23 Gennaio 2025 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro, dopo aver aperto in ulteriore calo ieri, si è parzialmente ripreso e ha esordito in seppur lieve salita anche oggi, ma in assenza di conferme concrete sul fronte della politica dei dazi i movimenti restano limitati.
Salvo nuove dichiarazioni di Trump sul tema, oggi l’attenzione sarà sui sussidi di disoccupazione, attesi in aumento.
Se non sorprendono verso il basso l’upside del dollaro dovrebbe restare limitato, mantenendolo nella parte medio/bassa del range dell’ultima settimana.
EUR – L’euro, principalmente di riflesso alla dinamica del dollaro, è tornato a scendere tra ieri e oggi da 1,04 a 1,03 EUR/USD.
Lagarde ha dichiarato che l’Europa deve farsi trovare pronta al rischio che Trump imponga dei dazi sulle importazioni dai Paesi europei auspicando che si attui quanto prima l’unificazione dei mercati dei capitali.
La moneta unica tuttavia nel breve ha scarsi margini di recupero, anche in vista dell’atteso taglio dei tassi BCE giovedì prossimo, che dovrebbe seguire un non-taglio Fed il giorno prima (mercoledì sera).
Tuttavia, il downside (area 1,01-1,00 EUR/USD) nel breve è collegato soprattutto al rischio che vengano effettivamente imposti dei dazi.
GBP – Anche la sterlina è tornata a scendere tra ieri e oggi da 1,23 a 1,22 GBP/USD contro dollaro sul parziale recupero di quest’ultimo.
Salvo sorprese favorevoli domani dai PMI domestici, attesi deboli, rischia di mantenersi sulla difensiva nel breve, in attesa anche di un taglio dei tassi BoE il 6 febbraio.
Si mantiene infatti cedevole, seppure ancora in area 0,84 EUR/GBP, anche contro euro, dinamica che però dovrebbe modificarsi al di là del breve, ipotizzando che la BoE tagli i tassi meno della BCE nei prossimi mesi.
JPY – Lo yen è parzialmente arretrato ieri contro dollaro da 155 a 156 USD/JPY sulla risalita dei rendimenti a lunga USA.
Dovrebbe però tornare a rafforzarsi domani, in quanto dalla riunione BoJ di questa notte si attende un rialzo de tassi.
La reazione rialzista potrebbe rivelarsi contenuta perché la BoJ potrebbe mostrare cautela sul sentiero successivo dei rialzi in funzione delle politiche di Trump.
Nel complesso, tuttavia, la divergenza di policy tra BoJ e Fed dovrebbe favorire un trend di fondo favorevole allo yen anche al di là del breve.