30 giugno 2021 – nota economica giornaliera
AREA EURO – Le indagini di fiducia economica della Commissione Europea di giugno sorprendono al rialzo e offrono solide indicazioni per lo stato della ripresa in Eurozona.
L’indice composito ESI è salito a 117,9 da 114,5 precedente, poco al di sotto del massimo storico registrato nel maggio del 2000.
Il miglioramento del morale è trainato dai servizi, il comparto che più sta beneficiando dell’allentamento delle restrizioni, ma con progressi diffusi a tutti i settori.
Tra le principali economie dell’area, si registrano incrementi per Germania, Francia e Italia, a fronte di una modesta correzione in Spagna.
La fiducia tra le imprese dei servizi è salita per il quinto mese consecutivo portandosi a 17,9 da 11,3 di maggio, ben al di sopra dei livelli pre-COVID e sui massimi dall’estate del 2007.
La riapertura degli esercizi commerciali dopo le chiusure dei mesi precedenti ha sostenuto anche il morale nel commercio al dettaglio con l’indice relativo che ha registrato il quarto progresso consecutivo a 4,5 da 0,5 precedente, avvicinandosi al livello più alto mai registrato (5,0 nel giugno del 1990).
Più contenuti invece i rialzi per industria (12,7 da 11,5) e costruzioni (5,1 da 4,9), i comparti che hanno trainato la ripresa nei mesi scorsi (e che comunque rimangono in territorio ampiamente espansivo, su livelli superiori alle medie di lungo periodo).
L’indice relativo all’industria ha infatti registrato il settimo rialzo di fila raggiungendo un nuovo massimo storico, con indicazioni di accelerazione per ordinativi e occupazione; viceversa, si nota una lieve moderazione dell’output dopo il record del mese precedente, ed un ulteriore modesto rallentamento per le aspettative di produzione dopo il picco raggiunto in aprile.
Tutti i settori riportano infine un rincaro dei prezzi: se la crescita dei listini nei servizi e nel commercio al dettaglio appare imputabile all’effetto-riaperture, industria e costruzioni continuano a risentire delle difficoltà di approvvigionamento di beni intermedi in un contesto di eccesso di domanda (che tuttavia, almeno per il momento, non sembra poter far deragliare la ripresa dell’attività produttiva).
La stima finale dell’indice di fiducia dei consumatori ha infine confermato il rialzo a -3,3 da -5,1 di maggio, con miglioramenti diffusi a tutte le componenti prospettiche dell’indagine ed un significativo ridimensionamento delle preoccupazioni relative alla disoccupazione offrendo quindi solidi presupposti per la ripartenza dei consumi nei prossimi mesi.
In sintesi, le indagini della Commissione Europea si aggiungono ai PMI diffusi la scorsa settimana nel dipingere un quadro coerente con una ripresa significativa del PIL nell’eurozona già a partire dal 2° trimestre: dopo la contrazione di -0,3% t/t registrata a inizio 2021, vediamo un rimbalzo di 1,2% t/t nel 2° trimestre e una accelerazione a 2,5% t/t durante l’estate.
Alla luce dei risultati migliori delle attese delle più recenti indagini di fiducia, e del rapido miglioramento dei dati sulla mobilità personale, riteniamo che i rischi su tale profilo previsivo siano orientati prevalentemente verso l’alto.
GERMANIA – A giugno, la stima flash ha mostrato un rallentamento dell’inflazione in linea con le attese, da 2,5% a 2,3% a/a sull’indice nazionale e da 2,4% a 2,1% a/a su quello armonizzato.
Il ribasso è spiegato in parte dalla frenata di energia (9,4% a/a da 10% di maggio) e alimentari (1,2% a/a da 1,5%).
Nel complesso, i prezzi dei beni risultano stabili al 3,1% a/a, mentre i servizi decelerano a 1,6% a/a da 2,2% precedente.
