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Italia: produzione industriale in calo più del previsto a giugno

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

In Italia a giugno la produzione industriale è calata di -2,1% m/m, la seconda flessione consecutiva dopo il -1,1% m/m registrato a maggio e la più ampia da gennaio 2022.
Su base tendenziale la produzione è invece in calo dell’1,2% da un precedente +3,4%.
L’indice destagionalizzato di produzione industriale rimane comunque al di sopra dei livelli precedenti alla pandemia ma inferiore a quelli raggiunti prima dello scoppio del conflitto.
Sul mese lo spaccato dei dati mostra come la debolezza sia diffusa a tutti i principali settori ad eccezione della volatile componente energetica (in parziale rimbalzo di 1,9% m/m da -3,8% m/m precedente), probabilmente sostenuta anche dalle temperature superiori alla media.
Su base annua sono la raffinazione e l’elettronica (entrambi in crescita del 9,3%) oltre al tessile (+5,5%) a mostrare la maggiore brillantezza; anche se nel caso dell’abbigliamento è imputabile anche ad un effetto base favorevole dopo due anni di pandemia.
Tra i settori più deboli emerge invece quello dei mezzi di trasporto (-9,8%), ancora penalizzato dalla carenza di componentistica e che nei prossimi mesi dovrebbe risentire anche di una minore domanda.
In ampia flessione tendenziale anche i comparti più esposti al forte aumento dei prezzi dell’energia come la metallurgia (-6,9%) e il settore della plastica e della gomma (-5%).
Nonostante le ampie flessioni registrate sia a maggio che a giugno l’industria chiude comunque il 2° trimestre in espansione di 1,2% t/t.
Il dato beneficia però prevalentemente di un effetto statistico di trascinamento favorevole proveniente dai tre mesi precedenti.
Dopo essere calata in misura marcata per due mesi di fila ci aspettiamo che l’attività manifatturiera rimanga debole anche nei prossimi mesi .
Le più recenti indagini congiunturali sono coerenti con una contrazione della produzione mentre la frenata dei nuovi ordinativi e l’accumulo di scorte di merce invenduta puntano verso un ulteriore rallentamento nei prossimi mesi.
L’industria dovrebbe quindi frenare la crescita del valore aggiunto nel 3° trimestre mentre il complesso contesto macroeconomico, l’impatto dei pesanti rincari dei prezzi energetici e il rischio di razionamento delle forniture di gas offrono deboli prospettive per il settore anche tra l’autunno e l’inverno.

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