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15 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Venerdì la seconda lettura dell’inflazione di aprile ha confermato la risalita vista nella stima preliminare sia in Francia che in Spagna.
In Francia i prezzi al consumo sono saliti di due decimi, al 6,9% a/a sull’IPCA e al 5,9% a/a sulla misura domestica, mentre in Spagna l’inflazione ha riaccelerato a 3,8% a/a da 3,1% sull’indice armonizzato e a 4,1% a/a da 3,3% su quello nazionale.

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a maggio (prel.) ha segnato una flessione significativa, scendendo a 57,7, da 63,5 di aprile, sulla scia dei timori di peggioramento dello scenario economico e delle tensioni sul limite del debito, con correzioni ampie sia per le condizioni correnti (a 64,5 da 68,2), sia per le aspettative (a 53,4, da 60,5).
Le previsioni per l’economia sono in calo marcato sia sull’orizzonte a 1 anno, sia su quello a più lungo termine.
Le aspettative di inflazione a 1 anno sono lievemente scese a 4,5% da 4,6%, mentre quelle a 5 anni sono salite a 3,2%, sui massimi dal 2011.

 

COMMENTI:                                  

AREA EURO – La Commissione Europea pubblica oggi le previsioni macroeconomiche di primavera con l’aggiornamento delle stime sul ciclo e sui principali indicatori di finanza pubblica.
Per quanto riguarda l’Italia è probabile una revisione al rialzo delle previsioni di crescita per l’anno in corso; le stime sia sul disavanzo che sul debito dovrebbero mostrare una tendenza discendente lungo l’orizzonte previsivo.
Le previsioni verranno discusse nell’ambito dell’Eurogruppo, che potrebbe anche essere occasione di confronto informale in merito alla proposta di riforma della governance fiscale.

BCE – Il vicepresidente della BCE, de Guindos, ha dichiarato in un’intervista che la stretta della politica monetaria è arrivata al tratto finale, che implica un rallentamento della sua velocità.
De Guindos è ancora preoccupato dall’andamento dell’inflazione core, in particolare nei servizi.
Riguardo al rimborso TLTRO, “le banche non avranno alcun problema a sostituire questa liquidità”, anche se il rallentamento dell’economia e l’aumento dei tassi implicheranno un aumento del costo della raccolta e forse anche dei crediti deteriorati.
Secondo de Guindos, inoltre, l’esperienza degli Stati Uniti dovrebbe indurci ad accelerare l’introduzione dell’EDIS (European Deposit Insurance Scheme).

STATI UNITI
 – Dalla Fed, Bullard (St Louis Fed) ha detto che grazie alla restrizione monetaria e all’inversione del trend espansivo della politica fiscale, le prospettive di una “continua disinflazione sono buone, ma non garantite”.
Secondo Bullard, il tasso dei fed funds è al limite inferiore di un intervallo di tassi sufficientemente restrittivi per riportare l’inflazione sotto controllo.
Bullard ha sottolineato che le aspettative di inflazione implicite nei tassi di mercato sono di nuovo coerenti con un’inflazione al 2%.
Bowman (Board Fed), in un discorso dai toni hawkish, ha detto che i dati non hanno fornito evidenza affidabile a favore di un sentiero verso il basso dell’inflazione.
Bowman ha affermato che se l’inflazione rimarrà elevata e il mercato del lavoro resterà forte, ulteriore restrizione monetaria sarebbe probabilmente appropriata.
Bowman continuerà a monitorare i dati per valutare le decisioni della prossima riunione del FOMC.
Biden ha annunciato che P. Jefferson, già membro del Board della Fed, sarà nominato vice-presidente del Board, e che A. Kugler sarà nominata membro del Board.
Kugler è un’economista che lavora alla World Bank.
– Venerdì, il Congressional Budget Office ha affermato che c’è un rischio significativo che il Tesoro non sia in grado di far fronte ai propri impegni finanziari nelle prime due settimane di giugno, a meno che non ci sia un intervento del Congresso sul limite del debito.
Secondo il CBO è difficile prevedere l’evoluzione dei flussi sul conto di tesoreria che dipendono dal pagamento delle imposte e dalle uscite, tipicamente incerte.
Il CBO ha confermato quanto già indicato dal Bipartisan Policy Center riguardo allo scenario da giugno in poi.
Se i flussi di cassa saranno tali da evitare un default nelle prime due settimane di giugno, le entrate fiscali trimestrali di metà giugno potrebbero traghettare il Tesoro fino alla fine del mese, quando saranno disponibili 145 mld di misure straordinarie.
I negoziati fra gli staff democratico e repubblicano proseguono, alla ricerca di un terreno di compromesso che permetta a entrambe le parti di rivendicare un successo.
Un incontro fra i vertici potrebbe avvenire prima di mercoledì, quando Biden dovrebbe iniziare un viaggio internazionale.
Biden ha affermato che entrambe le parti desiderano trovare un accordo e che si riuscirà a ottenerlo.
– I dati dei bilanci bancari al 3 maggio mostrano correzioni dei depositi e dei prestiti di 16 mld e 14 mld, rispettivamente.
Il calo dei depositi è controbilanciato dal rialzo dei “borrowings”, che rappresentano le richieste di fondi di emergenza alla Fed (finestra di sconto e BTFP) o alle Federal Home Loan Banks.
Le correzioni di prestiti e depositi sono concentrate nelle banche di grandi dimensioni.
I depositi sono in calo di 103 mld, 630 mld e 912 mld rispetto a 1, 3 e 12 mesi fa, rispettivamente.
I prestiti alle imprese sono in calo di 23 mld e quelli alle famiglie sono in rialzo di 77 mld rispetto a 3 mesi fa.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo rafforzandosi ampiamente venerdì, andando a rivedere livelli abbandonati più di un mese fa, sui dai di fiducia delle famiglie che sono peggiorati più delle attese mostrando però un aumento delle aspettative di inflazione, che ha fatto salire i rendimenti.
Con un mercato sbilanciato su un avvio del ciclo di tagli Fed tra fine estate e inizio autunno, dati che mostrino maggior persistenza dell’inflazione suggeriscono che l’inversione di policy dovrebbe avvenire più avanti, andando a favorire il dollaro.
Oltre alla dinamica dell’inflazione le decisioni di policy dipenderanno però anche dall’entità della recessione prevista nel secondo semestre.
I segnali di indebolimento della crescita attesi da indice Empire oggi, vendite al dettaglio (in recupero su base mensile, ma deboli su base trimestrale) e produzione industriale domani, e Philly Fed giovedì dovrebbero arginare lo slancio rialzista recente del dollaro.
Tuttavia, in questi giorni centrali saranno gli sviluppi sul fronte del limite del debito: notizie favorevoli al raggiungimento di un accordo potrebbero temporaneamente prevalere agendo a sostegno del biglietto verde, il cui trend di fondo al di là del breve resta però ribassista.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,10 a 1,08 EUR/USD andando a rivedere qui minimi abbandonati poco più di un mese fa, penalizzato dal ri-allargamento dei differenziali di rendimento, con i rendimenti USA più reattivi al rialzo in caso di sorprese verso l’alto dai dati, e quelli euro più reattivi al ribasso di fronte a dati più deboli del previsto.
Dopo il dato molto debole di produzione industriale dell’area pubblicato oggi, un peggioramento è atteso anche domani dallo ZEW tedesco, non agevolando un recupero dell’euro.
Tuttavia, le indicazioni non favorevoli attese dai dati USA potrebbero riuscire a prevenirne ulteriore debolezza, anche se in questi giorni il cambio potrà essere più reattivo agli sviluppi sul fronte del limite del debito, e notizie positive in merito favorirebbero il dollaro.

