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19 Gennaio 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA
– Questa mattina la stima finale ha confermato che a dicembre l’inflazione nazionale è salita a 5,3% a/a da 5,2% di novembre, mentre quella armonizzata è calata a 5,7% a/a da 6% precedente.
Nel 2021 in media annua l’indice nazionale si è attestato a 3,1% (3,2% armonizzato).
L’inflazione tedesca è attesa in calo da gennaio ma resterà al di sopra del 2% per tutto il prossimo anno.
– Ieri l’indice ZEW di gennaio ha registrato una crescita ben oltre le attese, con le aspettative salite a 51,7 da 29,9 di dicembre; il dato indica un maggiore ottimismo degli analisti finanziari per i prossimi sei mesi.
Di contro, l’incertezza legata ad un quadro sanitario ancora preoccupante ha comportato una nuova contrazione dell’indice sulla situazione corrente (a -10,2 punti da -7,4 precedente).
Dall’indagine emerge anche che il 58% degli operatori vede un calo dell’inflazione nell’Eurozona nei prossimi sei mesi, confermato anche dalla flessione dell’indice delle aspettative sui prezzi, sceso di 5,4 punti.

STATI UNITI – Ieri, l’indice Empire della NY Fed di gennaio ha segnato un brusco calo, a -0,7 da 31,9, indicando stallo dell’attività per la prima volta da metà 2020, mentre sono in rialzo gli ordini inevasi.
Tuttavia, gli indici a 6 mesi sono su livelli ampiamente espansivi e i piani di investimento sono forti.
Gli indici di prezzo continuano a indicare significative pressioni verso l’alto.

 

COMMENTI:

BCE – Nel sondaggio Reuters sulla politica monetaria BCE, soltanto un analista su 58 prevede un rialzo dei tassi di 10pb entro fine 2022, mentre sono 8 quelli che se lo attendono nel primo trimestre 2023.
Quasi tutte le previsioni sono per mosse di 10 p.b. del tasso sui depositi.
Il mercato monetario sconta 14 p.b. di rialzo entro fine 2022, malgrado le dichiarazioni BCE che un rialzo nel 2022 è molto improbabile.
Propendiamo invece per l’ipotesi di un primo rialzo a giugno 2023, e di 25 punti base.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ampiamente ieri sulla salita dei rendimenti USA che hanno aggiornato i massimi recenti, spinti da crescenti attese di segnali, già al FOMC di mercoledì prossimo, che la Fed intenderebbe avviare il ciclo di rialzi dei tassi a marzo, per un totale di quattro rialzi quest’anno.
Se i rendimenti non ritracciano, il dollaro dovrebbe avere spazio di ulteriore salita.

EURL’euro ha corretto visibilmente, da 1,14 a 1,13 EUR/USD, sull’ampia salita dei rendimenti USA, non traendo beneficio dall’ottimo ZEW tedesco, a conferma del fatto che in questo momento a guidare sono i driver di dollaro.
Fintantoché la BCE non dà segnali di voler sveltire il processo di normalizzazione, l’euro può scendere ancora di riflesso al rafforzamento del dollaro (downside entro 1,12-1,10 EUR/USD).

GBPLa sterlina è scesa ieri sul generalizzato rafforzamento del dollaro, da 1,36 a 1,35 GBP/USD, ma meno dell’euro, rispetto al quale si è infatti rafforzata, pur restando ancora in area 0,83 EUR/GBP, complice il supporto di cui gode grazie alla prospettiva di un altro rialzo dei tassi BoE il 3 febbraio.
I dati di inflazione questa mattina hanno mostrato un’ulteriore salita, più ampia delle attese, ma questo non basta a preservare la valuta britannica da nuovi cedimenti in caso di ulteriore rafforzamento generalizzato del dollaro, soprattutto se i dati domestici non forniscono segnali omogenei (le attese per le vendite al dettaglio di venerdì non sono positive).

JPYLo yen, dopo essersi inizialmente indebolito da 114 a 115 USD/JPY sull’annuncio BoJ, non è invece sceso ulteriormente sulla salita dei rendimenti USA, sostenuto piuttosto da un calo delle borse e nuovo aumento della risk aversion.
Tuttavia, se la tendenza al rialzo dei rendimenti USA proseguirà, lo yen dovrebbe indebolirsi ancora.
Contro euro si è rafforzato da 131 a 129 EUR/JPY anche per via del calo dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Oggi verranno pubblicati i dati dei cantieri residenziali di dicembre, previsti a 1,665 da 1,679 mln di novembre.
Le licenze dovrebbero essere poco variate a 1,710 mln da 1,712 mln.
Nonostante il recente aumento dei tassi sui mutui, la domanda di finanziamenti per l’acquisto di una casa si mantiene elevata, con indicazioni espansive per l’attività edilizia residenziale.