Nel mese, i prezzi al consumo sono saliti di quattro decimi su entrambi gli indici.
Il confronto statistico dovrebbe portare l’inflazione oltre il 3% nel secondo semestre 2021 (il taglio dell’IVA è entrato in vigore il 1° luglio 2020), con possibili picchi oltre il 3,5%; l’effetto-IVA causerà poi un gradino al ribasso da gennaio 2022.
Inoltre, l’attenuarsi dell’emergenza sanitaria sta riportando i comportamenti di spesa verso una graduale “normalizzazione”, con una parziale chiusura del gap tra misura nazionale e armonizzata Ue: in prospettiva, l’indice armonizzato (costruito con pesi che riflettono i pattern di consumo visti durante la fase pandemica) è atteso mantenere una dinamica più contenuta rispetto all’indice domestico (basato sui vecchi pesi), che potrebbe catturare meglio le pressioni inflattive dovute all’effetto-riaperture nei settori in precedenza soggetti a restrizioni.
In sintesi, l’inflazione è attesa salire al 2,6% in media nel 2021 (2,7% sull’armonizzato), per poi tornare sotto il 2% il prossimo anno.
FRANCIA
– Nel primo trimestre del 2021, il tasso di disoccupazione secondo gli standard ILO è salito solo marginalmente rispetto ai tre mesi precedenti a 8,1% da 8%.
Il numero delle persone senza lavoro risulta pari a circa 2,4 milioni di unità, in aumento moderato a inizio 2021 (+18 mila unità), dopo l’ampio calo, dovuto soprattutto all’aumento degli inattivi, visto nel 2020.
Si nota un incremento dei disoccupati tra i più giovani (+1,2% nella fascia d’età 15-24 anni) a fronte di una sostanziale stabilità tra i 25-49enni (+0,1%) e di una diminuzione tra gli ultracinquantenni (-0,3%).
In prospettiva, vediamo un recupero del tasso di partecipazione nei prossimi trimestri, che potrebbe prevalere sull’incipiente ripresa degli occupati, determinando una crescita del tasso dei senza-lavoro in corso d’anno.
– In giugno, la fiducia dei consumatori ha fatto registrare il terzo progresso da inizio anno, portandosi da 98 a 102, sopra la media di lungo periodo e sui livelli più alti dal mese di marzo dello scorso anno.
L’apporto maggiore alla crescita dell’indice è giunto dai minori timori di perdere il lavoro (l’indice corrispondente è passato da 44 di maggio a 25 a giugno).
Da evidenziare anche la crescita delle future intenzioni di acquisto (il saldo è salito di ben 10 punti rispetto a maggio, a -2).
Anche nel mese di luglio, al netto di una crescita dei contagi da variante Delta (pari al 20% degli attuali casi di positività in Francia), si dovrebbe registrare un ulteriore progresso del morale.
STATI UNITI
– L’indice Corelogic Case-Shiller dei prezzi delle case a maggio aumenta di 14,6% a/a, da 13,3% a/a di aprile, toccando il massimo da quando esiste la serie (1987).
Il boom del mercato immobiliare nell’ultimo anno è stato alimentato dal calo dei tassi sui mutui, dall’aumento della ricchezza delle famiglie e dai nuovi trend di lavoro da casa.
Le scorte di case in vendita sono su minimi storici per le case esistenti e su livelli storicamente bassi per le case nuove, dopo un aumento negli ultimi mesi.
Le case sono vendute con una permanenza minima su mercato e con prezzi spesso al di sopra delle richieste, escludendo dagli acquisti le famiglie a reddito basso e limitando il turnover delle abitazioni sul mercato.
Rispetto al boom dei primi anni 2000, in questa fase le famiglie si stanno finanziando con tassi molto bassi e con acconti di entità in media del 7%, anche se il 48% degli acquisti avvengono con acconti di almeno 20%. Il peso del servizio dei mutui sul reddito disponibile a fine 2020 era pari a 4%, vicino ai minimi storici toccati a metà 2020 (3,7%) e lontano dai massimi del 2007, a 7,2%.
