18 Settembre 2023 – nota economica giornaliera
AREA EURO
– Tra i dati di venerdì, le rilevazioni Eurostat sul costo del lavoro nell’area euro hanno registrato un inatteso rallentamento nel 2° trimestre al 4,5% a/a da un precedente 5,2% (rivisto al rialzo di due decimi).
La decelerazione risulta diffusa ai salari (al 4,6% dal 4,9%) e alla componente non retributiva (al 4% dal 6,2%).
I dati destagionalizzati mostrano un contenuto incremento congiunturale (+0,8% t/t) dopo la stagnazione del trimestre precedente.
I dati BCE sul costo del lavoro per unità di prodotto hanno al contrario registrato un’accelerazione al 6,5% da un precedente 6%.
Negli ultimi trimestri i dati sulle retribuzioni (compresi quelli misurati su base pro capite e i salari negoziali) sono risultati decisamente inferiori alle attese.
Riteniamo che i salari possano continuare a salire nei prossimi trimestri, ma è probabile che il picco nel ritmo di crescita sia già stato raggiunto.
– A luglio le esportazioni di beni sono calate di -1,7% m/m a fronte di un incremento dello 0,7% m/m per le importazioni.
Nonostante il recente deprezzamento dell’euro, l’export di beni dovrebbe continuare a rallentare nei prossimi trimestri sulla scia del calo della domanda globale.
I flussi turistici estivi potrebbero offrire qualche sostegno alle esportazioni di servizi nel 3° trimestre.
In ogni caso, ci aspettiamo un contributo sostanzialmente nullo degli scambi con l’estero alla crescita del PIL nel 2° semestre del 2023.
– Sempre venerdì, in Francia l’inflazione di agosto è stata rivista al rialzo di un decimo sull’indice nazionale al 4,9% a/a mentre è stata lasciata invariata al 5,7% a/a su quello armonizzato.
In ogni caso si conferma l’incremento rispetto al mese precedente (rispettivamente da 4,3% e 5,1%).
In Italia, la stima finale ha rivisto al ribasso di un decimo l’inflazione calcolata sull’indice nazionale, al 5,4% (a luglio era stata del 5,9%), mentre l’inflazione armonizzata è stata confermata al 5,5% della stima preliminare, dal 6,3% del mese precedente.
Nel mese, i prezzi sono cresciuti di +0,3% m/m sul NIC (la stima preliminare era di +0,4% m/m) e di +0,2% m/m sull’IPCA.
STATI UNITI
– Venerdì l’indice Empire della NY Fed a settembre è rimbalzato più del previsto, a 1,9 da -19 di agosto, registrando miglioramenti diffusi agli ordini (5,1 da 19,9), alle consegne (12,4 da -12,3) e, in minor misura, alle scorte (-6,2 da -9,7).
L’occupazione è calata lievemente a fronte di un leggero incremento delle ore lavorate, mentre i prezzi pagati e ricevuti sono tornati a salire.
L’indice a 6 mesi ha toccato un massimo da oltre un anno, attestandosi a 26,3 da 19,9 di agosto, spinto da opinioni maggiormente ottimiste sulla domanda futura.
Nel complesso i dati sono in linea con una quasi stagnazione dell’attività nel manifatturiero, mentre rimangono da monitorare in chiave inflazione le aspettative sui prezzi, ancora in forte crescita a settembre.
– La produzione industriale ad agosto è cresciuta più del previsto, di +0,4% m/m rispetto allo 0,7% di luglio (dato rivisto al ribasso da 1% m/m).
Nel manifatturiero l’output è aumentato solo marginalmente, di 0,1% m/m, in rallentamento dallo 0,4% del mese precedente, con una forte contrazione per le auto (-5% m/m dopo il 5,1% di luglio, evidenziando possibili problemi di destagionalizzazione).
Le utility (0,9% m/m) e il settore estrattivo (1,4% m/m) hanno amplificato la variazione positiva della produzione.
