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22 Settembre 2025 – nota economica

FOREX FLASH

a cura di Intesa Sanpaolo

Il marginale rafforzamento del dollaro dopo le decisioni delle maggiori banche centrali della scorsa settimana non è destinato a proseguire: negli USA i dati della settimana saranno ancora deboli dal lato dell’attività economica mentre nell’Eurozona i PMI preliminari di settembre sono attesi in aumento. L’EUR/USD dovrebbe tornare sopra 1,18.

  • Dopo la decisione della Fed di ridurre i tassi di 25pb il dollaro si è rafforzato marginalmente contro tutte le principali valute, movimento spiegato dall’effetto espansivo sull’economia US del taglio dei tassi, ma anche dalla decisone della BoJ e della BoE di mantenere i tassi fermi.
  • La Fed ha adottato la decisione di ridurre i tassi ad ampia maggioranza, con un solo dissidente, il governatore recentemente nominato Miran, che era favorevole a una riduzione di 50 punti base.
    Durante la conferenza stampa, Powell ha evidenziato la complessità della situazione attuale, sottolineando che “i due obiettivi principali (piena occupazione e stabilità dei prezzi) sono in tensione“.
    Nonostante l’aumento dei rischi al ribasso per l’occupazione, l’inflazione al consumo resta su livelli elevati (2,9% a/a ad agosto), con rischi al rialzo derivanti dalle tariffe.
  • Il mercato monetario in dollari appare tuttavia molto aggressivo nello scontare i futuri tagli dei tassi: i tassi OIS SOFR scontano con una probabilità di circa l’85% un taglio di 25pb nella riunione di ottobre ed un altro taglio di 25pb a dicembre con una probabilità del’80%; ulteriori 90 punti base di tagli sono scontati poi nel 2026, con punto di arrivo per i Fed funds al di sotto del 3%.
    Le aspettative del mercato risultano quasi allineate con la mediana dei Dots Fed per il 2025, mentre i tassi impliciti si attestano al di sotto della mediana dei Dots per il 2026 (3,4% contro 2,9% per i tassi impliciti FF future).
  • L’euro sarà invece sostenuto in settimana dai PMI preliminari per settembre, che dovrebbero confermare un recupero del ritmo di attività per l’Eurozona: l’EUR/USD potrebbe quindi tornare sopra 1,18.
  • Un’altra mossa verso la normalizzazione della politica monetaria è stata compiuta dalla Banca del Giappone, che ha annunciato un piano di riduzione degli ETF e dei J-REIT nel suo portafoglio.
    L’aumento della pressione per ridurre lo stimolo monetario all’interno del consiglio è testimoniato anche dal dissenso espresso da due membri della banca centrale, che hanno votato per un aumento dei tassi.
    L’incertezza politica sta frenando il movimento dello Yen che sull’esito della BoJ si è apprezzato senza riuscire a raggiungere i livelli post FOMC di mercoledì a 145,49 contro USD e 173,19 contro EUR.
    La strada per il rafforzamento dello Yen è sostenuta dalle aspettative di ulteriori rialzi dei tassi da parte della BoJ, ma nel breve il fattore politico resta un freno.
  • La Riksbank potrebbe ridurre i tassi nella riunione di martedì a 1,75% da 2,0%, ma il mercato sconta la riduzione dei tassi con una probabilità del 28%, creando spazio per un indebolimento del cambio EUR/SEK con un obiettivo di breve a 11,10, soprattutto se anche i PMI europei confermeranno le previsioni.
  • La SNB dovrebbe mantenere i tassi fermi nella riunione di giovedì 25 settembre, dopo che il presidente Schlegel ha evidenziato le difficoltà che deriverebbero da una riduzione dei tassi in territorio negativo.
    L’imposizione di una tariffa del 39% da parte degli USA e il ritorno dell’inflazione in territorio positivo danno tempo alla banca centrale di valutare l’evoluzione del contesto macro: l’EUR/CHF resta sostenuto dai rischi geopolitici ma la pubblicazione dei PMI europei potrebbe frenare nel breve un ulteriore apprezzamento.
    Per la prima volta, la SNB pubblicherà i verbali della riunione di settembre dopo 4 settimane (23 ottobre) da cui si potranno valutare i rischi di un taglio dei tassi a dicembre.