26 Novembre 2020 – nota economica giornaliera
STATI UNITI
– La seconda stima del PIL del 3° trimestre è invariata, con una variazione di 33,1% t/t ann., con rialzi di 40,6% t/t ann. per i consumi (con revisione verso il basso dei servizi e verso l’alto dei beni) , di 21,8% t/t ann. per gli investimenti non residenziali, e un calo di -4,9%t/t ann. per la spesa pubblica.
Gli utili sono in rialzo di 3,1% a/a e tornano sui livelli pre-Covid, con indicazioni positive per lo scenario economico. La previsione per il 4° trimestre rimane positiva, nonostante l’aumento dei contagi, con l’aspettativa di una variazione vicina a 4% t/t ann.
– La spesa personale a ottobre aumenta di 0,5% m/m, con i consumi di beni invariati, in linea con le indicazioni deboli delle vendite al dettaglio, e quelli di servizi in rialzo di 0,7% m/m.
Il reddito personale corregge di -0,7% m/m: l’aumento del reddito da lavoro (+0,7% m/m, +1,8% a/a) non è stato sufficiente a contrastare il massiccio calo dei trasferimenti pubblici (-6,2% m/m), determinato dalla fine dell’integrazione federale dei sussidi di disoccupazione.
Il tasso di risparmio cala a 13,6%, e resta su livelli quasi doppi rispetto alla media storica, fornendo un ammortizzatore a sostegno dei consumi in questa fase di correzione del reddito disponibile.
I deflatori dei consumi headline e core sono stabili su base mensile e lasciano l’inflazione ancora lontana dall’obiettivo della Fed, anche se nella prima parte del 2021 si registrerà una svolta verso l’alto spinta dal confronto statistico con un 2020 debole.
I dati dei consumi e del risparmio fanno prevedere una variazione ancora positiva e solida della spesa ne 4° trimestre, con un possibile rallentamento nella parte finale del trimestre e a inizio 2021, sulla scia della ripresa dei contagi e dell’adozione di misure di moderato contenimento.
– Le vendite di case nuove sorprendono ancora verso l’alto, toccando 999 mila a ottobre, dopo un dato di settembre rivisto verso l’alto, poco sopra 1 mln (1,002 mln da 959 mila). La variazione tendenziale delle vendite schizza a 41,5% a/a.
Le scorte di case invendute continuano a scendere e sono pari a 3,3 mesi di vendite a ottobre, con indicazioni ancora estremamente positive per l’attività immobiliare residenziale nei prossimi mesi.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 21 novembre aumentano per la seconda settimana consecutiva, salendo a 778 mila da 748 mila del periodo precedente.
I dati segnalano che l’adozione di restrizioni alle attività ricreative e di ristorazione in molti stati, insieme all’introduzione di coprifuochi nelle ore notturne, stanno avendo moderate ripercussioni sul mercato del lavoro.
I dati non destagionalizzati mostrano un aumento di 78.372 a 827.710 e si aggiungono a 311.675 sussidi erogati con il programma federale di Pandemic Unemployment Assistance.
I sussidi esistenti nella settimana conclusa il 14 novembre (periodo di rilevazione dell’employment report di novembre) calano a 6,071 mln (-299 mila dalla settimana precedente). In termini non destagionalizzati i sussidi statali esistenti correggono a 5,911 mln (-167.617) dalla settimana precedente.
I sussidi esistenti erogati nella prima settimana di novembre con programmi statali e federali ammontano a 20,452 mln, in rialzo di circa 130 mila rispetto a fine ottobre.
– Il deficit della bilancia commerciale dei beni a ottobre aumenta a -80,3 mld da -79,4 mld di settembre.
Le esportazioni sono in rialzo di 2,8% m/m, spinte dai beni di consumo, e le importazioni crescono di 2,2% m/m.
Il canale estero dovrebbe dare un ampio contributo negativo alla crescita del PIL del 4° trimestre.
– Gli ordini di beni durevoli a ottobre sorprendono verso l’alto, con una variazione di 1,3% m/m sia per l’aggregato totale (con una revisione verso l’alto del dato di settembre da 0,5% m/m a 2,1% m/m) sia per quello ex-trasporti.
A ottobre i dati sono stati sostenuti da rimbalzi nei comparti volatili della difesa e degli aerei, e frenati da una correzione nel segmento auto.
Gli ordini di beni capitali ex-difesa e aerei crescono di 0,7% m/m, dopo 0,5% m/m a settembre, mantenendosi ampiamente sopra i livelli pre-Covid e indicando che la crescita degli investimenti non residenziali nel 4° trimestre dovrebbe mantenersi solida.
