16 Aprile 2025 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro è leggermente risalito ieri, ma si è trattato perlopiù di una reazione tecnica dopo l’ultima ampia correzione, aiutato in parte dall’indice Empire che è peggiorato meno del previsto.
Oggi infatti ha aperto di nuovo in calo e se non vi sarà un ammorbidimento delle politiche commerciali dell’amministrazione Trump l’effetto negativo sulla crescita USA resterà un fattore penalizzante per il dollaro, soprattutto nel breve, almeno fino a che non terminerà la tregua dei tre mesi concessa sui dazi reciproci.
Nel frattempo inoltre anche l’incertezza dovrebbe remare contro il biglietto verde, che infatti in questa fase ha perso il tradizionale ruolo di safe haven.
Abbiamo di conseguenza rivisto al rialzo il profilo atteso delle principali valute rispetto al dollaro, almeno in parte.
EUR – L’euro è sceso ieri da 1,13 a 1,12 EUR/USD principalmente di riflesso al lieve recupero del dollaro ma anche in funzione dello ZEW tedesco, peggiore del previsto, e sintomatico dei rischi verso il basso sulla crescita dell’area alla luce dei quali – anche – la BCE taglierà i tassi domani.
Abbiamo tuttavia rivisto al rialzo il profilo atteso dell’euro, a 1,12-1,10-1,08-1,06-1,08 a 1m-3m-6m12m-24m dal precedente 1,08-1,07-1,06-1,05-1,07 EUR/USD, semplicemente traslandolo verso l’alto dopo la recente correzione del dollaro ed esclusivamente in ragione dei fattori di vulnerabilità sopra menzionati del biglietto verde.
Manteniamo un’aspettativa che sull’orizzonte a un anno circa la moneta unica possa essere più debole rispetto ai massimi attuali immaginando un’economia USA comunque più forte, con tassi d’interesse più elevati e un eventuale ammorbidimento delle politiche commerciali attuali da parte di Trump, che aiuti gli investitori internazionali a ritrovare “fiducia” nel biglietto verde.
L’ulteriore inasprimento delle politiche attuali recherebbe infatti probabilmente più danni all’economia USA che agli altri principali Paesi al di là del breve termine.
Il rischio, sull’orizzonte annuale, è che l’euro possa essere più forte del previsto, qualora invece la Presidenza Trump inasprisse ulteriormente le politiche attuali.
GBP – Abbiamo rivisto al rialzo anche il profilo atteso della sterlina rispetto al dollaro, esclusivamente per i sopra menzionati fattori di vulnerabilità del biglietto verde, a 1,32-1,31-1,30- 1,28 GBP/USD a 1m-3m-6m-12m dal precedente 1,30-1,29-1,28-1,27 GBP/USD.
Similmente all’euro resta una dinamica marginalmente discendente della valuta britannica come aggiustamento dai valori correnti elevati per via della debolezza del dollaro, in quanto la fragilità della crescita domestica nel Regno Unito resta un fattore critico per la valuta, mentre l’inflazione si mantiene elevata.
Contro euro la sterlina dovrebbe lievemente e gradualmente riprendersi per via del differenziale tassi più favorevole, nonostante anche la BoE l’8 maggio a nostro avviso si accinga a tagliare i tassi, come farà domani la BCE.
JPY – Abbiamo rivisto al rialzo, soprattutto nella prima parte, anche il profilo atteso dello yen contro dollaro, a 143-142-141-140-137 USD/JPY a 1m-3m-6m-12m-24m dal precedente 150-146- 144-140-137 USD/JPY (restano invariati i valori attesi a 12m-24m), principalmente per i sopra menzionati fattori di vulnerabilità del dollaro, cui si aggiungono il ruolo di safe haven che invece può ancora permettersi lo yen e la prospettiva che già nel corso di quest’anno la BoJ riprenda ad alzare i tassi mentre la Fed dovrebbe tagliarli ancora.
Nei negoziati commerciali in corso tra USA e Giappone potrebbe essere affrontato il tema del cambio e potrebbe essere deciso di lasciar rafforzare la valuta nipponica rispetto a quella USA.
Questo agirebbe ad ulteriore favore dello yen.