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Italia: produzione industriale più forte del previsto a novembre

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

In Italia la produzione industriale è cresciuta di 1,9% m/m a novembre dopo essere calata di 0,5% m/m nel mese precedente (rivisto da -0,6%). Il dato è ben al di sopra delle attese, nostre e di consenso, e rappresenta il maggior incremento congiunturale da ottobre 2020.
In termini tendenziali e corretti per i giorni lavorativi la variazione è salita al +6,3% da un precedente +1,9%.
Il progresso mensile è trainato dalla produzione di energia (+4,6% m/m) ma risulta comunque diffuso anche alle altre componenti con un incremento dell’output di beni strumentali (+2,0% m/m), intermedi (+0,8% m/m) e di consumo (+1,7% m/m).
In particolare, si registra un aumento della produzione sia dei beni di consumo durevoli (+1,2% m/m) che non durevoli (+1,8% m/m).
Se si esclude l’energia, la produzione nella sola manifattura è comunque cresciuta di un solido +1,7% m/m (+5,8% a/a).
Il più ampio incremento è stato registrato dalla tipicamente volatile industria farmaceutica (+6,0% m/m) ma 11 macro-settori su 13 hanno comunque riportato un aumento dell’output con segnali incoraggianti provenienti anche dal comparto automobilistico (+3,4% m/m, ma ancora in territorio ampiamente negativo in termini tendenziali: -6,6%).
L’industria è quindi in rotta per un’espansione intorno allo 0,8% t/t nel 4° trimestre dopo essere già cresciuta di 1% t/t durante l’estate.
I dati di novembre confermano la migliore performance relativa dell’industria italiana rispetto a quella delle altre principali economie europee, come Germania e Francia, dove peraltro l’attività nel settore non ha ancora recuperato i livelli pre-Covid.
Tuttavia, la crescita dei contagi e il forte rincaro dei prezzi energetici potrebbero contribuire ad irrigidire ulteriormente i vincoli esistenti e frenare l’attività a inizio 2022.
Nel 4° trimestre del 2021 prevediamo una crescita del PIL intorno allo 0,3% t/t: i dati industriali offrono indicazioni incoraggianti ma riteniamo che sarà il rallentamento della dinamica dei servizi, soprattutto nei settori più esposti al rischio sanitario, a risultare determinante.
In ogni caso lo scenario presenta ancora un ampio grado di incertezza e i rischi sul 1° trimestre del 2022 sono al ribasso.
La ripresa dovrebbe poi riaccelerare nei trimestri centrali dell’anno e prevediamo una crescita in media del PIL al 4,3% nel 2022 dopo il 6,2% stimato per il 2021.

 


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