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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

L’economia italiana è uscita dalla recessione a inizio 2019, mettendo a segno anzi una crescita superiore al previsto. Pensiamo che il trimestre corrente possa essere meno dinamico, ma il minimo del ciclo sembra ormai alle spalle. Il principale rischio resta quello di un ritorno di tensioni sui mercati finanziari dopo il nuovo confronto con la Commissione Europea sulla disciplina fiscale.
Il PIL italiano è cresciuto più del previsto nel 1° trimestre. Il dettaglio non è ancora noto, tuttavia Istat ha comunicato che:
1) tutti i principali settori hanno dato un contributo positivo al valore aggiunto;
2) la crescita è dovuta agli scambi con l’estero, mentre la domanda interna (al lordo delle scorte) ha dato un contributo negativo.
Visto che la ripresa di inizio 2019 è dovuta principalmente all’industria e dato che gli indici di fiducia delle imprese nel settore hanno continuato a calare negli ultimi mesi, sospettiamo che il trimestre in corso possa essere meno dinamico.
Rimandiamo al Focus “Quanto è probabile che l’Italia torni in recessione?” per una analisi sulla probabilità che l’economia italiana torni in recessione in un orizzonte di 12 mesi non è trascurabile. Il principale rischio all’orizzonte resta quello di un ritorno di tensioni sui mercati finanziari visto il nuovo confronto con la Commissione Europea sul tema della disciplina fiscale. Nelle Previsioni Economiche di Primavera, la Commissione ha tagliato la stima di crescita del PIL a 0,1% per l’anno in corso e 0,7% per il 2020 (cifre limate al ribasso di un decimo rispetto alla previsione di febbraio).
Le proiezioni di finanza pubblica (a politiche invariate ovvero senza ipotizzare il rialzo dell’IVA né misure alternative) vedono un deficit al 2,5% quest’anno e al 3,5% l’anno prossimo (le precedenti stime, di novembre, erano 2,9% e 3,1% rispettivamente). Insomma, l’andamento del disavanzo sia nominale che strutturale quest’anno non sembra giustificare la richiesta di una manovra correttiva. Le maggiori criticità vengono dall’evoluzione del debito (già quest’anno) che la Commissione ha rivisto al rialzo a 133,7% per quest’anno, e a 135,2% per l’anno prossimo.
La produzione industriale è calata di -0,9% m/m a marzo, in pratica annullando l’incremento di febbraio (+0,8% m/m). A marzo, in controtendenza rispetto alla produzione industriale, sono aumentati sia il fatturato che gli ordini all’industria (+0,3% e +2,2% m/m, rispettivamente). Trainante il mercato estero.
La fiducia delle imprese nel settore dei servizi secondo l’indagine Istat ha registrato un lieve incremento a maggio: il miglioramento dell’indice è trainato dalle attese sugli ordini, mentre tutte le altre componenti risultano in calo. Viceversa, il PMI servizi è tornato a calare ad aprile e il fatturato nei servizi è diminuito di 0,2% t/t nel 1° trimestre, per un calo tendenziale di -0,5% a/a.
A maggio, l’indice di fiducia delle imprese di costruzione è salito ancora nuovo massimo da oltre 12 anni, ma la produzione nelle costruzioni è tornata a calare a marzo.
La fiducia dei consumatori è tornata a salire a maggio dopo essere calata nei tre mesi precedenti: il miglioramento non riflette né un giudizio più positivo sulla situazione economica personale, né le attese sull’andamento futuro della situazione familiare, ma invece da una valutazione meno pessimistica della situazione economica generale del Paese.
Un elemento di supporto per le famiglie resta la ricchezza. Banca d’Italia e Istat hanno diffuso per la prima volta una pubblicazione congiunta, a frequenza annuale, sulla ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie italiane.
La disoccupazione è calata a sorpresa e anche il dettaglio è piuttosto confortante, in quanto il calo è dovuto interamente alla crescita degli occupati, in particolare dipendenti permanenti.
A marzo si è registrato un moderato aumento sia per le esportazioni (trainate dai Paesi UE) che per le importazioni. I dati di aprile, relativi al solo commercio extra-UE, hanno mostrato un aumento per entrambi i flussi, ma più marcato per le importazioni: in sintesi, il commercio estero resta debole, appesantito dalla guerra commerciale Usa-Cina e la Brexit.
L’inflazione è risalita lievemente ad aprile sull’indice nazionale, mentre sull’armonizzato è rimasta stabile: i rincari appaiono legati a fattori stagionali e di calendario.

