Italia: migliora a sorpresa la fiducia delle imprese manifatturiere a giugno
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a cura di Paolo Mameli
ABSTRACT
In Italia, a giugno, il morale delle famiglie ha subito una correzione dopo il rimbalzo del mese scorso, mentre la fiducia delle imprese è salita, non solo nei servizi ma anche nel settore manifatturiero (dove ci si aspettava un ulteriore calo).
Il morale delle famiglie è sceso più del previsto, a 98,3 da 102,7 di maggio, raggiungendo un nuovo minimo da novembre 2020.
Tutte le principali componenti dell’indagine sono in calo rispetto ai livelli del mese scorso, in particolare il clima economico nazionale (in maggior misura rispetto alla situazione personale delle famiglie) e le condizioni correnti (più delle aspettative per il futuro).
I timori per la disoccupazione sono aumentati moderatamente, pur rimanendo ben al di sotto della loro media storica.
Viceversa, le possibilità sia attuali che future di risparmio sono aumentate, mentre le opportunità di acquisto di beni durevoli sono crollate a -87,3 da un precedente -63,8 (minimo da maggio 2020).
L’inflazione attesa ha subito un ulteriore rallentamento (a 54,3 dal precedente 71,3; il picco è stato toccato a marzo a 103,6), ma l’inflazione corrente ha raggiunto un nuovo massimo storico a 124,7, dal 110,6 di maggio.
L’indice composito Istat del clima di fiducia delle imprese è salito per il secondo mese a 113,6 da 111 a maggio: è un massimo dallo scorso dicembre.
La ripresa è stata diffusa a tutti i principali macrosettori.
In particolare, è stata molto vivace nei servizi (a 109,1 da 103,8).
Il morale è migliorato anche nel commercio al dettaglio (a 107,2 da 105,8) ed è tornato vicino ai massimi storici nelle costruzioni (a 159,7 da 158,7; il record era stato toccato a 160,6 in aprile).
Nel settore manifatturiero, la fiducia delle imprese è aumentata per la prima volta da novembre dello scorso anno, passando a 110 da 109,4 di maggio.
Sono migliorate sia le indicazioni correnti che le aspettative, sia sugli ordini che sulla produzione.
Anche le prospettive sull’economia e sull’occupazione sono migliorate rispetto al mese scorso.
Le attese sui prezzi di vendita sono diminuite moderatamente per il secondo mese, passando a 41 da 46,4 (il massimo storico è stato toccato a 53,6 lo scorso aprile).
In sintesi, dopo aver tagliato la stima di crescita sul PIL italiano al 3% all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, non abbiamo rivisto ulteriormente al ribasso tale stima nel recente aggiornamento dello scenario di previsione.
Se si escludono gli scenari estremi (interruzione completa delle forniture di gas dalla Russia), l’economia nel suo complesso dovrebbe rimanere in una fase sia pur marginalmente espansiva nei prossimi trimestri.
Come segnalato dall’indagine sui consumatori, il rischio principale in prospettiva riguarda la spesa delle famiglie, mentre la situazione dal lato delle imprese appare relativamente resiliente.
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