Nonostante le ultime rilevazioni sopra alle aspettative, un eventuale ulteriore modesto aumento della produzione a settembre implicherebbe un contributo solo marginalmente positivo dell’industria alla crescita del PIL nel terzo trimestre.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a settembre è calata a 67,7 da 69,5 di luglio, con un marcato peggioramento delle condizioni correnti (a 69,8 da 75,7, imputabile al rialzo del prezzo della benzina), a fronte di un moderato miglioramento delle aspettative (a 66,3 da 65,5, ancora ampiamente al di sotto della media di lungo periodo).
Segnali positivi sono giunti sia dalle aspettative di inflazione a 1 anno, che sono scese al 3,1% (un minimo da marzo 2021), sia dalle aspettative a 5 anni, in calo al 2,7% (un minimo da settembre 2022).
COMMENTI:
AREA EURO
– Sabato, l’Ecofin avrebbe delineato il “cammino” per raggiungere un’intesa sulla riforma del patto di stabilità e crescita entro fine anno, secondo il commissario Dombrovskis.
La presidenza di turno spagnola ha detto che punta a un accordo preliminare alla riunione Ecofin di ottobre, ma ha ammesso che potrebbero essere necessari ulteriori negoziati.
GERMANIA – Secondo il FT la Germania starebbe cercando di elevare la soglia, da 250 a 500 dipendenti, per la definizione di piccola e media impresa (PMI) in modo da alleviare il peso della burocrazia su tali aziende ed esonerare le stesse dalle regole dell’UE sulla rendicontazione ecologica.
Anche la Francia è stata consultata sul tema, ma al momento non sembra voler sostenere la proposta tedesca.
BCE – Venerdì, l’Eurogruppo ha sostenuto la nomina di Piero Cipollone (attualmente vicegovernatore di Banca d’Italia) a membro del comitato esecutivo della BCE, in sostituzione di Fabio Panetta.
La nomina sarà formalizzata dal Consiglio Europeo, che deciderà a maggioranza qualificata.
Panetta si è dimesso con decorrenza 1° novembre 2023 per assumere l’incarico di governatore di Banca d’Italia.
Sempre sul fronte BCE, Reuters riferisce che la presidente Lagarde si sarebbe lamentata mercoledì per le fughe di notizie sulle proiezioni BCE e avrebbe chiesto ai membri del consiglio di consegnare i telefoni cellulari.
I membri del consiglio direttivo dovrebbero evitare esternazioni sulla politica monetaria nella settimana precedente la riunione del consiglio direttivo e non esprimere opinioni personali nei giorni immediatamente successivi alla riunione, fino al lunedì seguente.
Tuttavia, nel 2021 la stessa BCE notava che il “periodo di silenzio” si era rivelato solo parzialmente efficace; ancor peggio, “le violazioni non attribuibili delle norme sul periodo di silenzio, che la Directorate General Communications registra dal 2014, sono relativamente numerose rispetto al numero totale di eventi di comunicazione durante il periodo di silenzio”.
EUROPA – Oltre alla Federal Reserve, in settimana altre banche centrali annunceranno le proprie decisioni di politica monetaria, tutte nella giornata di giovedì.
La Bank of England dovrebbe alzare il tasso di riferimento di 25pb al 5,5%.
Rialzi di 25pb sono attesi anche dalle banche centrali svedese e norvegese.
I mercati sono invece più incerti sull’esito della riunione di politica monetaria in Svizzera, dove scontano un rialzo dei tassi al 63% (il tasso ufficiale è attualmente a 1,75%).
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, ma cedendo marginalmente venerdì su dati misti (favorevoli indice Empire e produzione industriale, sfavorevole la fiducia) e aprendo sulla difensiva anche oggi.
L’evento chiave sarà il FOMC mercoledì: le attese sono per tassi fermi ma con mantenimento di un bias restrittivo.
