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PMI area euro: ascensore verso il basso

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

Le indagini di PMI di ottobre in Eurozona confermano lo scenario di contrazione dell’attività economica e anticipano un peggioramento del ciclo nei prossimi mesi in un contesto di pressioni inflattive che restano elevate e che non accennano a mostrare segnali di significativo ridimensionamento.
L’indice PMI composito è calato di un punto a 47,1 (contro attese, nostre e di consenso, per una correzione a 47,5), al di sotto della soglia d’invarianza per il quarto mese e sui minimi da novembre 2020 ma se si escludono i mesi dove le restrizioni anti-Covid avevano influenzato l’attività economica sarebbe il livello più basso dal 2013.
Il PMI manifatturiero è crollato a 46,6 da un precedente 48,4 (al di sotto anche delle nostre previsioni inferiori al consenso), penalizzato dal pesante calo registrato in Germania.
L’indagine riporta un’accelerazione del ritmo di contrazione della produzione su tassi (se si esclude il primo lockdown) mai visti dal 2012 e particolarmente marcati nei comparti più energivori (solo la farmaceutica e i settori tecnologici mostrano una certa tenuta).
Il PMI servizi è calato (in linea con le nostre attese) a 48,2 da un precedente 48,8, su livelli superiori rispetto alla manifattura ma su livelli comunque coerenti con una contrazione dell’attività per il terzo mese. Dopo aver trainato la ripresa nei mesi scorsi anche i servizi sono entrati in una fase di contrazione destinata a peggiorare nei prossimi mesi.
Nonostante il rallentamento della domanda, che soprattutto nella manifattura ha contribuito a ridurre le strozzature all’offerta, le pressioni inflattive restano elevate sull’onda di prezzi energetici su livelli storicamente elevati.
L’unico elemento favorevole continua ad essere rappresentato dal mercato del lavoro con gli indici relativi all’occupazione che si stabilizzano sui livelli espansivi dei mesi precedenti.
Tra le principali economie il declino è stato guidato dalla Germania dove l’indice composito è calato a 44,1 da 45,7 di settembre ma anche in Francia, l’unico paese dove si trovava ancora al di sopra della soglia d’invarianza, il PMI composito è calato a 50 da un precedente 51,2 coerentemente con una stagnazione dell’attività economica.
Le indagini sono coerenti con un’ulteriore contrazione dell’attività anche in Italia e Spagna.
I PMI sono coerenti con una contrazione del PIL tra l’estate e l’autunno, prevediamo una crescita sostanzialmente stagnante nel 3° trimestre ma riteniamo che una contrazione dell’attività economica nel semestre a cavallo d’anno sia difficilmente evitabile.
Stimiamo una crescita del PIL al 3,1% in media annua nel 2022 e intorno allo 0,5% nel 2022, con rischi verso il basso.

 


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