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30 Marzo 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati di febbraio sul commercio estero extra-UE hanno registrato un aumento per l’export (1,7% m/m da 0,7%) a fronte del sesto calo mensile consecutivo per le importazioni (-1,8% m/m da -9,5%).
La tendenza al ribasso dell’import continua ad essere guidata dall’energia soprattutto per via del calo dei prezzi, e permette al saldo commerciale di registrare un avanzo di 4 miliardi a fronte di un deficit di -1,2 miliardi un anno prima.
Al netto dell’energia il surplus si amplia a 9,8 miliardi dai 5,6 miliardi di febbraio dello scorso anno, a conferma del fatto che le imprese esportatrici sembrano essere riuscite a mantenere una buona competitività sui mercati esteri.

FRANCIA – Ieri l’indice INSEE di fiducia dei consumatori di marzo è tornato a calare come da aspettative a 81 da 82 di febbraio, rimanendo ampiamente al di sotto della media di lungo periodo.
Il morale delle famiglie francesi, influenzato dalle tensioni per la riforma delle pensioni e dall’aumento della tassazione sui tabacchi, ha registrato un ampio peggioramento del tenore di vita percepito negli ultimi dodici mesi (a -83, un ritorno al minimo storico di luglio 2022) e in quello atteso per i mesi a venire (a -65, terzo calo mensile consecutivo).
La peculiare evoluzione dell’inflazione francese (che, a differenza che altrove nell’Eurozona, è ancora in fase ascendente) si riflette sull’inflazione percepita dalle famiglie, che a marzo ha raggiunto un nuovo massimo. Rimane costante la valutazione degli intervistati sulla propria situazione finanziaria e si registra un lieve aumento della capacità di risparmio corrente e prospettica.
Unica nota positiva resta il calo della disoccupazione attesa (che prosegue dallo scorso novembre), che conferma la tenuta del mercato del lavoro.

 

COMMENTI:

BCEPhilip Lane ha giudicato ieri le crisi bancarie come un “non-eventoper l’area euro.
Lane ha ammesso che le banche potrebbero diventare più avverse al rischio, ma ciò avrebbe limitate ripercussioni sullo scenario.
Soltanto nello scenario di coda in cui la crisi diventa più severa l’economia sarebbe profondamente impattata.
Nello scenario di base, ma anche in quello con limitato stress finanziario, secondo Lane i tassi ufficiali saliranno ancora.
Tuttavia, Lane si è dichiarato ottimista sulla possibilità di ridurre l’inflazione senza recessione.
La tesi che saranno necessari altri rialzi dei tassi se l’economia non si allontana troppo dallo scenario di base è stata espressa anche dal governatore slovacco Kazimír.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha recuperato terreno ieri ma sta ritracciando di nuovo stamani, mostrando una dinamica in fase di stabilizzazione dove il rientro della risk aversion riporta l’attenzione sulla prospettiva che, salvo nuove tensioni significative, alla prossima riunione di maggio la Fed potrà alzare ancora i tassi.
Questo offre parziale sostegno al dollaro, ma lo spazio di recupero che ne deriva dovrebbe essere limitato trattandosi, verosimilmente, dell’ultimo rialzo.

EUR – L’euro ha ampliato il recupero in area 1,08 EUR/USD ieri, ma poi ha chiuso rientrando sui livelli di apertura, salvo risalire ancora oggi.
Anche la moneta unica si sta ri-assestando, sostenuta dal rientro delle preoccupazioni per la situazione delle banche e dalla prospettiva che, se il quadro complessivo non si deteriorerà, la BCE proseguirà con i rialzi dei tassi come indicato ieri anche da alcuni esponenti BCE (Lane e Kazimìr).
A meno di delusioni dai dati, il cambio dovrebbe tendenzialmente consolidare, trovando però ancora resistenze in area 1,08 EUR/USD finché l’incertezza sul fronte bancario non si ridimensiona a sufficienza.
Oggi l’indice di fiducia dell’area è sceso leggermente, e in Germania l’inflazione è attesa in calo, ma la componente core dovrebbe confermare anche qui persistenti pressioni rialziste.

GBPAnche la sterlina si mostra volatile, in salita ieri contro dollaro ma poi in calo e di nuovo in rimonta questa mattina in area 1,23 GBP/USD.
Il rientro della risk aversion sta agendo a favore della valuta britannica, unitamente al dubbio che la BoE possa decidere di fare un altro rialzo dei tassi alla prossima riunione di maggio.
Ieri dalla BoE Mann ha ammesso che la decisione non è semplice perché l’inflazione headline sta scendendo, ma anche qui la core mostra persistenza di pressioni verso l’alto, per cui i dati delle prossime settimane saranno seguiti con particolare attenzione per cercare di capire quale sia la tendenza prevalente.
Nel frattempo, la sterlina dovrebbe riuscire a stabilizzarsi, se il sentiment generale non torna a peggiorare. Contro euro il cambio si sta assestando nel range 0,87-0,88 EUR/GBP.

JPYLo yen ha corretto ieri contro dollaro da 130 a 132 USD/JPY sul calo della risk aversion e sul pur parziale ri-assestamento verso l’alto dei rendimenti a lunga USA, ma oggi sta leggermente recuperando.
Infatti, l’attesa tendenza ribassista dei rendimenti USA al di là del breve dovrebbe favorire un rafforzamento dello yen, che ieri è sceso anche contro euro da 141 a 144 USD/JPY, ma anche in questo caso sta cercando di recuperare già oggi.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Il tasso di disoccupazione potrebbe aumentare ancora di un decimo a febbraio come già nel primo mese dell’anno, a 8% da 7,9% precedente, per effetto del rallentamento della domanda di lavoro.
Vediamo una salita del tasso dei senza-lavoro solo dell’ordine di qualche decimo nei prossimi mesi.

AREA EURO – Oggi l’indice composito di fiducia economica ESI dovrebbe salire a 100 a marzo dopo la marginale, ma inattesa, correzione a 99,7 del mese precedente.
Il calo dei prezzi energetici dovrebbe sostenere il morale nell’industria, prevediamo a 0,8 da 0,5, nonostante ordinativi che non mostrano ancora chiari segnali di riaccelerazione.
Il progresso dovrebbe riguardare anche i servizi, attesi in riavvicinamento alla media di lungo periodo a 10 da 9,5 di febbraio.

GERMANIA – A marzo i prezzi al consumo dovrebbero mostrare una crescita marginale di mezzo punto sull’indice nazionale e +0,6% m/m sull’armonizzato UE.
La tendenza annua è attesa calare al 7,1% dall’8,7% sul CPI e al 7,3% dal 9,3% sull’IPCA di febbraio.
Il crollo di marzo è legato all’impatto del tetto sul prezzo del gas sulla componente energia mentre è attesa accelerare nuovamente l’inflazione core.
In media annua stimiamo una crescita dei prezzi intorno al 5,5% sull’indice domestico.

STATI UNITI – Oggi la lettura del PIL del 4° trimestre dovrebbe essere in linea con la seconda stima, e registrare una variazione di 2,7% t/t ann.