COMMENTI:
BCE – Nella Financial Stability Review, la Banca centrale afferma che gli accantonamenti per il rischio di credito stanno aumentando, ma che appaiono “ottimistici in alcuni casi”, mentre garanzie e moratorie potrebbero aver allungato i tempi di trasmissione dal calo dell’attività economica alle perdite su crediti.
Una conclusione brusca degli schemi di garanzia e delle moratorie potrebbe trasformare i problemi di liquidità in problemi di solvibilità.
D’altro canto, devono restare focalizzati sui problemi legati alla pandemia, per evitare di creare problemi di sostenibilità del debito a medio e lungo termine.
Secondo la BCE, i buffer di capitale delle banche saranno sufficienti ad assorbire le perdite derivanti dalla crisi e a sostenere il credito per un periodo esteso.
Il rapporto lamenta che non sono state ancora colmate le lacune nel macroprudential framework per le istituzioni finanziarie non bancarie, con possibili ricadute negative anche sul sistema bancario.
FRANCIA-COVID19 – Il presidente ha annunciato un piano di aperture in tre tappe, la prima il 28/11, la seconda il 15/12 e la terza il 20/1.
Inizialmente saranno riaperte le attività di commercio al dettaglio, i servizi alla persona e le biblioteche, ma il confinamento resterà in vigore (sebbene con un allentamento delle regole sull’esercizio fisico).
Il 15/12, il confinamento sarà rimpiazzato da un coprifuoco in vigore dalle h. 21:00 alle h. 7:00 (ma con eccezioni per il 24/12 e il 31/12); riapriranno cinema, teatri e musei.
Infine, il 20/1 ci sarà la riapertura anche di ristorazione e impianti sportivi, incluse le stazioni sciistiche, e cesserà anche il coprifuoco.
Le aperture del 15/12 e del 20/1 sono condizionate all’andamento favorevole dei contagi.
STATI UNITI – I verbali della riunione del FOMC di novembre, come atteso, riportano il dibattito su due temi relativi al programma di acquisti: una nuova forward guidance e possibili modalità di espansione del programma in caso si rendesse necessaria.
In conclusione, sembra probabile che a dicembre venga annunciata una forward guidance per gli acquisti in linea con quella per i tassi, cioè collegata all’evoluzione delle condizioni economiche per mercato del lavoro e inflazione, ma non venga modificato il programma di acquisti in senso espansivo, pur sottolineando che il Comitato è pronto a intervenire in caso di necessità.
• La discussione su come fornire maggiori informazioni sul programma di acquisto di titoli in relazione all’andamento dell’economia segnala la volontà di allineare la forward guidance sui due strumenti attualmente in uso (tassi e acquisti).
Il dibattito potrebbe essere interpretato come modestamente “hawkish”, nel senso che discute le modalità per incanalare un futuro ridimensionamento del programma di acquisti.
“Molti partecipanti” ritenevano che il Comitato potrebbe volere rafforzare la guidance per gli acquisti di titoli “piuttosto presto”, indicando che probabilmente modifiche in tal senso potrebbero arrivare già alla riunione di dicembre e che la guidance sui due strumenti dovrà essere “ben coordinata”.
Alcuni partecipanti invece erano più dubbiosi sull’introduzione di novità, in una fase ancora molto incerta per l’economia e la pandemia.
La nuova guidance potrebbe collegare il ritmo di acquisti all’evoluzione della pandemia e/o all’avvicinamento alle condizioni relative a mercato del lavoro e inflazione delineate nella guidance sui tassi.
• Il secondo tema collegato agli acquisti discusso a novembre riguarda la possibile espansione dell’attuale ritmo di incremento del bilancio, che ora è sostenuto da acquisti mensili di Treasury per 80 mld e MBS e CMBS per 40 mld.
Lo staff ha presentato diverse opzioni per aumentare lo stimolo monetario attraverso il programma di acquisti, fra cui l’allungamento della durata dei Treasury acquistati, l’aumento delle quantità in acquisto e l’estensione della vita del programma alle condizioni attuali di quantità e composizione.
Un’altra alternativa proposta riguarda la possibilità di aumentare la quantità di acquisti sul tratto lungo delle scadenze, riducendo al tempo stesso le quantità totali acquistate, ma i partecipanti non l’hanno considerata interessante dato che potrebbe confondere il pubblico, facendo prevalere il messaggio della riduzione degli acquisti su quello dell’allungamento delle scadenze.
Il Comitato a novembre non ha espresso una visione chiara su quale di queste alternative potrebbe essere adottata in caso di necessità di maggiore stimolo.
I partecipanti, pur non ritenendo necessari aggiustamenti immediati, concordavano sul fatto che “le circostanze potrebbero cambiare in modo da giustificare tali aggiustamenti”.