In tal caso il dollaro potrebbe anche riuscire a rafforzarsi, ma in misura modesta, perché l’attuazione di un altro rialzo prima di fine anno dipenderà dai dati, che finora non stanno dando indicazioni chiare.
Se le nuove previsioni macro della Fed non saranno abbastanza “hawkish”, i rischi sul dollaro sono leggermente verso il basso.
EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,07 a 1,06 EUR/USD, provando a risalire marginalmente tra venerdì e oggi, perlopiù di riflesso alla dinamica del dollaro.
Il FOMC sarà l’evento chiave anche per la moneta unica che rischia di mantenersi sulla difensiva in caso di tassi Fed fermi ma mantenimento di un bias restrittivo.
Importanti saranno comunque anche i dati dell’area (la fiducia dei consumatori giovedì e I PMI venerdì), tutti dati per i quali le attese sono di debolezza.
Il cambio potrebbe quindi confermare il range 1,06-1,07 EUR/USD. Per vedere un rafforzamento a 1,08 EUR/USD si dovrebbe avere una Fed dovish o sorprese positive dai dati euro.
GBP – Anche la sterlina ha chiuso la settimana al ribasso contro dollaro da 1,25 a 1,23 GBP/USD ma sta provando a risalire questa mattina.
Sul FOMC si muoverà di riflesso alla reazione del dollaro, per cui potrebbe ritrovarsi sulla difensiva se la Fed manterrà un bias restrittivo.
Tuttavia, discriminante sarà la riunione BoE il giorno successivo, giovedì, dove ci attendiamo un altro rialzo dei tassi.
Questo dovrebbe favorire la sterlina, ma in misura modesta, perché il quadro di crescita resta molto debole e la BoE potrebbe non dare indicazioni chiare sull’opportunità o meno di un altro rialzo a novembre/dicembre, dopo quello atteso giovedì.
I rischi verso il basso sulla crescita potrebbero mantenere la sterlina in una dinamica sostanzialmente laterale contro euro.
JPY – Anche lo yen ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 145 a 147 USD/JPY e cruciali saranno sia l’esito del FOMC sia quello della riunione BoJ venerdì.
Oggi i mercati giapponesi sono chiusi per festività.
Sul FOMC lo yen rischia nuova debolezza se la Fed manterrà un bias restrittivo, ma discriminante sarà l’esito della riunione BoJ.
Se questa dovesse aprire a modifiche di policy in direzione meno espansiva già nel breve lo yen ne trarrebbe beneficio rafforzandosi, sia contro dollaro sia contro euro, a maggior ragione se qualche modifica (ad es. sul controllo della curva dei rendimenti) venisse introdotta immediatamente.
PREVISIONI:
AREA EURO – In settimana saranno diffusi tre fra i più importanti indici di fiducia relativi al mese di settembre, ovvero l’INSEE francese (giovedì), la stima flash dei PMI per Eurozona, Germania e Francia (venerdì) e la fiducia dei consumatori elaborata dalla Commissione Europea.
Le indagini dovrebbero confermare lo stato di debolezza dell’economia dell’area.
– Mercoledì, la produzione nelle costruzioni di luglio dell’Eurozona dovrebbe rimbalzare, in coerenza con i dati già diffusi per i principali Paesi.
– Infine, sempre mercoledì, la stima finale dei prezzi al consumo di agosto dovrebbe confermare un’inflazione stabile al 5,3%.
STATI UNITI
– Questa settimana i riflettori saranno puntati sulla riunione del FOMC, che dovrebbe concludersi con una sospensione dei rialzi dei tassi a fronte del mantenimento di un bias restrittivo.
– I dati sul mercato immobiliare di agosto dovrebbero segnalare una flessione dei nuovi cantieri residenziali e delle licenze, mentre è previsto un leggero aumento delle vendite di case esistenti, ancora sostenute dalla solida domanda di case unifamiliari.
– Le prime indagini di settembre potrebbero confermare la recessione del settore manifatturiero e mostrare una perdita di slancio nei servizi.