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28 Marzo 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Ieri l’indice IFO di marzo ha sorpreso al rialzo, a 93,3 da un precedente 91,1, mentre il consenso si attendeva una sostanziale stabilità.
L’indice sintetico è ai massimi da febbraio dell’anno scorso ma ancora al di sotto della media di lungo termine (96,6).
Il miglioramento interessa sia le attese per i prossimi mesi, con l’indice che è schizzato a 91,2 da un precedente 88,4, che l’indice sulle condizioni correnti, salito a 95,4 punti da 93,9.
Il dettaglio dell’indagine mostra un marcato miglioramento nel manifatturiero (in particolare nei settori automobilistico ed elettronico), sulla scia dell’allentamento delle strozzature all’offerta e del calo del prezzo del gas.
In crescita anche il morale nei servizi, ai massimi da oltre un anno; viceversa, il sentiment nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio, nonostante un marginale miglioramento, rimane in territorio ampiamente negativo.
La relazione storica tra PIL e IFO suggerisce una crescita intorno allo 0,5% t/t, indicando rischi verso l’alto sulle nostre attuali previsioni (che vedono un PIL poco variato nel 1° semestre).

AREA EURO – Nell’Eurozona la crescita di M3 ha rallentato più del previsto a febbraio, a 2,9% a/a da un precedente 3,5%. M1 ha accelerato al ribasso a -2,7% a/a da -0,8%, e i prestiti hanno evidenziato una frenata sia verso le imprese che verso le famiglie.
I dati suggeriscono che anche prima delle recenti tensioni sui mercati finanziari la restrizione monetaria stava già iniziando a trasferirsi all’economia reale attraverso il canale bancario.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare oggi il nuovo decreto di misure contro il caro-energia, che dovrebbe prevedere una proroga di un altro trimestre (sino al 30 giugno) del taglio dell’Iva al 5% e dell’azzeramento degli oneri di sistema sulla bolletta del gas, nonché del bonus sociale (per 4,5 milioni di nuclei famigliari con Isee fino a 15.000 euro), mentre gli oneri saranno ripristinati sulla bolletta elettrica (con alcuni sconti e benefici che il Mef sta mettendo a punto, che dovrebbero comunque garantire un risparmio rispetto alla norma pre-crisi energetica).
Dal primo ottobre dovrebbe inoltre essere introdotto un nuovo bonus ’termico’, destinato a tutte le famiglie senza limiti di reddito, con una sorta di compensazione che scatterà quando il prezzo del gas supererà una certa soglia.
Infine, i crediti d’imposta per le imprese dovrebbero essere rimodulati: scatterebbero solo al superamento di una certa soglia di prezzo del gas (forse 70 euro per megawattora), mentre con quotazioni inferiori si scenderebbe al 20% per le aziende energivore (dal 45% attuale) e al 10% per le altre.
Il decreto costerà quasi 5 miliardi, che però derivano dai risparmi sulle precedenti misure.

BCE – Dalla BCE, Isabel Schnabel ha fatto un interessante intervento sulle problematiche operative della normalizzazione della politica monetaria.
Schnabel ha sottolineato che un ritorno al sistema a corridoio pre-2008 è possibile soltanto a due condizioni: (1) capacità di prevedere con precisione la domanda di riserve del sistema e (2) buon funzionamento del mercato interbancario nella redistribuzione delle riserve.
Nessuna della due condizioni è garantita.
In particolare, “una riduzione strutturale nella tolleranza al rischio delle banche potrebbe aver ridotto in modo permanente la capacità dei mercati interbancari di redistribuire le riserve”, oltre ad aumentare la stessa domanda di riserve (per fattori regolamentari e per motivi precauzionali contingenti).
Secondo Schnabel, l’opzione più interessante per il regime target è quella del sistema demand-driven della Bank of England, in cui il drenaggio di riserve legato al QT è bilanciato dall’offerta di operazioni regolari di rifinanziamento.