GBPAnche la sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,26 a 1,24 GBP/USD sul generalizzato rafforzamento del biglietto verde, ma il cedimento è stato marginalmente inferiore a quello dell’euro rispetto al quale la valuta britannica si è temporaneamente rafforzata da 0,87 a 0,86 EUR/GBP per poi chiudere pressoché stabile sui livelli di apertura, sorretta dall’esito della riunione BoE.
Importanti saranno domani i dati sul mercato del lavoro, che dovrebbero mostrare ancora condizioni “tirate sul fronte occupazionale/salariale, offrendo sostegno alla sterlina tramite attese di un altro rialzo BoE a giugno.
La valuta britannica dovrebbe trarne vantaggio anche, e soprattutto, contro euro.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 134 a 135 USD/JPY sulla risalita dei rendimenti a lunga USA, ma potrebbe recuperare già in questi giorni in vista di dati USA deboli che dovrebbero far scendere di nuovo i rendimenti, a meno di notizie molto positive sulla questione del limite del debito.
Contro euro invece lo yen si è rafforzato da 149 a 146 EUR/JPY complice il maggior calo dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi, dopo due mesi di recupero, la produzione industriale è attesa in ampio calo su base congiunturale a marzo.
I dati nazionali già pubblicati sono coerenti con una flessione di ben -3,8% m/m.
L’output è calato in tutte le maggiori economie con l’eccezione della Spagna; inoltre, la flessione è amplificata dal volatile dato irlandese.
Il supporto derivante dalle minori problematiche di approvvigionamento e dagli ordini arretrati è in progressivo ridimensionamento, mentre il calo dei prezzi energetici non sembra essersi ancora riflesso in un significativo miglioramento dell’attività nei comparti energivori.
Anche le indagini di fiducia non mostrano segnali di ripartenza della domanda: ci aspettiamo un’industria sostanzialmente stagnante nei prossimi trimestri.
 – La settimana vedrà la pubblicazione della prima indagine di fiducia relativa al mese di maggio, lo ZEW tedesco, che dovrebbe vedere un peggioramento per il terzo mese di fila delle attese di investitori e analisti finanziari sull’economia teutonica.
– Nell’Eurozona, il PIL dovrebbe essere confermato in marginale crescita a inizio anno, e il trimestre dovrebbe aver visto una crescita degli occupati ancora relativamente robusta (0,3% t/t, come a fine 2022).
– I dati sul commercio internazionale sono attesi riportare un ampliamento dell’avanzo commerciale a marzo
– Le stime finali dell’inflazione di aprile nell’Eurozona e in Italia dovrebbero confermare la risalita vista nella lettura preliminare.

STATI UNITI
– Le prime indagini regionali del manifatturiero a maggio dovrebbero indicare quasi-stagnazione e aspettative deboli.
Oggi l’indice Empire della NY Fed a maggio è previsto a -2 da 10,8 di aprile.
L’Empire ad aprile era stato in controtendenza rispetto alle altre indagini del manifatturiero, generalmente in linea con attività stagnante o in calo.
Il Beige Book ha segnalato aspettative miste per il settore nel suo complesso nella regione della New York Fed.
– Questa settimana il focus sarà sulle vendite al dettaglio di aprile, attese in ripresa grazie a un rimbalzo nel comparto auto e a una modesta riaccelerazione negli altri comparti.
– La produzione industriale di aprile dovrebbe essere circa stabile, con una correzione delle utility e un modesto aumento del manifatturiero.
– Infine, ad aprile i nuovi cantieri residenziali e le licenze edilizie sono attesi poco variati, mentre le case esistenti dovrebbero registrare una moderata flessione.