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15 Luglio 2022 – nota economica giornaliera

STATI UNITI
 – Ieri, il PPI di giugno ha registrato un aumento di 1,1% m/m (11,3% a/a), dopo 0,9% m/m a maggio. L’indice core è aumentato di 0,4% m/m.
Circa il 90% del rialzo dei prezzi dei beni (2,4% m/m) è da attribuire al balzo dell’energia (10% m/m).
I servizi registrano una variazione di 0,4% m/m, spinta prevalentemente dal commercio, in particolare nel settore alimentare.
– I nuovi sussidi di disoccupazione al 9 luglio sono aumentati a 244 mila da 235 mila della settimana precedente, mentre i sussidi esistenti al 2 luglio si sono mantenuti sul trend in calo, scendendo di 41 mila unità, a 1,331 mln.
Nel monitoraggio dei rischi di recessione, va segnalato che il trend dei nuovi sussidi ha iniziato a salire, se pure molto modestamente.
L’implicazione è che nei prossimi mesi potrebbero iniziare a ridimensionarsi le pressioni sul mercato del lavoro.
Anche se i livelli e la tendenza attuali dei nuovi sussidi non indicano una svolta ciclica imminente, sarà importante restare vigili su questo fronte.

CINA
– Il PIL è sceso del 2,6% t/t destagionalizzato nel 2° trimestre da 1,4% nel 1° trimestre (rivisto al rialzo da un precedente 1,3% t/t), più delle attese di consenso (-2,0% t/t) e delle nostre previsioni (-2,1% t/t), registrando un rallentamento della crescita tendenziale da 4,8% a/a nel 1° trimestre a 0,4% a/a nel 2° trimestre, guidato dalla contrazione del settore dei servizi (-0,4% a/a ) e dalla brusca frenata del settore industriale (0,9% a/a), a cui si è affiancata una decelerazione contenuta del settore agricolo (4,4% a/a).
La crescita annua nel primo semestre si è quindi attestata a 2,9% a/a.
Le variazioni t/t sono spesso non riconciliabili con quelle tendenziali e, nonostante il miglioramento dei dati di giugno, la variazione tendenziale appare inoltre elevata se confrontata con il calo tendenziale della produzione dei servizi e il rallentamento di quella industriale segnalati dai dati mensili nel trimestre.
Il dato sul PIL rimane in linea di massima compatibile con le nostre previsioni di una crescita del 4% nell’anno.
Il rallentamento del settore immobiliare e le recenti notizie riguardanti diversi casi di persone che rifiutano di continuare a pagare le rate dei mutui sulle abitazioni, per timore che le imprese non riescano a terminare i progetti, aumentano i rischi al ribasso sullo scenario.
– I dati mensili hanno evidenziato un miglioramento dell’attività economica in giugno, in linea con l’allentamento delle misure di contenimento di contagi, con un rimbalzo delle vendite al dettaglio (da -6,7% a/a in maggio a +3,1% a/a in giugno) e della produzione industriale (da 0,7% a/a in maggio a +3,9% a/a in giugno).
A questo rimbalzo si è affiancata un’accelerazione degli investimenti fissi nominali (stimata da 4,7% a/a in maggio a 5,8% a/a in giugno), trainata dagli investimenti in infrastrutture e del manifatturiero.
Gli investimenti del settore immobiliare hanno invece continuato a contrarsi (stimiamo di -9,7% a/a in giugno da -7.7% a/a in maggio) e sono stati accompagnati da altro mese di calo del prezzo medio delle abitazioni (-0,1% m/m) anche se inferiore al mese precedente (-0,2% m/m) e concentrato nelle città di terza fascia.
– Sul fronte del mercato del lavoro, nonostante il calo del tasso di disoccupazione urbano (da 5,8% in maggio a 5,5% in giugno), il tasso di disoccupazione nelle maggiori città resta elevato (5,8%) e sui massimi del 2020 e quello di disoccupazione giovanile è ulteriormente salito a 19,3%.

 

COMMENTI:

ITALIA – Ieri, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato le proprie dimissioni, dopo lo strappo del Movimento 5 Stelle, che non ha votato al Senato la fiducia sul Decreto Aiuti (il governo ha comunque incassato la fiducia con 172 voti favorevoli).
Il Presidente Mattarella non ha accolto le dimissioni e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi in Parlamento per una verifica della tenuta della maggioranza.
Le comunicazioni del Premier sono attese mercoledì.
Nel frattempo, si intensificheranno i tentativi di mediazione tra le forze politiche per verificare se è possibile un prosieguo della legislatura.

AREA EURO – Sempre ieri, la Commissione Europea ha pubblicato le Previsioni economiche d’estate che hanno rivelato una revisione al rialzo delle stime d’inflazione e al ribasso quelle di crescita per il biennio 2022-23.
L’inflazione è ora vista toccare un picco al 8,4% nel 3° trimestre attestarsi in media al 7,6% nel 2022 (da 6,1%) e al 4% nel 2023 (da 2,7%).
Le previsioni di crescita del PIL sono state ritoccate a 2,6% quest’anno (da 2,7%) e a 1,4% (da 2,3%) in quello successivo.
Per l’Italia la Commissione prevede un’espansione al 2,9% nel 2022 e allo 0,9% nel 2023, il ritmo più debole tra tutti i Paesi dell’Eurozona.

