17 Ottobre 2025 – nota economica
FOREX FLASH
a cura di Intesa Sanpaolo
Il dollaro ritorna a deprezzarsi indebolito dai timori sulla solidità delle banche regionali e da nuove tensioni commerciali con la Cina.
Il flusso di dati sebbene fortemente condizionato dallo shutdown continua ad alimentare l’attesa di una riduzione significativa dei tassi di interesse da parte della Fed.
- Il dollaro ha subito questa settimana un significativo deprezzamento.
Il Beige Book della Fed ha evidenziato segnali emergenti di debolezza economica, tra cui l’aumento dei licenziamenti e la riduzione della spesa tra le famiglie.
Le tensioni commerciali tra Pechino e Washington hanno alimentato la volatilità del cambio con la Cina che ha accusato gli Stati Uniti di alimentare il panico per i suoi controlli sulle terre rare, respingendo la richiesta della Casa Bianca di revocare le restrizioni. - Lo shutdown negli Stati Uniti continua a provocare ritardi nella pubblicazione dei dati con pochissime eccezioni.
La prossima settimana verranno pubblicati i dati sul CPI di settembre e le attese di consenso sono per una variazione dell’indice core di 0.3% m/m (3.1% a/a).
Se le attese verranno confermate non dovremmo assistere ad una modifica delle attese di riduzione dei tassi e conseguentemente il cambio non dovrebbe risentirne in modo apprezzabile.
Il bilanciamento dei rischi è tuttavia spostato verso il basso: secondo le ultime SEP della Fed l’inflazione core del deflatore dovrebbe chiudere l’anno al 3.1% a/a un valore facilmente ottenibile anche con una leggera accelerazione della dinamica inflattiva mensile.
Il consenso all’interno del FOMC è al momento molto frammentato ma il gruppo di partecipanti più numeroso vedeva già a settembre la necessità di una ulteriore riduzione di 50 pb entro la fine dell’anno coerenti con due interventi da 25 pb in ciascuna delle due riunioni di fine anno.
In attesa che la soluzione dell’impasse sul budget sblocchi lo shutdown e si ritorni ad avere un flusso normale di dati economici le poche informazioni sul mercato del lavoro dovrebbero continuare a dipingere un indebolimento del trend della crescita occupazionale e conseguentemente un significativo deterioramento del tasso di disoccupazione - Le dichiarazioni di Powel e di altri esponenti della Fed insieme ai pochi ma negativi dati usciti in quest’ultima settimana hanno spinto i nostri economisti a rivedere le previsioni sui fed funds.
Le nostre attese sono per una riduzione di 25 pb alle riunioni di ottobre e dicembre, per complessivi 50 pb entro la fine dell’anno.
Nel complesso la revisione ci allinea alle aspettative di mercato nel breve termine mentre permane un marginale disallineamento sul punto di arrivo del ciclo di tagli che il mercato vede sotto il 3% a fine 2026 (2.83% dicembre ‘26) mentre si fermerebbero al 3-3.25% secondo le nostre previsioni. - Lo yen ha guadagnato rispetto venerdì scorso lo 0,9% a 149,82 per dollaro.
Il governatore della BoJ Ueda ha dichiarato giovedì a Washington che la banca centrale rimane pronta ad aumentare il suo tasso di riferimento se aumenta la probabilità che le sue previsioni di crescita e di prezzo si concretizzino.
Lo yen è sulla difensiva da quando la colomba fiscale Sanae Takaichi è stata eletta alla guida del Partito Liberal Democratico al governo in Giappone.
Il voto per la sua nomina a Primo Ministro è stato rinviato a causa di una rottura con i partner di coalizione.
Secondo Reuters il comitato per la programmazione della Camera dei rappresentanti giapponese ha concordato di indire una votazione parlamentare per eleggere il prossimo primo ministro il 21 ottobre. - Tra i dati in uscita la prossima settimana nell’area euro si segnalano gli indici PMI e gli indici di fiducia dei consumatori.
Per la sterlina tra i dati in uscita spiccano il dato di inflazione, la fiducia dei consumatori ed il PMI servizi.
In Giappone l’attenzione dei mercati valutari sarà incentrata sui dati dei prezzi all’importazione ed al consumo entrambe riferiti al mese di settembre.