10 Novembre
In Focus & Approfondimenti, Focus Economia (a cura di Intesa SanPaolo)
Italia: torna a calare la produzione industriale
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a cura di Paolo Mameli
ABSTRACT
La produzione industriale è tornata a calare a settembre, di -1,8% m/m, dopo il balzo di agosto (+2,3% m/m).
L’indice destagionalizzato dell’output resta superiore al livello pre-Covid (+1,8% vs febbraio 2020), ma è tornato al di sotto dei livelli pre-bellici (-0,8% rispetto a febbraio 2022).
Il dato è risultato di poco inferiore alle previsioni.
Su base annua, la produzione è tornata in territorio negativo, a -0,5% da un precedente 2,9% (sui dati corretti per gli effetti di calendario).
La flessione congiunturale di settembre è dovuta ai beni intermedi (-1,8% m/m) e alla produzione di energia (in calo per il terzo mese consecutivo, di -2,7% m/m).
Sia i beni strumentali che i beni di consumo sono risultati poco variati nel mese (ma i non durevoli sono cresciuti dell’1,6% m/m dopo il 2,1% di agosto).
Su base annua (corretta per gli effetti di calendario), i beni di consumo (+3,4% a/a, grazie soprattutto ai non durevoli) e i beni strumentali sono ancora trainanti, mentre i beni intermedi restano in calo tendenziale (-5,3%), e anche l’energia approda in rosso (-3,5%).
Il quadro congiunturale resta molto variegato per settore.
Da un lato, alcuni comparti mostrano una crescita annua molto ampia (farmaceutici 13,9%, mezzi di trasporto 10,8%, computer ed elettronica 7,9%, tessile e abbigliamento 7,1%).
Dall’altro lato, in deciso calo rispetto a un anno fa troviamo, non a caso, i settori più energivori: chimica (-9,4%), metalli (-6,6%), legno, carta e stampa (-5,8%), e gomma e plastica (-4,3%).
Anche le apparecchiature elettriche hanno registrato una sensibile diminuzione (-7% m/m, -5,4% a/a).
Al di fuori del settore manifatturiero, la produzione è stata spinta al ribasso dall’attività estrattiva (-4,3% m/m, -10,1% a/a) e dalla fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-3,4% m/m, -4,2% a/a).
La produzione industriale ha chiuso il 3° trimestre con un calo di -0,4% t/t: l’industria in senso stretto potrebbe aver sottratto meno di un decimo al PIL nei mesi estivi.
Tuttavia, il dato di settembre lascia un’eredità statistica negativa di -0,4% t/t sul trimestre in corso.
In prospettiva, dopo l’aumento dello 0,5% t/t nei mesi estivi (guidato dai servizi), ci aspettiamo un PIL in calo su base congiunturale nel trimestre in corso, perché l’effetto della crisi energetica sta diventando più tangibile sull’industria, e la spinta dalla ripresa di mobilità nei servizi sta perdendo slancio.
In sintesi, manteniamo una previsione di crescita del PIL dello 0,6% l’anno prossimo (dopo un 3,6% stimato per l’anno in corso), che oggi ci appare soggetta a minori rischi al ribasso rispetto a qualche settimana fa.
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