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17 Giugno 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’inflazione di maggio è stata rivista verso il basso di un decimo sull’indice nazionale, al 6,8% a/a, e confermata a 7,3% su quello armonizzato.
In prospettiva, l’inflazione potrebbe intraprendere uno stabile trend discendente nella migliore delle ipotesi solo da estate inoltrata.

AREA EURO – Ieri il costo del lavoro è cresciuto, circa in linea con le nostre attese, del 3,2% a/a nel 1° trimestre da un precedente 1,9% (1,2% t/t da 0,6%).
Se si esclude il periodo della pandemia, sarebbe un massimo dall’inizio delle rilevazioni nel 2009.
Il tasso di posizioni vacanti ha raggiunto un nuovo record al 3,1% da 2,8% di fine 2021, confermando un contesto di difficoltà di incontro tra domanda e offerta di lavoro che dovrebbe tradursi in una crescita delle retribuzioni anche nei prossimi trimestri, come peraltro suggeriscono le più recenti indicazioni sulle negoziazioni sindacali.
Ci aspettiamo che i salari crescano ancora nel resto dell’anno, sebbene su ritmi ancora inferiori all’inflazione.

STATI UNITI
 – Ieri, i cantieri residenziali di maggio hanno evidenziato un calo a 1,549 mln da 1,810 mln di aprile (ampiamente rivisto verso l’alto); anche le licenze flettono, scendendo a 1,695 mln, con indicazioni di modesta ripresa prevista per i cantieri nei prossimi mesi.
Le unità completate sono in rialzo di 9,1% m/m e indicano che gli investimenti residenziali non sono in caduta libera nel 2° trimestre, nonostante il rialzo dei tassi sui mutui.
– L’indice della Philadelphia Fed a giugno si è indebolito ulteriormente, entrando in territorio marginalmente recessivo a -3, con indicazioni di debolezza per ordini e consegne. Invece l’indice dell’occupazione rimane solido, a 28,1.
Gli indici dei prezzi rimangono su livelli storicamente elevati ma registrano modeste correzioni.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione all’11 giugno calano marginalmente a 229 mila, mantenendosi all’interno di un intervallo circoscritto da febbraio.

 

COMMENTI:

ITALIA – Nel suo discorso al Forum Analysis, il governatore di Banca d’Italia Visco ha giudicato “non appropriata” la valutazione dei mercati sull’andamento futuro dei tassi ufficiali, considerando il livello molto alto di incertezza sugli sviluppi economici e sull’andamento delle condizioni finanziarie.
Visco ha però difeso la necessità di una normalizzazione graduale della politica monetaria, a cominciare dall’abbandono dei tassi negativi.
Riguardo al nuovo strumento contro la frammentazione preannunciato dalla BCE nella giornata di mercoledì, Visco lo ha classificato come un meccanismo di natura permanente.
Un’agenzia Bloomberg ha prospettato la possibilità che il meccanismo possa includere anche la possibilità di vendere titoli di altri paesi a fronte degli acquisti sugli emittenti sotto pressione.
Visco ha anche giudicato un livello dello spread Btp-Bund inferiore ai 150pb come “giustificato dai fondamentali”.

FRANCIA – Domenica si terrà il secondo turno delle elezioni legislative per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale, determinante per la composizione del Governo.
I risultati della prima tornata hanno registrato un forte calo della partecipazione e una sostanziale parità tra l’alleanza di sinistra NUPES e la coalizione Ensemble! che include il partito del Presidente Macron.
La struttura del sistema elettorale (maggioritario uninominale) dovrebbe favorire Ensemble! ma il raggiungimento della maggioranza assoluta è comunque a rischio.
Più probabile invece lo scenario di un governo a maggioranza relativa per Macron che però avrebbe così minore spazio di manovra nel prossimo quinquennio (meno probabile invece una coabitazione con governo a trazione NUPES).

