26 Giugno 2025 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro è in calo ulteriore aggiornando i minimi, questa volta sulla notizia del Wall Street Journal secondo cui Trump vorrebbe sostituire Powell alla guida della Fed per settembre/ottobre, criticandone la prudenza nel tagliare i tassi, che Powell spiega con il rischio di inflazione dovuto anche alla politica fiscale della nuova Amministrazione.
Il rischio di percezione di perdita di credibilità per la compromissione dell’indipendenza della Fed penalizza il dollaro.
Dai dati di oggi non si attendono spunti di rilievo: salvo sorprese positive eclatanti il biglietto verde dovrebbe quindi restare sulla difensiva.
EUR – Esclusivamente di riflesso alla nuova correzione del dollaro l’euro è salito ulteriormente aggiornando i massimi dell’anno da 1,16 a 1,17 EUR/USD e se non rientrano i dubbi sulla credibilità delle politiche USA l’euro dovrebbe rimanere supportato venendo percepito come valuta credibile in alternativa al dollaro, nonostante la tendenziale debolezza dell’economia dell’area, anche se le attuali politiche fiscali pro-crescita tramite spese per la difesa e infrastrutture infondono parziale fiducia.
Tecnicamente l’upside dovrebbe essere contenuto nel range 1,17- 1,20 EUR/USD.
GBP – La sterlina si è rafforzata ulteriormente contro dollaro tra ieri e oggi da 1,35 a 1,37 GBP/USD aggiornando qui i massimi esclusivamente sulla nuova debolezza del dollaro.
In questi giorni salvo sorprese positive importanti dagli USA la valuta britannica dovrebbe consolidare o tendenzialmente stabilizzarsi.
JPY – Anche lo yen, che era in calo ieri, ha aperto invece al rialzo contro dollaro oggi da 145 a 143 USD/JPY principalmente sulla debolezza del biglietto verde e sulla tendenza calante dei rendimenti a lunga USA.
A meno di sorprese favorevoli eclatanti dagli Stati Uniti la valuta nipponica dovrebbe consolidare o almeno stabilizzarsi, grazie ai dubbi di mercato che la Fed possa anticipare l’atteso taglio dei tassi e alla sostanziale fiducia che all’opposto la BoJ sia in grado di alzare i tassi in corso d’anno.