Seguci su twitter

Categorie

16 Giugno 2025 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al ribasso, anche se si è ripreso venerdì complici l’aumento della risk aversion per le tensioni Israele-Iran (il ripristino del ruolo di safe haven del dollaro è però tutto da verificare) e la sorpresa molto positiva dal dato della fiducia delle famiglie USA.
Il test chiave sarà mercoledì sera con il FOMC, dove ci attendiamo tassi fermi, un probabile mantenimento delle previsioni Fed di due tagli dei tassi quest’anno, una revisione al rialzo delle previsioni di inflazione ma lieve revisione al ribasso di quelle di crescita.
Il messaggio di cautela che alla luce delle incertezze sulle politiche commerciali di Trump la Fed vorrà verosimilmente trasmettere dovrebbe incidere negativamente sul dollaro, ma l’entità della reazione potrebbe essere limitata data l’ampiezza del calo già avvenuto.
Dai dati si attendono indicazioni miste: in miglioramento l’indice Empire oggi, domani vendite al dettaglio in calo e produzione industriale in marginale aumento, Philly Fed in miglioramento venerdì.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata al rialzo da 1,13 a 1,16 EUR/USD, cedendo nella giornata di venerdì, il tutto di riflesso alla dinamica del dollaro.
Cruciale anche per la moneta unica sarà infatti il FOMC, dove indicazioni poco favorevoli al biglietto verde farebbero rafforzare l’euro di riflesso, ma limitatamente, perché la BCE ha invece tagliato i tassi la scorsa settimana.
Le resistenze chiave si collocano ancora in area 1,16 EUR/USD, ma nel brevissimo i rischi sembrano leggermente verso l’alto.
Dai dati (domani ZEW tedesco, venerdì fiducia delle imprese francesi e fiducia dei consumatori dell’area) si attende un leggero miglioramento.

GBPAnche la sterlina ha chiuso la settimana passata in rafforzamento sul dollaro da 1,34 a 1,36 GBP/USD, cedendo di riflesso al biglietto verde nella giornata di venerdì.
Cruciale sarà giovedì la riunione BoE, dove ci attendiamo tassi invariati, ma importante sarà vedere se qualche esponente, in minoranza, voti eventualmente a favore di un taglio immediato e se il messaggio sarà di apertura verso due tagli dei tassi in corso d’anno piuttosto che uno, anche se l’incertezza a livello internazionale è tale che la BoE si asterrà dal fornire un sentiero di riferimento.
Tendenzialmente, all’indomani di una Fed che lascerà anch’essa i tassi fermi, la sterlina dovrebbe stabilizzarsi, ma se una minoranza non esigua dovesse esprimersi a favore di un taglio immediato ne soffrirebbe, almeno temporaneamente.
Sul fronte dati mercoledì si attende un calo dell’inflazione e venerdì una contrazione delle vendite al dettaglio.
Salvo sorprese positive dai dati dunque la valuta britannica dovrebbe indebolirsi leggermente, anche contro euro rispetto al quale è in tendenziale calo da una settimana da 0,84 a 0,85 EUR/GBP.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in rafforzamento sul dollaro da 144 a 142 USD/JPY, pur cedendo anch’esso venerdì sul rimbalzo dei rendimenti a lunga USA e aprendo oggi in calo in attesa della riunione BoJ di questa notte dalla quale ci si attende un non-rialzo dei tassi BoJ.
Questo dovrebbe indebolire leggermente lo yen, ma se il messaggio della BoJ sarà di solo prudenziale attendismo, a indicare che sta solo valutando il momento più adatto per riprendere i rialzi, a causa di fattori esogeni (i.e. le politiche commerciali di Trump), l’eventuale reazione di debolezza dello yen dovrebbe essere di entità limitata e transitoria.