REGNO UNITO – Ieri la Bank of England ha alzato i tassi ufficiali di 25pb a 1,25%, come da attese, ma con tre dissenzienti (Haskel, Saunders e Mann) su nove, come a maggio, che hanno votato per un rialzo da 50pb.
La BoE ha posto l’accento sugli accresciuti rischi verso l’alto per l’inflazione, indicando implicitamente un sentiero di rialzi più robusto nei prossimi mesi e un’apertura ad una mossa più ampia qualora lo scenario d’inflazione dovesse deteriorarsi ulteriormente.
Ora ci attendiamo un rialzo di 25pb a ognuna delle prossime quattro riunioni dell’anno (agosto, settembre, novembre e dicembre), con il rischio che ad agosto o settembre un rialzo possa essere eventualmente di 50pb.

STATI UNITI – Oggi Powell interviene a una conferenza sul ruolo del dollaro e fornirà i primi commenti post-riunione, che dovrebbero ribadire l’impegno a riportare l’inflazione sotto controllo.

GIAPPONE – La riunione della BoJ si è conclusa senza modifiche alla politica monetaria, con il mantenimento degli obiettivi a -0,1% per il tasso overnight e intorno a zero per i rendimenti a 10 anni.
Il continuo indebolimento dello yen e le pressioni verso l’alto sui rendimenti avevano alimentato qualche aspettativa di cambiamento di policy.
Venerdì, i rendimenti a 10 anni erano saliti temporaneamente al di sopra di 0,25%, tetto dell’intervallo obiettivo, ma erano stati riportati sotto controllo da massicci interventi della banca centrale.
Nel comunicato, la BoJ prevede una ripresa della crescita ma sottolinea che l’inflazione è solo temporaneamente sopra il 2%, e dovrebbe rallentare una volta esauriti i fattori transitori in atto.
Questa è la base per il mantenimento della politica monetaria super-espansiva.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha corretto ieri erodendo buona parte della salita messa a segno dopo i dati di inflazione di venerdì scorso, penalizzato dal calo dei rendimenti sui dati USA del pomeriggio (Philly Fed, sussidi di disoccupazione, mercato immobiliare) che sono risultati più deboli delle attese avvalorando lo scenario di rallentamento prospettato dalla Fed alla riunione di mercoledì.
Oggi apre in parziale risalita, sorretto da un nuovo aumento della risk aversion, che nel breve può ancora rappresentare un fattore chiave di forza del dollaro

EURL’euro è risalito significativamente ieri, da 1,0379 a 1,0601 EUR/USD, perlopiù di riflesso al calo del dollaro sui dati USA, ma in parte anche aiutato dal calo degli spread dei periferici all’indomani dell’annuncio BCE sulla predisposizione di un piano anti-frammentazione.
Alla luce della significativa revisione al ribasso delle previsioni di crescita USA pubblicate dalla Fed al FOMC di mercoledì, all’imminente avvio del ciclo di rialzi dei tassi BCE (in luglio), che sarà più sostenuto di quanto atteso fino a prima della riunione BCE della scorsa settimana e della predisposizione in corso di un piano per contrastare il rischio di frammentazione, rivediamo leggermente al rialzo il profilo atteso dell’EUR/USD nel breve, a 1,05-1,08 EUR/USD a 1m-3m dal precedente 1,03-1,07 EUR/USD.
Lasciamo invariato il profilo successivo a 1,10-1,13 EUR/USD a 6m-12m.
Nel breve tuttavia rimangono i rischi verso il basso, perché (i) anche la BCE ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell’area su quest’anno, (ii) in caso di aumento della risk aversion a livello globale l’euro tende a venirne penalizzato, e (iii) non si possono ancora escludere nuove, seppure temporanee, tensioni di mercato sugli spread.
Oggi l’euro infatti apre in lieve calo in area 1,05 EUR/USD di riflesso al recupero del dollaro.

