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30 Giugno 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – L’indice composito di fiducia economica ESI della Commissione Europea è calato di un punto a 104.
L’indagine riporta però un inatteso miglioramento del morale sia nell’industria (7,4 da 6,5) che nei servizi (14,8 da 14,1), a fronte di una correzione nel commercio al dettaglio (-5,1 da -4,2) e nelle costruzioni (3,7 da 6,3).
Confermata a -23,6 la discesa del morale dei consumatori.
La quarta correzione consecutiva dell’ESI segnala rischi al ribasso per il ritmo di ripresa nel trimestre estivo.

GERMANIA
– Ieri l’inflazione armonizzata è scesa a giugno all’8,2% a/a dall’8,7% precedente, mentre era attesa una accelerazione a 8,8%.
Su base nazionale l’inflazione è invece calata al 7,6% a/a dal 7,9% di maggio.
Il rallentamento è dovuto alle componenti energia (38% a/a da 38,3% precedente) e servizi (2,1% da 2,9% precedente).
La lettura di giugno risente del taglio sul prezzo dei carburanti (in vigore per tre mesi a partire dal 1° giugno) e del ribasso a 9€ al mese dell’abbonamento per il trasporto pubblico.
Ad ogni modo, la crescita di beni manufatti e alimentari conferma che le pressioni sui prezzi a monte (rincari dell’energia, persistenza di colli di bottiglia all’offerta) stanno diventando più pervasive.
Non ci aspettiamo, per adesso, nuovi significativi rialzi dell’inflazione sino ad agosto, in quanto l’impatto delle misure governative potrebbe spiazzare in parte l’effetto dell’onda di trasmissione dei rincari energetici. In media annua, l’inflazione tedesca dovrebbe assestarsi al 7,4% sull’indice armonizzato, in un contesto di ampia incertezza.
L’indice core dovrebbe risultare vicino al 4% sia quest’anno che il prossimo; i rischi restano verso l’alto.
– Stamane le vendite al dettaglio di maggio, dopo il crollo del mese precedente (-5,4% m/m), hanno registrato un aumento di 0,6% m/m (in termini reali), grazie alla crescita nel tessile, abbigliamento e calzature; la variazione annua è rimasta in negativo (-3,6% a/a).
I prezzi all’import di maggio hanno visto una lieve decelerazione, a 30,6% a/a (0,9% m/m) da 31,7% di aprile.

SPAGNA – L’inflazione è cresciuta ben oltre ogni previsione al 10% a/a da 8,5%.
Visti i primi dati preliminari di giugno rivediamo al ribasso di circa due decimi, all’8,4%, le nostre previsioni per l’inflazione armonizzata relativa al complesso dell’area euro che verrà pubblicata domani.

STATI UNITI – Ieri la contrazione del PIL nel 1° trimestre è stata rivista al ribasso di un decimo a -1,6% t/t annualizzato.
La limatura risente di una drastica revisione al ribasso per i consumi privati (1,8% t/t ann. da 3,1%), solo in parte compensata da una maggiore crescita degli investimenti fissi (7,4% t/t ann. da 6,8%).
Il deflatore del PIL è stato rivisto al rialzo di un decimo sia sulla misura headline che su quella core, a 8,3% e 5,2% rispettivamente.

GIAPPONE – La produzione industriale (dato preliminare di maggio) è crollata molto più del previsto, di -7,2% m/m.
Secondo le previsioni del Governo, l’output potrebbe più che recuperare le perdite a giugno.

CINA – L’allentamento delle misure di contenimento del Covid-19 ha permesso un miglioramento degli indici PMI rilevati dal NBS, molto più marcato nel settore non manifatturiero.
Il PMI manifatturiero è salito da 49,6 in maggio a 50,2 in giugno (consenso Bloomberg: 50,5), sostenuto soprattutto dall’aumento delle componenti degli ordini (totali ed esteri) e delle importazioni.
La componente degli ordinativi totali è salita da 48,2 in maggio a 50,4 in giugno, mentre quella delle commesse estere, seppur in miglioramento, è rimasta in territorio di contrazione (passando da 46,2 in maggio a 49,5 in giugno).
Si è registrata una diminuzione delle scorte di prodotti finiti e un contemporaneo aumento di scorte di input, parallelamente a un netto miglioramento dei tempi di consegna, verosimilmente legato alla normalizzazione dei problemi logistici in seguito all’allentamento delle misure di contenimento dei contagi.
La componente dei prezzi alla produzione è scesa, mentre sul fronte dell’occupazione le imprese hanno continuato a ridurre il personale in giugno seppur ad un ritmo inferiore rispetto a maggio.
Il PMI non manifatturiero ha registrato un aumento più consistente e molto superiore alle attese di consenso, salendo da 47,8 in maggio a 54,7 in giugno (consenso Bloomberg: 50,5), trainato dal rimbalzo sia nei servizi che nelle costruzioni.
Il PMI servizi è balzato da 47,1 in maggio a 54,3 in giugno, spinto da un netto aumento degli ordini e delle aspettative.
Il PMI del settore costruzioni è passato da 52,2 in maggio a 56,6 in giugno, grazie ad un miglioramento degli ordini, saliti poco sopra 50, dell’occupazione e soprattutto delle aspettative.
Al contrario, hanno registrato una flessione sia la componente dei prezzi degli input sia quella dei prezzi di vendita.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Ministero dell’Economia ha comunicato che sono stati conseguiti tutti i 45 traguardi e obiettivi indicati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il primo semestre 2022, e che pertanto è stata inviata alla Commissione europea la richiesta relativa al pagamento della seconda rata dei fondi del PNRR, per un importo effettivo di 21 miliardi di euro (suddivisi fra 10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti).

 

PREVISIONI:

AREA EURO – I dati sul mercato del lavoro di maggio dovrebbero riportare un tasso di disoccupazione stabile al 6,8% in Eurozona e in salita di un decimo all’8,5% in Italia; a giugno invece, il tasso dei senza lavoro in Germania è atteso invariato al 5%

FRANCIA
 – Oggi le spese per consumi sono attese in calo per il sesto mese a maggio, anche se solo in misura marginale (-0,1% m/m).
– L’inflazione francese di giugno è vista salire a 5,4% da 5,2% precedente sul CPI, e a 6,1% a/a da 5,9% sull’armonizzato: nel mese, i prezzi al consumo dovrebbero essere cresciuti di quattro decimi su entrambe le misure, trainati ancora una volta dal rincaro dei carburanti che in Francia è stato più forte che altrove.

STATI UNITI – La spesa personale di maggio è prevista in rialzo di 1,1% m/m, dopo lo 0,9% di aprile.
La variazione dovrebbe essere determinata da effetti contrastanti dovuti a una contrazione dei beni durevoli e incrementi per i beni non durevoli.
In termini reali i consumi dovrebbero risultare in rialzo di un più moderato 0,5% m/m.
Il reddito personale è visto crescere di 0,5% m/m, da 0,4% m/m.
Il deflatore PCE dei consumi è atteso in rialzo dello 0,7% m/m (6,5% a/a) e l’indice core dovrebbe segnare una variazione dello 0,4% m/m (4,8% a/a), inferiore a quella del CPI ma comunque non sufficiente a spegnere le preoccupazioni della Fed.
In calendario anche i consueti dati settimanali sulle richieste di sussidio.