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27 Gennaio 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati sul commercio estero extra-UE di dicembre hanno evidenziato un calo delle esportazioni (-2,1% m/m) condizionato da operazioni occasionali ad alto impatto nella cantieristica navale, al netto delle quali la correzione è più contenuta; le importazioni sono aumentate (+4,3% m/m).
I dati sono coerenti con una crescita dell’import a ritmi superiori dell’export nel 4° trimestre del 2021.

FRANCIA – Ieri l’indice INSEE di fiducia dei consumatori è calato di un punto a 99.
Le famiglie francesi registrano un peggioramento delle aspettative per i prossimi mesi, penalizzate dall’incertezza sanitaria e dal rincaro dei prezzi, ma il morale rimane comunque prossimo alla media di lungo periodo, mostrando una tenuta migliore delle attese.

GERMANIA – Questa mattina la fiducia dei consumatori diffusa da GfK ha mostrato un recupero marginale in febbraio, a -6,7 punti da -6,9 (rivisto al ribasso da -6,8) precedente.

STATI UNITI – Ieri, le vendite di case nuove di dicembre hanno sorpreso vero l’alto, con un aumento di 11,9% m/m a 811 mila, sui massimi da marzo, confermando la scarsità di offerta con prezzi in rialzo di 3,4% a/a e scorte di case in calo a 6 mesi di offerta.

 

COMMENTI:

ITALIA – Anche la terza votazione per l’elezione del Capo dello Stato si è conclusa con un nulla di fatto (412 schede bianche, 125 voti per Mattarella).
Oggi alle 11 è convocato il quarto scrutinio, il primo per il quale è sufficiente la maggioranza semplice (505 voti).
Nel frattempo, fonti di stampa riportano progressi nelle negoziazioni tra i partiti per raggiungere un accordo in merito a un nome condiviso.

STATI UNITILa riunione del FOMC si è conclusa con la preparazione di una svolta imminente per i tassi e di una riduzione del bilancio in tempi ravvicinati e con un messaggio inequivocabilmente hawkish.
Powell ha affermato che il Comitato è già ora “è dell’idea” di intervenire alla prossima riunione, sulla base del fatto che il mercato del lavoro è “molto, molto forte” e l’inflazione è ben sopra il 2%.
Powell ha anche detto che le recenti correzioni dei mercati non preoccupano, dato che sono parte della trasmissione della politica monetaria.
Sul ritmo dei rialzi, Powell ha evitato di rispondere alla domanda se i rialzi saranno “graduali”, e ha invece affermato che la Fed sarà “umile e agile”, sottolineando che le differenze rispetto al 2015 hanno importanti implicazioni per il ritmo appropriato dell’aggiustamento di policy.
Powell non ha voluto dire se i rialzi avverranno a riunioni consecutive o se saranno di 50pb, ma ha detto che il Comitato non ha ancora preso una decisione e “comincerà ad affrontare questi temi andando verso la riunione di marzo”, implicitamente avallando aspettative di possibili aumenti più rapidi rispetto ai 25pb per trimestre del ciclo passato.
Riguardo al bilancio, la svolta avverrà probabilmente fra un paio di riunioni, dopo la definizione dei dettagli operativi.
Per ora, in un documento con i “principi per la normalizzazione, si specifica che lo strumento principale della politica monetaria rimane la leva dei tassi e che la riduzione del bilancio dovrà essere “ordinata e prevedibile” e avverrà “principalmente” attraverso il mancato rinnovo dei titoli in scadenza, con l’obiettivo di un portafoglio titoli composto solo da Treasury.
La riunione di marzo sarà cruciale non solo perché aprirà il nuovo ciclo dei tassi, ma anche perché il FOMC potrebbe segnalare che i rialzi potranno essere più ravvicinati che in passato, anche attuati a riunioni consecutive, con l’indicazione che tutte le riunioni sono “vive.
I verbali, fra tre settimane, daranno informazioni importanti sulla distribuzione del consenso.
I rischi per il sentiero dei tassi restano verso l’alto.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ampiamente sull’esito del FOMC, arrivando a sfiorare i massimi di metà dicembre.
La Fed ha infatti lasciato intendere che, per contrastare l’inflazione elevata in un contesto di mercato del lavoro forte, il primo rialzo dei tassi arriverà a breve (marzo), specificando alcune linee guida (molto) generali per la successiva riduzione del bilancio, a indicare che l’aggiustamento anche su questo fronte potrebbe iniziare nel giro di qualche mese dal primo rialzo dei tassi.
Poiché i dettagli sul sentiero dei tassi arriveranno a marzo e quelli relativi al bilancio tra marzo e giugno, nell’attesa, il dollaro ha spazio per rafforzarsi ulteriormente al consolidarsi di uno scenario di accelerazione del processo di normalizzazione monetaria.

EURL’euro è sceso significativamente sull’esito del FOMC, da un massimo di 1,1310 a un minimo di 1,1191 EUR/USD.
In attesa di dettagli che definiscano meglio l’accelerazione dell’aggiustamento Fed, l’euro resta esposto a ulteriore debolezza (spazio per nuovi minimi), vista l’immediata reazione rialzista post-FOMC dei rendimenti USA.
Cruciale sarà ora la riunione BCE di giovedì prossimo.
Eventuali segnali di accelerazione del sentiero di normalizzazione BCE potrebbero fornire parziale sostegno all’euro, riducendone il downside.

GBPAnche la sterlina è scesa post-FOMC da 1,35 a 1,34 GBP/USD, ma, come atteso, meno dell’euro rispetto al quale si è rafforzata, pur restando in area 0,83 EUR/GBP.
I giochi si riapriranno con la riunione BoE di giovedì prossimo.
Se, oltre ad alzare i tassi, la BoE dovesse rivedere al rialzo la crescita 2023, la sterlina dovrebbe rafforzarsi, meno contro dollaro più contro euro.

JPYAnche lo yen è sceso post-FOMC, seguendo la salita dei rendimenti USA. Contro dollaro si è portato da 113 a 114 USD/JPY e contro euro da 128 a 129 EUR/JPY.
In prospettiva di ulteriore salita dei rendimenti a lunga USA, lo yen dovrebbe indebolirsi ulteriormente.

 

PREVISIONI:

ITALIA – In calendario per oggi i dati sul fatturato industriale di novembre.

STATI UNITI
 – Oggi il focus sarà sulla prima stima del PIL del 4° trimestre, che dovrebbe mostrare una variazione di 5% t/t ann., con un’accelerazione attesa per consumi e investimenti e un ampio contributo delle scorte.
I dati disponibili puntano a un rallentamento significativo dei consumi a inizio 2022, che però dovrebbe essere transitorio e causato in parte da problemi di destagionalizzazione e in parte dagli effetti temporanei della nuova ondata pandemica.
– Gli ordini di beni durevoli a dicembre (prel.) sono previsti in calo di -0,2% m/m, dopo 2,6% m/m di novembre, in seguito all’indebolimento nel comparto dell’aeronautica civile.
Al netto di trasporti, gli ordini dovrebbero aumentare di 0,4% m/m, e segnalare ancora eccesso di domanda.