 

Tendenze del settore bancario italiano

A marzo è proseguito il calo del costo medio dello stock di raccolta da clientela, grazie alla riduzione del tasso complessivo sui depositi e di quello sulle obbligazioni in essere.
D’altro canto, si è confermata la ripresa dei tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita, in particolare di quelli offerti alle imprese e alle famiglie sulle durate più lunghe.
Dal lato dei tassi sui nuovi prestiti, sembra essersi arrestata la fase di rialzi.
A marzo il tasso medio sulle erogazioni alle società non-finanziarie è risultato di nuovo in calo e anche i tassi sui mutui alle famiglie si sono aggiustati verso il basso.
Per aprile, le stime ABI vedono una stabilità sui livelli di marzo, sia per i tassi sui nuovi prestiti alle imprese, sia per quelli sulle erogazioni alle famiglie.
I prestiti alle società non-finanziarie sono risultati in calo anche a marzo e ad aprile.
I dati di marzo sui prestiti vivi mostrano che mentre i finanziamenti alle imprese manifatturiere sono risultati ancora in lieve crescita, quelli alle costruzioni e al commercio sono tornati al calo di gennaio.
Quanto ai flussi lordi mensili, le erogazioni fino a 1 milione si sono ridotte a marzo e nel 1° trimestre, mentre quelle di dimensione superiore sono rimaste stabili nel trimestre, pur con forti oscillazioni mensili.
La crescita dello stock di prestiti alle famiglie si è confermata solida.
Per i mutui, le erogazioni sono rimaste invariate anno su anno, risultato di un rimbalzo delle rinegoziazioni a fronte del calo dei nuovi contratti. Inoltre, la domanda è peggiorata ulteriormente, con un calo accentuato delle richieste di nuovi mutui e surroghe, del -10,8% a/a ad aprile.
Nel complesso, l’aumento dello stock di prestiti al settore privato è sceso a +0,8% a/a a marzo, il più basso da settembre 2017.
Con una crescita stimata dello 0,7% a/a per aprile, le anticipazioni ABI delineano la prosecuzione del ritmo rallentato.
I conti correnti hanno proseguito nel trend più moderato. Si è confermato il passo rallentato di quelli delle società non finanziarie, mentre i conti correnti delle famiglie hanno mantenuto una dinamica robusta. Inoltre, è proseguito il recupero dei depositi con durata prestabilita delle società non finanziarie che continuano a registrare flussi netti mensili positivi.
I depositi complessivi sono quindi rimasti in crescita, del 3,5% a marzo per le famiglie e del 3,3% per l’aggregato totale, un ritmo che dovrebbe essere proseguito ad aprile secondo le anticipazioni ABI. Inoltre, le obbligazioni hanno confermato il calo più moderato.
Come già osservato a fine 2018, il miglioramento del trend coincide col ritorno in positivo del saldo tra emissioni lorde e rimborsi, pari a 3,1 miliardi a marzo. Nel complesso, la raccolta da clientela è risultata in crescita sia a marzo, sia ad aprile secondo le stime ABI.

 


Indice dei contenuti

• Fuori dalla recessione, ma restano rischi (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 5 )
• Corregge la produzione industriale a marzo (p. 6 )
• Fatturato, ordini e fiducia mostrano qualche segnale di schiarita (p. 7 )
• Indicazioni contrastanti sui servizi (p. 8 )
Prosegue la ripresa nelle costruzioni (p. 9 )
• Torna a migliorare la fiducia dei consumatori (p. 10 )
• Riprende a calare la disoccupazione (p. 11 )
• Il commercio estero resta debole, ma contribuisce al PIL (p. 12 )
• Inflazione superiore alle attese ad aprile, ma solo per fattori transitori (p. 13 )
• Si è fermata la risalita dei tassi sui nuovi prestiti (p. 14 )
• Prestiti alle imprese ancora in calo (p. 18 )
• A marzo, tornano positive le emissioni nette di obbligazioni bancarie (p. 21 )

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Maggio 2019