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31 Ottobre 2023 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in calo ieri aprendo sulla difensiva anche oggi, di riflesso sia alla tendenza calante dei rendimenti dopo l’ampia ascesa degli ultimi mesi sia al parziale ridimensionamento della risk aversion.
Pesano anche fattori tecnici legati alla fine del mese nonché l’attesa per il FOMC di domani sera.
Dai dati in uscita tra oggi e domani intanto si attendono indicazioni miste, più favorevoli per PMI di Chicago e occupati ADP, meno per fiducia dei consumatori e ISM manifatturiero.

EURL’euro ha aperto la settimana al rialzo tra ieri e oggi da 1,05 a 1,06 EUR/USD inoltrato toccando qui un massimo stamani sui dati dell’area che hanno mostrato un’inflazione in calo più delle attese (elemento che può aver favorito un almeno temporaneo rafforzamento) ma anche un PIL in rallentamento più del previsto.
I rischi verso il basso sulla crescita limitano l’upside dell’euro, ma la prospettiva che al di là del breve i rendimenti USA scendano più di quelli dell’area dovrebbe favorire un recupero del cambio.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana al rialzo contro dollaro da 1,20 a 1,21 GBP/USD inoltrato, principalmente di riflesso al generalizzato cedimento del biglietto verde.
Cruciale però sarà, dopo il FOMC di domani sera, la riunione BoE di giovedì.
Le attese per tassi BoE fermi anche a questa riunione contribuiscono a frenare l’upside della sterlina, che infatti resta in calo contro euro seppure contenuto in area 0,87 EUR/GBP.

JPYLo yen si è indebolito questa notte contro dollaro da 149 a 150 USD/JPY sull’esito della riunione BoJ, che però non è stato univocamente sfavorevole.
Infatti, la BoJ ha ulteriormente ritoccato il controllo della curva dei rendimenti spiegando che il “cap” dell’1,0% sul rendimento target a 10 anni non va inteso come un tetto rigido ma come un “limite superiore” da interpretare con flessibilità, al punto che ha rimosso l’impegno ad offrirsi di acquistare quantità illimitate di JGB pur di difendere quel livello.
Ha inoltre rivisto al rialzo sopra target le previsioni di inflazione per quest’anno e il prossimo.
Tuttavia, ha lasciato sotto target la proiezione per il 2025 e Ueda ha spiegato che non vi sono ancora segnali sufficienti che l’inflazione si sia immessa stabilmente sulla traiettoria desiderata e che quindi per il momento la politica monetaria deve mantenersi accomodante.
Nel breve, pertanto lo yen può ritrovarsi di nuovo sotto pressione, almeno fintantoché i rendimenti a lunga USA non smettono di salire. Successivamente però la proiezione calante dei rendimenti USA e la possibilità che nel corso dell’anno prossimo la BoJ avvii un processo di normalizzazione dovrebbero favorire un recupero dello yen.