Se i rischi per la sostenibilità del debito immobiliare sono contenuti, l’aumento dei prezzi delle case fa salire la diseguaglianza ed esclude dal mercato le famiglie con redditi bassi.
– La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a giugno aumenta più delle attese a 127,3 da 120 di maggio (rivisto da 117,2), sui massimi dall’inizio della pandemia.
L’indice delle condizioni correnti è in rialzo a 157,7 da 148,7, mentre le aspettative migliorano a 107 da 100,9.
Le indicazioni dell’indagine sono di ulteriore miglioramento nel 2° trimestre, con le famiglie che si aspettano ulteriori progressi dell’economia e della loro situazione finanziaria.
Nonostante un nuovo incremento delle aspettative di inflazione di breve termine, non si rileva un impatto negativo sui programmi di acquisto né sulla fiducia.
Anche la valutazione del mercato del lavoro registra sviluppi positivi, con il 54,4% (da 48,5%) delle famiglie che ritengono i posti di lavoro siano “abbondanti” e il 10,9% (da 11,6%) per cui i posti di lavoro sono “difficili da trovare”, con segnali di probabile ulteriore flessione del tasso di disoccupazione.
Anche per quanto riguarda le aspettative a 6 mesi l’indagine è positiva.
GIAPPONE – La produzione industriale a maggio cala di -5,9% m/m (+22% a/a), contro attese di consenso per -2,4% m/m, con contributi negativi da auto, macchinari e elettronica per informazioni e comunicazioni, mentre risultano in rialzo i trasporti (ex-auto) e la chimica.
Le proiezioni delle imprese per i prossimi mesi vedono un ampio rialzo a giugno (9,1% m/m), seguito da una nuova correzione a luglio (-1,4% m/m).
Consegne e scorte sono in flessione di -4,7% m/m e -1,7% m/m, rispettivamente, e determinano un aumento del rapporto scorte/fatturato.
La ripresa dei contagi in alcune aree, prima ancora della fine delle restrizioni collegate allo stato di emergenza nazionale, mette a rischio la previsione di riaccelerazione della crescita in estate, dopo la contrazione dl 1° trimestre e la stagnazione del 2°.
CINA – Il PMI del settore manifatturiero redatto dal NBS è sceso lievemente a 50,9 in giugno da 51,0 in maggio spinto al ribasso da un calo delle componenti della produzione (da 52,7 in maggio a 51,9 in giugno), degli acquisiti di materie prime, degli ordini esteri (da 48,3 in maggio a 48,1 in giugno) e dalla brusca diminuzione della componente prezzi, scesa di oltre 11 punti (dal picco di 72,8 in maggio a 61,2 in giugno). Il ritmo di espansione degli ordini totali, a differenza di quelli esteri, è invece salito (da 51,3 in maggio a 51,5 in giugno), segnalando una tenuta della domanda interna.
Le strozzature dal lato dell’offerta continuano ad avere un impatto negativo sulla produzione, determinando un calo delle scorte e un allungamento dei tempi di consegna, sebbene a un ritmo inferiore al mese precedente.
La scomposizione per tipologia di impresa segnala un moderato rallentamento dell’attività delle imprese grandi e medie e nuovamente una contrazione per quella delle imprese di piccola dimensione in contrasto con l’indice di Standard Chartered, che continua a segnalare un robusto ritmo di espansione per questa categoria di imprese.
Il PMI del settore non manifatturiero ha registrato un calo maggiore di quello del settore manifatturiero, scendendo da 55,2 in maggio a 53,5 in giugno, trascinato al ribasso dal ridimensionamento del ritmo di espansione nel settore dei servizi (da 54,3 in maggio a 52,3 in giugno) dove gli ordini (da 52,0 in maggio a 49,4 in giugno) e l’occupazione si sono contratti e sono scese le aspettative.
