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Germania – IFO: cauto ottimismo per il nuovo anno

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a cura di Aniello Dell’Anno


ABSTRACT

L’indice di fiducia delle imprese IFO ha segnato, a gennaio, il quarto rialzo consecutivo, attestandosi a 90,2 dal precedente 88,6.
Sia l’indice sintetico che gli indicatori su situazione corrente e attese sono al di sopra dei livelli medi di fine 2022, ma ancora saldamente ben al di sotto della media di lungo termine.
Pertanto, riteniamo ridimensionata la probabilità di contrazione nel trimestre invernale ma l’incertezza rimane alta.
Il clima di fiducia è salito ancora nel manifatturiero, a -0,7 da -5,7, e segnala un quadro meno negativo rispetto a qualche mese fa.
L’aumento è in linea con quanto suggerito dal PMI manifatturiero.
La fiducia è migliorata nel commercio, grazie al recupero di morale sia nel commercio all’ingrosso (-12,2 da -16,5), sia nel commercio al dettaglio (-20,6 da -25,1).
Il morale recupera nei servizi, ora in territorio positivo, a 0,2 da un precedente -1,2.
È probabile che la crescita di fiducia nel commercio e servizi continui nei prossimi mesi in scia al calo atteso dell’inflazione.
Ciò detto in entrambi i comparti la fiducia è al di sotto della media storica.
Il sentiment nelle costruzioni è salito solo marginalmente a gennaio, segno che il comparto rimane in forte crisi.
Il miglioramento dell’indagine IFO non è isolato: anche in Francia la fiducia delle imprese, pubblicata ieri, ha guadagnato ancora quota.
Sempre ieri, l’indagine PMI aveva segnalato un miglioramento di attività sia nel manifatturiero che nei servizi dell’Eurozona.
In sintesi, il calo dell’indice sulla situazione corrente suggerisce che l’economia tedesca non è ancora fuori pericolo.
La recessione potrebbe essere evitata, ma pensiamo che il PIL vedrà una contrazione nel 1° trimestre (per via della flessione dei consumi) e crescerà solo molto lentamente in seguito.
Le misure fiscali, infatti, compenseranno solo in parte la perdita di potere d’acquisto delle famiglie e nei prossimi mesi si intensificheranno gli effetti negativi legati all’aumento dei tassi di interesse e al rallentamento della domanda estera.
In aggiunta, i prezzi del gas, attesi più alti in Europa che altrove, continueranno a erodere la competitività di imprese energivore.
Per il 2023, prevediamo una crescita nulla del PIL e non più una contrazione di -0,5%.

 


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