Seguci su twitter

Categorie

PIL area euro: sorprende al rialzo nel 2° trimestre, rallentamento già in corso

LEGGI il documento completo

a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

Nel 2° trimestre il PIL in Eurozona è cresciuto dello 0,7% t/t (4% a/a), ben oltre le attese nostre e di consenso ferme allo 0,2% t/t, in accelerazione dallo 0,5% t/t (5,4% a/a) registrato a inizio 2022.
La sorpresa al rialzo dei dati relativi al 2° trimestre è spiegata dal rimbalzo dell’attività nei servizi, soprattutto turismo e ricreazione, dopo le restrizioni di inizio anno.
I dati sono infatti risultati relativamente più solidi in quelle economie dove questi settori hanno un peso più rilevante (come Italia e Spagna, e la Francia più della Germania):
– Germania: il PIL è rimasto stagnante nel 2° trimestre (0% t/t, 1,5% a/a) contro attese per una crescita modesta (0,1% t/t) ma il dato relativo ai tre mesi precedenti è stato rivisto significativamente al rialzo a 0,8% t/t da un precedente 0,2% t/t.
Secondo Destatis la domanda interna dovrebbe essere risultata positiva, sostenuta soprattutto dai consumi privati e pubblici, mentre le esportazioni nette, penalizzate dalle strozzature all’offerta e dalle conseguenze di Covid e conflitto, dovrebbero aver frenato la crescita.
– Francia: la crescita ha sorpreso al rialzo con un rimbalzo di 0,5% t/t (4,2% a/a) dopo il -0,2% t/t registrato a inizio 2022 (consenso 0,2% t/t).
L’espansione è stata sostenuta dal canale estero per 0,4pp (sono cresciute le esportazioni grazie alla ripartenza del turismo e calate le importazioni) e dalle scorte per 0,1pp.
La domanda domestica finale ha invece offerto un apporto nullo: i consumi privati sono calati per il secondo trimestre consecutivo (-0,2% da -1,4% t/t; il ritorno alla crescita delle spese di servizi non è risultata sufficiente a compensare la flessione dei beni), mentre si registra una stabilizzazione allo 0,5% t/t per la ripresa degli investimenti (sintesi di una modesta accelerazione per quelli di imprese e famiglie e di una stagnazione per quelli pubblici).
Dal lato dell’offerta la crescita è risultata trainata dai servizi di mercato ma anche la manifattura ha offerto un apporto positivo mentre le costruzioni hanno agito da freno.
– Italia: al di sopra delle attese anche il dato italiano con una robusta espansione di 1% t/t (4,6% a/a) dopo la sostanziale stagnazione (0,1% t/t) del trimestre precedente (consenso 0,3% t/t).
Non è ancora disponibile lo spaccato delle componenti ma secondo il comunicato stampa Istat la domanda nazionale al lordo delle scorte ha sostenuto la crescita (riteniamo che sia i consumi che gli investimenti siano cresciuti rispetto al trimestre precedente) a fronte di un contribuito negativo da parte delle esportazioni nette.
Dal lato dell’offerta invece sia industria che servizi hanno contribuito positivamente alla crescita.
– Spagna: particolarmente ampia anche la sorpresa riservata dal PIL spagnolo che sale dell’1,1% t/t (6,3% a/a), una brusca accelerazione dopo lo 0,2% t/t del 1° trimestre e contro attese per una stabilizzazione del ritmo di crescita.
La crescita è stata guidata dalla domanda interna: rimbalzano i consumi dopo la contrazione registrata a inizio anno (2,1% da -1,4% t/t) mentre gli investimenti fissi decelerano marginalmente rimanendo su ritmi di crescita sostenuti (2,2 da 2,3% t/t).
Importazioni in crescita a ritmi superiori alle esportazioni (4,6% contro 1,6% t/t) implicano invece un apporto negativo da parte del commercio internazionale.
Dal lato dell’offerta servizi (soprattutto quelli legati a ricreazione e turismo), industria e costruzioni hanno contribuito alla crescita del valore aggiunto.
In Spagna, rispetto alle altre economie, il maggior dinamismo è spiegato anche dal più vasto potenziale di recupero rispetto ai livelli pre-Covid che presenta ancora l’economia dopo un 2021 non particolarmente vivace.

 

La forza dei dati relativi alla primavera e le più recenti indagini congiunturali suggeriscono però che la spinta delle riaperture potrebbe perdere vigore già nel trimestre in corso quando dovrebbe anche estendersi la fase di debolezza manifatturiera.
Inoltre, il marcato deterioramento del morale dei consumatori segnala rischi al ribasso per la tenuta della domanda.
Dopo un 2° trimestre più solido delle attese riteniamo che nel 3° trimestre la crescita PIL possa rallentare su ritmi più modesti (la normalizzazione dei servizi e il turismo dovrebbero comunque offrire qualche sostegno) mentre sussistono severi rischi al ribasso per il ciclo tra il 4° trimestre del 2022 e il 1° trimestre del 2023.
Al momento le nostre previsioni puntano verso una sostanziale stagnazione dell’economia tra l’autunno e l’inverno ma la possibilità di razionamento delle forniture di gas aumenta le probabilità di contrazione del PIL tra quando per ragioni stagionali i consumi di metano sono più elevati.
Un robusto 1° semestre e un’eredità statistica particolarmente favorevole dal 2021 lasciano intravedere una crescita in media annua intorno al 3% nel 2022 ma la frenata attesa sul finale d’anno punta verso un marcato rallentamento nel 2023 quando la crescita del PIL potrebbe scendere, in media, verso l’1% con rischi verso il basso.

 


LEGGI il documento completo