In ogni caso, un cambiamento del programma in direzione espansiva non sembra imminente: “molti” partecipanti ritengono che una modifica in tal senso non sia necessaria “immediatamente”, “alcuni” sono preoccupati che gli acquisti di MBS stiano spingendo eccessivamente al rialzo i prezzi delle case e diversi pensano che l’efficacia degli acquisti possa essere limitata nell’attuale contesto di rendimenti già molto bassi.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro è sceso avvicinando i minimi dell’anno registrati l’1 settembre. Si tratta di un movimento frutto di dinamiche contrastate, tra dati che hanno fornito indicazioni di carattere misto e un sentiment di mercato ancora tendenzialmente positivo, che tende quindi a favorire le valute a più alto rendimento rispetto al dollaro.
La chiusura dei mercati oggi per Thanksgiving ha inoltre probabilmente accentuato la natura tecnica del movimento.
I verbali dell’ultimo FOMC hanno riportato discussione in merito alle modalità di ricalibrazione del programma di acquisti in vista di possibili ritocchi espansivi alla prossima riunione del 16 dicembre.
Questo può rappresentare un fattore di debolezza per il dollaro nel breve, ma su di esso dovrebbe prevalere successivamente la prospettiva di una migliore performance della crescita USA, che favorirebbe un recupero del dollaro in un secondo tempo.
EUR – L’euro è salito portandosi questa mattina fino a 1,1938 EUR/USD sull’indebolimento del dollaro. Il movimento non è dovuto a fattori di forza propria e il cambio dovrebbe arretrare in un secondo momento in prospettiva di nuovo stimolo monetario alla prossima riunione BCE del 10 dicembre, a causa della negativa performance della crescita dell’area nel 4° trimestre.
GBP – La sterlina è salita contro dollaro in area 1,33 GBP/USD mostrando invece una dinamica più contrastata contro euro tra 0,88 e 0,89 EUR/GBP.
Reuters riporta che secondo fonti diplomatiche un accordo potrebbe aversi entro la settimana prossima. La cautela rimane d’obbligo, sia nel merito sia sui tempi.
Intanto la Commissione UE riporterà agli ambasciatori UE sullo stato delle trattative domattina. La Presidente della Commissione von der Leyen ha detto che ci sono stati progressi ma che non si può ancora escludere la possibilità di no-deal. Rimane infatti la distanza sui temi chiave.
Nel frattempo il Cancelliere dello Scacchiere Sunak ha presentato la legge di bilancio per l’anno prossimo, dove a fronte di nuovi stanziamenti per fronteggiare la pandemia, Sunak ha ricordato che una volta usciti dall’emergenza bisognerà tornare a una disciplina fiscale in quanto le misure attuali portando a dinamiche dei conti pubblici che non sono sostenibili nel tempo.
Il Cancelliere ha indicato infine che l’economia tornerà ai livelli pre-pandemia solo alla fine del 2022.
L’OBR ha rivisto in senso migliorativo le previsioni di crescita per quest’anno (a -11,3% da -12,4% di luglio), al ribasso quelle per l’anno prossimo (a +5,5% da +8,7%) e al rialzo quelle per il 2022 (a 6,6% da 4,5%), con una crescita che si attesterebbe a 2,3% nel 2023, a 1,7% nel 2024 e a 1,8% nel 2025.
Confermiamo per la sterlina uno scenario di rafforzamento ma con upside limitato in caso di raggiungimento di un accordo e di maggior correzione in caso di no-deal.
JPY – Lo yen è rimasto in range contro dollaro in area 104 USD/JPY indebolendosi contro euro ma restando in area 124 EUR/JPY.
La dinamica del cambio conferma la ricerca di nuovi driver nel passaggio da una fase dominata da elevata incertezza dovuta alla pandemia ad una fase in cui i vaccini modificano il quadro prospettico generale per l’anno prossimo, consentendo al mercato di tornare a seguire più da vicino le dinamiche fondamentali.
PREVISIONI:
FRANCIA – L’indice di fiducia dei consumatori a novembre è atteso in calo a 92 da 94 sulla scia delle nuove restrizioni imposte dal Governo (la Francia è ad oggi il Paese dell’eurozona con le maggiori limitazioni alla mobilità).
L’indice si riallineerebbe al precedente minimo dell’anno toccato lo scorso maggio.
AREA EURO – La crescita di M3 in ottobre è stimata a 10,5% a/a, sostanzialmente invariata rispetto al mese prima. L’espansione degli aggregati monetari continua a essere trainata dalla componente più liquida: M1 è prevista infatti a 13,8% a/a, contro l’1,4% di M2-M1.
Tuttavia, la crescita di M3-M2 si confermerà a due cifre su base annua, anche grazie a un effetto base favorevole.
Dal lato delle contropartite, il contributo maggiore arriverà probabilmente ancora dagli acquisti di titoli di stato da parte dell’Eurosistema.