Il settore ha verosimilmente risentito delle misure di contenimento temporanee e localizzate dovute ai focolai di COVID-19 nel Guangdong, ora in fase di rientro.
Il PMI del settore costruzioni è rimasto invariato a 60,1 in giugno pur registrando un calo di quasi tutte le componenti e il PMI composito è sceso da 54,2 in maggio a 52,9, riportandosi poco sopra il livello di gennaio.
COMMENTI:
MONDO – In un rapporto pubblicato ieri, l’UNCTAD prevede che il turismo internazionale non si riprenda quest’anno, anche se qualche segnale positivo è atteso nel secondo semestre in Nord America e in Europa.
La flessione rispetto ai livelli pre-pandemici è stimata fra il 63 e il 75%, con riduzione del giro di affari globale fra 1700 e 2400 miliardi di dollari.
Il ritorno ai livelli pre-pandemici è previsto nel 2023.
PREVISIONI:
ITALIA – L’inflazione è attesa rallentare di un decimo a giugno, a 1,2% sull’indice domestico e a 1,1% sulla misura armonizzata UE.
Nel mese i prezzi sono visti in crescita di un decimo sul NIC e stabili sull’IPCA; i rincari sull’indice nazionale dovrebbero venire soprattutto dai trasporti ed essere confinati alle componenti più volatili.
L’inflazione core è attesa a 0,1% a/a, anch’essa in rallentamento di un decimo rispetto al mese precedente. Il CPI potrebbe tornare ad aumentare nei prossimi mesi, sulla scia degli ulteriori rincari delle materie prime soprattutto energetiche; il picco potrebbe essere toccato a settembre (a 1,7% sul NIC).
I rischi sullo scenario di inflazione restano al momento verso l’alto.
AREA EURO – La stima flash di giugno dovrebbe indicare un’inflazione stabile al 2% a/a.
Il mese corrente segnerebbe una frenata dei prezzi dell’energia (a 11,8% a/a da 13,1% precedente), a cui potrebbe contrapporsi una tendenza lievemente rialzista dell’inflazione sottostante (a 1% a/a da 0,9% di maggio).
Sul mese, i prezzi sono attesi in aumento di tre decimi.
Dopo il rallentamento registrato in Germania, i rischi sulla previsione sono verso il basso.
FRANCIA
– Dopo la rilevazione di aprile, fortemente negativa (-8,3% m/m) per via delle disposizioni di chiusura degli esercizi commerciali non essenziali, la spesa per consumi potrebbe mostrare un rimbalzo a maggio, stimiamo di almeno +6,5% m/m.
Il recupero dovrebbe continuare nei prossimi mesi sulla scia dell’ulteriore allentamento delle restrizioni.
– La stima flash dell’inflazione di giugno è attesa nuovamente in accelerazione sia sull’indice nazionale, all’1,6% dall’1,4% di maggio, che sull’indice armonizzato, all’1,9% dall’1,8% precedente.
Sul mese, i prezzi al consumo dovrebbero essere saliti di due decimi su entrambe le misure.
In prospettiva, il picco in corso d’anno dovrebbe essere raggiunto ad ottobre.
In media d’anno nel 2021, l’inflazione è vista a 1,4% sull’indice nazionale e 1,6% sull’armonizzato.
GERMANIA – Il tasso di disoccupazione è atteso stabile al 6,0%.
Il tasso dei senza lavoro calerà nei prossimi mesi, sulla scia della ripresa economica; si tornerà sotto i livelli pre-crisi però verosimilmente solo a inizio 2023, a causa della ripresa del tasso di partecipazione.
I rischi sulla previsione sono al ribasso.
STATI UNITI – La stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati di giugno è prevista dal consenso a 475 mila da 978 mila di maggio.