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Germania: PIL in crescita del 2,7% nel 2021

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a cura di Aniello Dell’AnnoAndrea Volpi


ABSTRACT

La crescita del PIL tedesco nel 2021, secondo la stima provvisoria fornita da Destatis, è stata di +2,7%, dopo la contrazione di -4,9% registrata nel 2020.
Il dato risulta più basso del 2% rispetto al 2019, anno antecedente lo scoppio della pandemia da COVID-19.
Un quadro sanitario ancora preoccupante e la presenza di strozzature all’offerta hanno rallentato la ripresa tedesca per l’anno appena concluso.
Dal lato dell’offerta tutti i settori hanno contribuito positivamente alla crescita del valore aggiunto ad eccezione delle costruzioni (-0,4% nel 2021).
Il manifatturiero è cresciuto del 4,4% rispetto al precedente anno; anche i servizi hanno fatto registrare buone performance nel 2021.
Dal lato della domanda invece è stata la domanda interna al netto delle scorte (+1,9%) a fornire il maggior contributo alla crescita.
Il principale motore della ripresa è stato la spesa pubblica (+3,4%), circa stabile rispetto al 2020; rimbalzano anche gli investimenti (+1,3% da -2,2%) a fronte di una stagnazione dei consumi delle famiglie, ancora lontani dai livelli pre-COVID.
Migliorano le condizioni del commercio internazionale (+0,9%), con esportazioni in crescita del 9,4% da -9,3% t/t precedente ed importazioni in aumento di +8,6% da -8,6%.
In prospettiva, riteniamo che la ripresa sarà fiacca nel trimestre invernale (0,6% t/t) e che riprenderà forza solamente a partire dai mesi primaverili.
Questo profilo si rifletterebbe in un’espansione del PIL su base annua del 3,9% quest’anno.
Il recupero dei livelli pre-COVID, inizialmente previsto a fine 2021, è rimandato di 3-6 mesi.
È indubbio che i rischi verso il basso per la crescita stiano aumentando.
In primo luogo, la diffusione della variante Omicron potrebbe intensificare ulteriormente i colli di bottiglia all’offerta e allungare i tempi della “normalizzazione” della produzione.
In aggiunta, non possiamo escludere nuovi rialzi del prezzo del gas nel 4° trimestre 2022: lo shock energetico cumulato potrebbe sottrarre circa mezzo punto alla crescita nel biennio 2022-23.
Se la stima di Destatis per una contrazione dell’economia tedesca a fine anno fosse confermata anche la crescita nel complesso dell’Eurozona potrebbe risultare compromessa.
Sussistono quindi seri rischi al ribasso per la nostra previsione sull’area euro nel 4° trimestre dove una stagnazione appare adesso plausibile.

 


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