità:
(1) inizio più tardivo dei tagli, ma a un ritmo più veloce;
(2) inizio più precoce, ma con tagli piccoli e distanziati.

 


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