GBPLa sterlina ieri ha inizialmente corretto contro dollaro da 1,21 a 1,20 GBP/USD sull’esito della riunione BoE, ma poi è rapidamente risalita fino in area 1,24 GBP/USD principalmente di riflesso al calo del dollaro sui dati USA.
La BoE ha alzato i tassi di 25 pb a 1,25 pb, come da attese, ma con tre dissenzienti (Haskel, Saunders e Mann) su nove, come a maggio.
La reazione iniziale in calo riflette infatti le attese di mercato che avevano iniziato a incorporare la possibilità di un rialzo di 50 pb ieri.
Tuttavia l’esito della riunione è (moderatamente) favorevole alla sterlina, perché la BoE ha posto l’accento sugli accresciuti rischi verso l’alto per l’inflazione, indicando implicitamente un sentiero di rialzi più robusto nei prossimi mesi e apertura ad una mossa più ampia qualora lo scenario d’inflazione dovesse deteriorarsi ulteriormente.
Ora ci attendiamo un rialzo di 25 pb a ognuna delle prossime quattro riunioni dell’anno (agosto, settembre, novembre e dicembre), con rischio che ad agosto o settembre un rialzo possa essere eventualmente di 50 pb.
La prospettiva di un sentiero di rialzi più incisivo favorisce attese di un graduale rafforzamento della sterlina rispetto al dollaro, ma lo scenario molto negativo della crescita domestica nel prossimo biennio ne comprime l’upside.
Rivediamo pertanto al ribasso i livelli attesi del cambio contro dollaro sull’orizzonte a 6m-12m da 1,33-1,36 GBP/USD a 1,30-1,32 GBP/USD, lasciando invariato il profilo di breve a 1,22-1,28 GBP/USD a 1m-3m.
Il nuovo profilo contro euro passa a 0,86-0,84-0,85-0,85 EUR/GBP sull’orizzonte a 1m-3m-6m-12m dal precedente 0,84-0,84-0,83-0,83 EUR/GBP, riflettendo il maggiore upside sui tassi BCE rispetto ai tassi BoE, anche per via del fatto che la BoE ha avviato il ciclo di rialzi con ampio anticipo (dicembre 2021) rispetto alla BCE (che partirà a luglio).

JPYLo yen, che si era rafforzato ieri contro dollaro da 134 a 131 USD/JPY sul calo dei rendimenti a lunga USA, è ridisceso questa notte, anche indebolito dall’esito della riunione BoJ che ha confermato l’assetto di policy massimamente espansivo, con tassi a breve a -0,10%, tassi a lunga a 0%, QQE e controllo della curva, ribadendo la fase delicata della ripresa economica in Giappone, anche per via delle incertezze sul fronte internazionale.
La BoJ ha anche espresso attento monitoraggio delle dinamiche dei mercati finanziari e valutari, alla luce del rapido recente deprezzamento dello yen.
La conferma della divergenza di policy della BoJ mantiene comunque rischi verso il basso sulla valuta nipponica nel breve.
Rivediamo pertanto leggermente al ribasso i livelli attesi dello yen rispetto al dollaro nel breve a 135-132 USD/JPY dai precedenti 132-131 USD/JPY sull’orizzonte a 1m-3m, lasciando invece invariato il profilo successivo a 130-128 USD/JPY a 6m-12m.
Il nuovo profilo del cambio contro euro passa a 142- 143-144-145 EUR/JPY a 1m-3m-6m-12m dal precedente 135-140-144-145 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

ITALIA – I dati sulla bilancia commerciale italiana nel mese di aprile dovrebbero confermare il deciso impatto negativo dello shock energetico sul saldo.

AREA EURO – Oggi la stima finale è attesa confermare che a maggio l’inflazione è salita a 8,1% a/a (0,8% m/m) da 7,4% di aprile, un record dall’inizio della serie storica nel 1998.
L’indice core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia) dovrebbe anch’esso confermare la lettura preliminare al 4,4% a/a (dal 3,9% precedente).
L’inflazione potrebbe intraprendere uno stabile trend discendente solo a partire da luglio.
Vediamo un’inflazione sopra il 7% in media annua nel 2022 ma i rischi sono verso l’alto.

STATI UNITI – È in uscita il dato della produzione industriale di maggio, prevista in rialzo di 0,4% m/m, dopo 1,1% m/m di aprile.