30 Ottobre 2023 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo ma cedendo in chiusura e aprendo in calo anche oggi.
Cruciale sarà il FOMC di mercoledì dove i tassi sono attesi fermi ma sarà la valutazione del quadro d’insieme a condizionare il dollaro e in (probabile) assenza di indicazioni che suggeriscano la necessità di alzare ancora i tassi a dicembre il biglietto verde dovrebbe tendere a stabilizzarsi piuttosto che a rafforzarsi ancora.
L’ipotesi semmai che l’inversione di policy potrebbe essere ancora più tardiva del previsto favorirebbe invece il dollaro, ma con i segnali ancora incerti che giungono dai dati non sarà semplice sbilanciarsi su un futuro lontano.
D’aiuto nel frattempo saranno i dati, tra i quali gli occupati ADP e l’ISM manifatturiero mercoledì, l’employment report e l’ISM non-manifatturiero venerdì, dai quali si attendono indicazioni di tipo misto.
EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in calo, da 1,06 a 1,05 EUR/USD, non aiutato dall’esito della riunione BCE, anche se tra venerdì e oggi sta rialzando la testa sulla cedevolezza del dollaro.
L’upside appare però limitato: domani, infatti, si attendono indicazioni di rallentamento sia dai dati di inflazione che da quelli di PIL dell’area.
A meno di sorprese verso l’alto l’euro rischia di tornare a trovarsi sulla difensiva, in attesa poi del FOMC di mercoledì sera.
GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,22 a 1,21 GBP/USD penalizzata anche da dati domestici che non avvalorano l’ipotesi di un rialzo dei tassi alla riunione di giovedì.
In linea con il consenso ci attendiamo tassi fermi, ma vi è un leggero rischio verso l’alto soprattutto per via della dinamica salariale e dei segnali di performance dell’economia meno debole del previsto.
La riunione sarà comunque molto importante non solo per la decisione sui tassi ma anche per le nuove previsioni di crescita e inflazione contenute nel MPR aggiornato.
Possibili limature verso il basso sull’inflazione e verso l’alto sulla crescita offrirebbero supporto alla sterlina, ma più importante sarà probabilmente capire quando partirà l’inversione di rotta del ciclo di policy l’anno prossimo.
A tal fine sarà da seguire la previsione di inflazione del 2025, attualmente sotto target: una sua eventuale revisione al rialzo spingerebbe la BoE a svoltare non prima di Fed e/o BCE, fornendo ulteriore sostegno alla sterlina.
JPY – Lo yen ha trascorso la settimana passata stabile contro dollaro nel range 149-150 USD/JPY, salvo rafforzarsi venerdì, sempre all’intero del range, dopo il calo dei rendimenti a lunga USA e la salita di quelli giapponesi.
Cruciale sarà l’esito della riunione BoJ di questa notte, che è molto incerto.
Nel complesso ci si attende che l’assetto di policy rimanga invariato ma sono andate montando negli ultimi giorni speculazioni che la BoJ potrebbe modificare ancora in senso meno espansivo il controllo della curva innalzando il “cap” del rendimento target a 10 anni, il che favorirebbe almeno parzialmente lo yen.
Importanti saranno comunque anche le nuove previsioni di inflazione, passibili di revisione al rialzo il che potrebbe aprire all’avvio di un processo di normalizzazione della politica monetaria più avanti l’anno prossimo.