25 Gennaio 2022 – nota economica giornaliera
AREA EURO – Le indagini PMI di gennaio hanno riportato un rallentamento della ripresa a inizio 2022, frenata dall’impatto della nuova ondata sui servizi (51,2 da 53,1) mentre l’attività manifatturiera (59 da 58) sembra beneficiare di un allentamento delle strozzature all’offerta.
Hanno sorpreso al rialzo gli indici tedeschi mentre hanno registrato ampie correzioni quelli francesi.
Le stime flash sono coerenti con un calo del morale anche in Italia e Spagna.
STATI UNITI
– Ieri, i PMI flash di gennaio hanno registrato correzioni dovute agli effetti di Omicron sulle strozzature all’offerta e sulla disponibilità di manodopera.
L’indice del manifatturiero è calato a 55 (minimo da 15 mesi) da 57,7 di dicembre, con cali per l’output e gli ordini e una discesa dell’occupazione in territorio recessivo.
I tempi di consegna sono in peggioramento ma le pressioni sui pezzi stanno cominciando a moderarsi.
Le imprese restano ottimiste sulla ripresa.
Nei servizi, l’indice di attività corregge a 50,9 da 57,6, indicando stagnazione, a causa della mancanza di manodopera, in parte dovuta a Omicron e in parte legata a scarsità di lavoratori disponibili.
La domanda rimane solida, ma le imprese sono preoccupate per l’impatto dell’inflazione e della pandemia.
Il continuo rialzo dei costi, legato anche agli aumenti salariali, è in parte trasferito sui prezzi di vendita.
L’impatto di Omicron dovrebbe essere transitorio, dato che la curva dei contagi a livello nazionale ha svoltato a metà gennaio.
– L’indagine delle aspettative di spesa delle famiglie condotta dalla NY Fed a dicembre rileva un aumento previsto della spesa di 5,1% a/a, sui massimi dall’inizio della serie e al di sopra dei ritmi di espansione pre-Covid per tutte le categorie, eccetto le vacanze, con indicazioni favorevoli per l’andamento dei consumi nel 2022.
COMMENTI:
ITALIA – Come ampiamente previsto, la prima votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione del Presidente della Repubblica si è conclusa con una fumata nera (dalle urne sono uscite ben 672 schede bianche).
Oggi alle 15 inizia il secondo scrutinio, che dovrebbe terminare ancora con un nulla di fatto, mentre si intensificano le trattative tra i partiti per trovare un accordo.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha aperto la settimana al rialzo, per via di un significativo aumento della risk aversion, principalmente collegato all’escalation della crisi ucraina.
Per la stessa ragione rendimenti e borse ieri sono scesi.
Se l’avversione al rischio dovesse aumentare ulteriormente il dollaro ne riceverebbe ancora supporto, ma i riflettori andranno poi spostandosi sul FOMC di domani sera.
Dai dati intanto si attende oggi un calo della fiducia dei consumatori, a causa della preoccupazione per l’elevata inflazione.
EUR – L’euro ha aperto la settimana in calo da 1,13 a 1,12 EUR/USD, complici il rafforzamento del dollaro, l’ampliarsi dei differenziali di rendimento a lunga e le preoccupazioni per la questione ucraina.
Quest’ultimo tema e l’attesa per il FOMC dovrebbero restare dominanti mantenendo l’euro sulla difensiva.
Il cambio infatti non ha per ora tratto beneficio dall’IFO tedesco di questa mattina che pure ha sorpreso positivamente.
GBP – La sterlina ha aperto la settimana in ampio calo ieri sia contro dollaro da 1,35 a 1,34 GBP/USD sia contro euro da 0,83 a 0,84 EUR/GBP, complici il rafforzamento del dollaro, l’aumento della risk aversion e i PMI domestici più deboli delle attese.
Oggi, in assenza di dati domestici rilevanti, dovrebbero restare dominanti i driver di dollaro, lasciando la valuta britannica tendenzialmente sulla difensiva, soprattutto contro dollaro, o pressoché stabile.
Contro euro oggi la sterlina è in risalita per via della maggior debolezza dell’EUR/USD.
Tuttavia, mancando spunti macro nuovi, rilievo potrebbero assumere a livello intraday le notizie sulla crisi politica di Johnson.
JPY – Lo yen ha aperto la settimana con una seduta contrastata ieri, inizialmente in rafforzamento per via della crescente risk aversion, ma poi in calo sia contro dollaro, da 113 a 114 USD/JPY, sia contro euro da 128 a 129 EUR/JPY (salvo in questo caso essere in risalita oggi).
L’avvicinarsi del FOMC dovrebbe riproporre spinte ribassiste, predisponendo a nuova debolezza dello yen quando i rendimenti (a lunga) USA saliranno maggiormente.
PREVISIONI:
GERMANIA – Questa mattina l’indagine IFO di gennaio dovrebbe evidenziare un miglioramento delle attese a 94,5 da 92,6, mentre l’indice sulla situazione corrente dovrebbe mostrare una nuova contrazione (a 96,1 da 96,9 punti).
L’indice sintetico è atteso in lieve miglioramento da 94,7 a 95,3 punti.
STATI UNITI – Oggi la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board dovrebbe mostrare una flessione a 111 a gennaio, da 115,8 di dicembre, con una nuova correzione dovuta ancora una volta ai timori per l’inflazione, in linea con i segnali delle altre indagini.