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Area euro. Inflazione: la svolta tarda ad arrivare

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a cura di Aniello Dell’Anno


ABSTRACT

L’inflazione nell’Eurozona ha toccato l’8,9% a/a in luglio, il massimo dal 1998 (ovvero da quando esistono i dati comparabili).
Il dato ha sorpreso al rialzo.
All’aumento mensile di luglio (0,1% m/m) hanno contribuito in modo sproporzionato alimentari lavorati (1,4%) e servizi (1,1%).
Il trend dell’indice core (al netto di energia e alimentari freschi) è salito al 5% a/a (+0,1% m/m), dopo il 4,6% a/a di giugno, con l’inflazione che si allontana ancor di più dall’obiettivo BCE sia per i servizi (3,7% a/a), sia per i beni industriali non energetici (4,5% a/a).
 – Sul rialzo di luglio pesa il meccanismo endogeno di trasmissione dei rincari energetici, come dimostra l’accelerazione della componente alimentare e la crescita dei beni manufatti ex-energia, in particolare le componenti arredamento ed elettrodomestici.
Le misure calmieranti dei governi, pur portando ad un calo dell’inflazione energia, hanno spiazzato solo in parte tale effetto di trasmissione.
 – In sintesi, rispetto ad un mese fa rivediamo al rialzo di tre decimi la nostra previsione di inflazione per quest’anno, al 7,6%, e di nove decimi quella per l’anno prossimo, al 4,6%.
La revisione è in buona parte concentrata sull’inflazione core, attesa ora al 4,3% nel 2022 e al 4% il prossimo anno.
Il picco per l’indice sottostante si toccherebbe nel 3° trimestre 2022; un ritorno sotto il 2% si avrebbe solo nel 2024.
Il rallentamento dell’indice generale, atteso da agosto, dovrebbe essere lievemente più pronunciato e legato ad effetti base negativi della componente energia.
 – I rischi sul nostro scenario previsivo restano verso l’alto, per via di possibili nuovi shock sui prezzi dell’energia nella parte finale dell’anno, nonché di una possibile sottostima dell’impatto del meccanismo endogeno di trasmissione dei rincari a monte della catena produttiva.
L’endogeneità dei rincari dei prezzi acquisirà forza nel secondo semestre, alla luce anche dei rischi al rialzo che arriverebbero dall’accelerazione della dinamica salariale, anche se parte del recupero di potere d’acquisto per i lavoratori avverrà tramite bonus one-off, che non dovrebbero creare pressioni sulla tendenza di medio termine dell’inflazione.
Non possiamo, inoltre, escludere uno scenario estremo di blocco totale dell’import energetico dalla Russia che potrebbe spingere il prezzo del gas naturale verso i 300 €/MWh a inizio 2023, accrescendo di almeno +1,1pp la media annua dell’inflazione il prossimo anno, ove si consideri solo il canale diretto.
 – In Italia l’inflazione calcolata sull’indice nazionale è scesa al 7,9% a/a dall’8% di giugno.
L’inflazione armonizzata è calata all’8,4% a/a da un precedente 8,5%.
Nel mese i prezzi sono cresciuti di 0,4% m/m sul NIC e calati del -1,1% m/m sull’IPCA.
Il rallentamento tendenziale dei prezzi è imputabile prevalentemente alla componente energetica (da 48,7% di giugno a 42,9%; zero la variazione congiunturale); gli alimentari accelerano a 9,6% a/a (+0,3% m/m). L’inflazione di fondo è viceversa salita, al 4,1% a/a da un precedente 3,8%; ci aspettiamo ulteriori rialzi nei prossimi mesi.
La salita tendenziale dell’inflazione di fondo è dovuta esclusivamente ai prezzi dei servizi (3,6% da 3,4%), con i prezzi dei servizi relativi ai trasporti saliti da +7,2% a +8,9%, a fronte di un rallentamento per i beni (a 11,1% da 11,3% precedente).
Riteniamo che l’inflazione possa seguire un trend discendente stabile solamente a partire dal 4° trimestre.
La media d’anno potrebbe attestarsi ad almeno 7,4% nel 2022 e oltre il 3,5% nel 2023 (sull’indice armonizzato), con rischi verso l’alto.
 – Lo spaccato per Paese vede quindi la dinamica dei prezzi in Germania e Italia poco sotto la media dell’Eurozona, con la Spagna ben sopra tale soglia e la Francia ben al di sotto.
Ieri in Germania l’inflazione armonizzata è salita all’8,5% a/a dall’8,2% precedente, a dispetto di una correzione all’8,1% attesa dal consenso.
In Francia l’inflazione è salita dal 5,8% al 6,1% precedente sull’indice nazionale e al 6,8% dal 6,5% sull’armonizzato (il dato ha sorpreso al rialzo).
Anche l’inflazione spagnola è cresciuta più del previsto, dal 10% a/a al 10,8% sull’indice armonizzato.
Nei Paesi Bassi l’inflazione armonizzata è all’11,6% a/a ed in Belgio al 10,4%.

 


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