25 Febbraio 2025 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha aperto la settimana in marginale calo ieri ancora sulla scia di dati USA deboli, ma oggi sta leggermente recuperando dopo la notizia che Trump è pronto ad applicare dal 4 marzo i dazi programmati contro Messico e Canada nonostante i due Paesi abbiano ottemperato alle richieste USA, sperando in un ulteriore rinvio dei dazi.
Dai dati di oggi, in particolare dalla fiducia dei consumatori, si attende un calo.
A meno che il dato sorprenda in positivo, l’upside del dollaro dovrebbe quindi restare limitato, in attesa di effettive conferme sul fronte della politica commerciale.
EUR – L’euro ha aperto la settimana al rialzo ieri da 1,04 a 1,05 EUR/USD complici la debolezza del dollaro e l’esito delle elezioni tedesche di domenica, ma ora l’incertezza nell’attesa di formare un governo di coalizione in Germania e il ritorno in primo piano del tema dei dazi USA possono frenare l’upside del cambio che, a meno di sorprese positive eclatanti dai dati USA, dovrebbe mantenersi nel range attuale (resistenze chiave in area 1.05 EUR/USD).
GBP – La sterlina ha aperto la settimana in lieve calo contro dollaro contenuto per ora in area 1,26 GBP/USD complici anche le dichiarazioni di Dhingra, della BoE, che si dice favorevole a tagliare ancora i tassi per la debolezza dei consumi e la mancanza di effettiva evidenza che l’inflazione sia così persistente.
Oggi è in programma un altro discorso, di Pill.
In assenza di novità sul fronte domestico la valuta britannica dovrebbe seguire perlopiù i driver USA, restando leggermente sulla difensiva fintantoché il tema dei dazi riprende il centro della scena, ma con downside limitato se i dati statunitensi non sorprendono in positivo.
Contro euro la sterlina è in marginale cedimento, ieri da 0,8273 a 0,8301 EUR/GBP.
JPY – Lo yen ha aperto la settimana in leggero indebolimento sul dollaro da 148 a 150 USD/JPY, anche su fattori tecnici dopo il rafforzamento recente, ma è di nuovo in recupero oggi complice il calo dei rendimenti a lunga USA.
Salvo sorprese positive dai dati statunitensi, potrebbe riuscire a mantenere il recupero in atto.