29 Settembre
In Focus & Approfondimenti, Focus Economia (a cura di Intesa SanPaolo)
Area euro: ESI in calo più delle attese a settembre
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a cura di Andrea Volpi
ABSTRACT
Con le indagini della Commissione Europea si è conclusa la tornata di rilevazioni sulla fiducia di settembre che hanno offerto indicazioni univoche di brusco rallentamento del ciclo e di aumento dei rischi recessivi tra fine 2022 e inizio 2023.
A settembre l’indice composito di fiducia economica ESI è calato più del previsto a 93,7 da un precedente 97,3 con flessioni diffuse a tutte le principali economie e a tutti i macro-settori.
In rallentamento anche la domanda di lavoro delle imprese mentre riaccelerano le aspettative sui prezzi di vendita.
L’ESI si conferma dunque al di sotto della media di lungo periodo per il terzo mese e sui minimi da gennaio 2021, livelli coerenti con una frenata del PIL tra l’estate e l’autunno.
Su base settoriale il calo registrato nell’industria è più contenuto del previsto (-0,4 da 1) con l’indice che, seppur ancora al di sopra della media di lungo periodo, è comunque sceso per il terzo mese portandosi al livello più basso da inizio 2021.
In calo più delle previsioni il morale nei servizi (4,9 da 8,1), sui minimi da aprile 2021, con indicazioni di deciso rallentamento della domanda, sia corrente che attesa.
A differenza dell’industria, dove la contrazione del settore era anticipata sull’onda delle tensioni geopolitiche ed energetiche, l’entità della frenata dei servizi è peggiore delle attese.
In calo il morale nel commercio al dettaglio (-8,4 da -6,5) e nelle costruzioni (1,6 da 3,4), entrambi gli indici sui minimi da marzo dello scorso anno.
La stima finale dell’indice di fiducia dei consumatori conferma la caduta al minimo storico di -28,8 da -24,9 di agosto.
I nuclei famigliari riportano un significativo peggioramento delle aspettative sulle situazioni finanziarie e sul clima economico con un conseguente calo delle intenzioni di acquisto di beni durevoli e un aumento delle preoccupazioni di disoccupazione.
In sintesi, le indagini di settembre confermano la presenza di rischi al rialzo sul profilo d’inflazione e di aumento dei rischi recessivi tra l’autunno e l’inverno, quando le tensioni geopolitiche, il surriscaldamento dei prezzi e i timori per le forniture energetiche peseranno sull’attività.
Dopo il 3,1% stimato per quest’anno, il PIL nel 2023 è quindi previsto crescere solo dello 0,5% (con rischi verso il basso).
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