STATI UNITI – Oggi il focus sarà sull’audizione di M. Barr, vicepresidente della Fed per la supervisione, di fronte alla Commissione Bancaria del Senato riguardo alla supervisione e regolamentazione di Silicon Valley Bank.
La Fed ha aperto una valutazione della supervisione di SVB, guidata da Barr, che sarà pubblicata entro maggio.
Il testo dell’audizione di oggi, pubblicato ieri sul sito della Fed, afferma che il sistema bancario è “sano e resiliente, con capitale e liquidità forti”.
Barr fa notare che la Fed insieme al Tesoro e all’FDIC ha agito in modo da proteggere l’economia e la fiducia nel sistema bancario e resta impegnata a usare “tutti gli strumenti per istituzioni di ogni dimensione, come necessario”.
Riguardo a SVB, Barr nota che è “un caso da manuale di cattiva gestione”, con la combinazione di due fattori: una gestione inefficace dei rischi di interesse e di liquidità, da un lato, e una corsa “inattesa e devastante” ai depositi non assicurati avvenuta nel giro di 24 ore, dall’altro.
Barr evidenzia una serie di segnalazioni avvenuta nell’ultimo anno da parte dei supervisori e relativa alla gestione inadeguata del rischio, della supervisione interna e dell’audit, rilevando che il management della banca non ha agito per fronteggiare i problemi evidenziati.
Barr afferma che nella valutazione ora in corso la Fed si impegna a evidenziare eventuali errori di supervisione e regolamentazione da parte delle autorità.
La valutazione dovrà anche giudicare se i supervisori hanno gli strumenti adeguati ad agire per contenere i rischi alla solidità di banche in difficoltà.
Nel testo si afferma inoltre che la Fed sta valutando se la deregolamentazione avvenuta durante la presidenza Trump ha permesso un pericoloso allentamento degli standard e considera se “l’applicazione di standard più stringenti avrebbe indotto la banca (SVB) a gestire meglio i rischi che hanno portato al suo fallimento”.
L’audizione di oggi vedrà anche la testimonianza del presidente dell’FDIC, M. Gruenberg.
Il suo testo segnala che l’FDIC pubblicherà entro il 1° maggio un rapporto sul fallimento di Signature Bank e un rapporto sul sistema di assicurazione dei depositi.
Quest’ultimo valuterà, fra le altre questioni, anche la possibilità di modificare i livelli per i depositi assicurati.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in calo, riassorbendo la salita di venerdì, indebolito dal generalizzato rientro della risk aversion al ridimensionarsi delle preoccupazioni per le condizioni del settore bancario.
Il vice-presidente della Fed per la supervisione M. Barr, che oggi terrà un’audizione sul caso SVB, ha riportato intanto che il sistema bancario è sano e resiliente.
Sul fronte dati la fiducia dei consumatori è attesa in calo.
Se il sentiment generale si stabilizza il dollaro dovrebbe quindi mantenersi in calo, ma il downside dovrebbe essere contenuto per via della risalita in atto dei rendimenti.

EUR – L’euro ha aperto la settimana in recupero da 1,07 a 1,08 EUR/USD grazie al rientro delle preoccupazioni per le condizioni delle banche con gli indici azionari di settore europei in rimonta.
Tra i dati, ieri l’IFO tedesco ha sorpreso verso l’alto, a ulteriore supporto di uno scenario che vedrebbe la BCE alzare ancora i tassi nei prossimi mesi.
Se il sentiment di mercato si stabilizza l’euro dovrebbe riuscire a consolidare, avendo poi spazio di ulteriore rafforzamento successivamente.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana al rialzo sia contro dollaro da 1,22 a 1,23 GBP/USD sia contro euro da 0,88 a 0,87 EUR/GBP sul generale rientro della risk aversion.
Bailey ha ribadito che la BoE resta pronta ad alzare ancora i tassi se dai dati dovesse emergere il rischio di un’inflazione più persistente, confermando il messaggio già veicolato alla riunione di giovedì scorso.
Attualmente le indicazioni dai dati non sono omogenee, ma da qui alla prossima riunione dell’11 maggio ve ne saranno molti in uscita e il quadro dovrebbe chiarirsi.
Finché sul mercato rimane il dubbio che la BoE possa fare ancora un altro rialzo la sterlina ne trae parziale beneficio rispetto al dollaro, mentre il confronto con i rialzi attesi BCE la lascia esposta a nuova debolezza contro euro, soprattutto al di là del breve.
In corso stamani anche l’audizione di Bailey sul caso SVB.

JPYLo yen invece ha aperto la settimana in calo contro dollaro ieri da 130 a 131 USD/JPY sulla parziale risalita dei rendimenti a lunga USA, salvo recuperare in parte questa notte su possibili flussi in entrata in vista della chiusura dell’anno fiscale giapponese a fine marzo.
Temporaneamente lo yen potrà tornare a indebolirsi ancora sull’ulteriore recupero dei rendimenti USA, ma al di là del breve la chiusura del ciclo di rialzi Fed dovrebbe invece favorirne un rafforzamento.
Analoga la dinamica dello yen contro euro, in calo ieri da 140 a 142 EURJPY e in risalita oggi.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Oggi la fiducia di famiglie e imprese è attesa ancora in recupero a marzo.
La ripresa dovrebbe essere più marcata per il morale delle aziende (vediamo un indice composito IESI a 109,5 da 109,1 e una fiducia manifatturiera a 103,5 da 102,8) che non per la fiducia dei consumatori (attesa a 104,2 dopo il balzo a 104 del mese precedente).
La moderazione dei rischi energetici sembra poter ancora prevalere sugli effetti dei rialzi dei tassi BCE e delle recenti turbolenze sui mercati finanziari.

FRANCIA – Gli indici INSEE di fiducia delle imprese di marzo potrebbero risentire degli scioperi che hanno limitato l’attività in alcuni settori.
Prevediamo un calo dell’indice manifatturiero a 103 da 104 di febbraio.
Tuttavia, le componenti anticipatorie delle ultime indagini Banque de France erano coerenti con un’accelerazione dell’attività a inizio marzo, sia nell’industria che nei servizi, un segnale che lascia ben sperare per un rimbalzo già ad aprile.

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a marzo è prevista in calo a 101 da 102,9 di febbraio.
La turbolenza dei mercati finanziari dovrebbe determinare una riduzione contenuta dell’indice del Conference Board, che è influenzato maggiormente dalle condizioni del mercato del lavoro, sempre positive.