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La Commissione Europea segnala rischi al ribasso ma lo scenario resta favorevole

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

La Commissione Europea, in occasione della pubblicazione delle previsioni macroeconomiche d’autunno, ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l’area euro nel 2021, al 5,0% dal 4,8% stimato in occasione delle previsioni estive, frutto soprattutto di un rimbalzo decisamente superiore alle attese durante la primavera.
Sono state invece limate le previsioni per l’anno prossimo, al 4,3% da 4,5% dell’aggiornamento estivo a fronte di un’espansione al 2,4% nel 2023.
Nei prossimi anni sarà ancora la domanda interna, soprattutto di consumi privati, a guidare la ripresa a fronte di un modesto apporto positivo da parte delle esportazioni nette.
Rispetto alle previsioni pubblicate in estate, tra le principali economie si registrano ampie revisioni al rialzo per Italia (6,2% da 5,0%) e Francia (6,5% da 6,0%) nel 2021.
Relativamente all’anno in corso sono state invece tagliate le previsioni per Germania (2,7% da 3,6%) e Spagna (4,6% da 6,2%) che si traducono però in ritmi di crescita più vivaci rispetto agli altri Paesi nel corso del 2022.
L’anno prossimo infatti la Commissione stima un’espansione al 4,6% in Germania, al 3,8% in Francia, 4,3% in Italia e 5,5% in Spagna.
La Commissione, pur continuando a dipingere uno scenario ancora favorevole per l’area euro (sostenuto anche dal miglioramento delle condizioni occupazionali e dai fondi della RRF), inizia a sottolineare le presenza di rischi al ribasso già sul finale di quest’anno legati in particolare a:
– strozzature presenti lungo le filiere produttive;
-rincaro dei prezzi energetici;
-evoluzione della pandemia continua infine a rappresentare un elemento di incertezza, soprattutto per quanto riguarda la recente risalita dei contagi nei paesi dove il tasso di vaccinazione è più ridotto.
La risalita dei prezzi energetici e i colli di bottiglia industriali dovrebbero altresì spingere al rialzo anche l’inflazione: la Commissione ha infatti rivisto al rialzo le stime per il 2021 al 2,4% da 1,9% precedente e per il 2022 a 2,2% da 1,4%, nel 2023 l’inflazione dovrebbe invece scendere all’1,4%.
Sul fronte fiscale invece sulla media dell’area euro i deficit in rapporto al PIL, dopo l’ampia espansione registrata nel biennio 2020-21 in risposta all’emergenza Covid, dovrebbero ridimensionarsi in maniera significativa già nel 2022, grazie soprattutto alla riduzione delle spese, per poi calare ulteriormente l’anno successivo.
Anche il rapporto debito/PIL dovrebbe toccare un picco nel 2021 per poi calare gradualmente negli anni successivi.
Per l’Italia la Commissione prevede una riduzione solo marginale del rapporto deficit/PIL nel 2021 (9,4% da 9,6% del 2020) poi visto scendere al 5,8% nel 2022 e al 4,3% nel 2023.
Il debito/PIL dovrebbe invece calare solo modestamente dal picco di 155,6% registrato nel 2020 per portarsi al 151% nel 2023.

 


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