STATI UNITI – Dalla Fed, sono arrivati nuovi commenti sulla dimensione del rialzo dei tassi atteso a luglio. Bullard (St Louis Fed) ha detto di rimanere favorevole a un intervento di 75pb.
Waller (Board) ha detto che i mercati hanno reagito in modo eccessivo al dato e che a suo avviso lo scenario per luglio è un aumento di 75pb, condizionato a informazioni sulla domanda e sulle aspettative di inflazione.
Se però la domanda non darà segni di rallentamento sufficienti, Waller concorderebbe con un intervento più ampio.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ancora ieri aggiornando di nuovo i massimi, favorito soprattutto dal continuo deterioramento del quadro di crescita e inflazione globale.
Anche se infatti ha visto ridimensionarsi i guadagni in chiusura di giornata sulle indicazioni di Bullard e Waller che si sono espressi a favore di un rialzo di 75 pb e non di 100 pb a fine mese, il sentiero comunque tracciato dalla Fed e il delicato contesto internazionale mantengono le premesse favorevoli al dollaro nel breve.
Oggi anche i dati di Pil cinese hanno deluso mostrando una contrazione nel 2° trimestre ancora più ampia del previsto.

EURL’euro ha corretto ulteriormente ieri aggiornando i minimi a 0,9950 EUR/USD, penalizzato dalla combinazione di generalizzata forza del dollaro e dalla crisi di governo italiana, ferma restando la grave incertezza sulle forniture di gas dalla Russia.
Nel brevissimo termine i rischi restano verso il basso.
Un approccio deciso da parte della BCE alla riunione di giovedì prossimo nel contrastare l’inflazione potrà fornire sostegno all’euro limitandone il downside, ma il vero driver in quei giorni saranno le notizie sui flussi di gas russo ed eventuali sviluppi negativi su questo fronte indebolirebbero ulteriormente la moneta unica.
In tal caso si dovrebbe infatti valutare l’opportunità di una revisione verso il basso del profilo atteso dell’euro anche al di là del breve.

GBPAnche la sterlina si è indebolita ulteriormente ieri da 1,18 a 1,17 GBP/USD aggiornando qui i minimi contro dollaro, non a causa di novità negative sul fronte domestico, che rimane comunque anche qui difficile, ma perlopiù di riflesso alla generalizzata forza del dollaro sul deterioramento del sentiment a livello globale.
Si è leggermente indebolita anche conto euro ma restando in area 0,84 EUR/GBP.
Nel breve i rischi restano verso il basso, ma la prossima settimana l’atteso aumento nei dati di inflazione potrebbe contribuire ad avvalorare l’ipotesi di un rialzo dei tassi più ampio, di 50 pb, alla riunione BoE del 4 agosto, il che dovrebbe fornire un po’ di supporto alla sterlina contribuendo ad arginarne il downside di breve.

JPYLo yen si è indebolito ieri da 137 a 139 USD/JPY aggiornando qui i minimi contro dollaro, sulla generalizzata forza di quest’ultimo, scendendo sugli stessi livelli anche contro euro.
Nel breve dovrebbe mantenersi sulla difensiva, soprattutto contro dollaro, con rischio di rottura di quota 140 USD/JPY.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Oggi la stima finale dell’inflazione di giugno è attesa confermare la crescita, ben oltre le attese, sia sull’indice NIC, all’8% a/a (massimo dal 1986) che sull’armonizzato UE, all’8,5% a/a (massimo da quando esiste la serie storica).

STATI UNITI
 – Oggi il principale dato in uscita è quello delle vendite al dettaglio di giugno, previste in aumento di 0,8% m/m, con una variazione negativa in termini reali che punta a consumi di beni deboli nel 2° trimestre.
Le auto dovrebbero contribuire positivamente sia in termini di volumi, come rilevato dai dati dei concessionari, sia in termini di prezzi, come indicato dal CPI.
Al netto delle auto la previsione è di rialzo di 0,5% m/m.
– Anche l’indagine sulla fiducia dei consumatori dell’Univ. of Michigan di luglio (prel.) sarà importante, non solo per gli indici di fiducia, previsti circa stabili sui livelli compressi degli ultimi mesi, ma soprattutto per le aspettative di inflazione.
– La produzione industriale di giugno dovrebbe essere in aumento di 0,3% m/m, con contributi positivi, ma contenuti, di tutti i comparti.
– L’indice Empire della NY Fed a luglio è previsto pressoché stabile a -0,5, con indicazioni di quasi-stagnazione dell’attività e pressioni sempre elevate, ma in via di stabilizzazione, sui prezzi pagati e ricevuti.
– Infine, i prezzi all’import di giugno dovrebbero confermare il quadro di elevate spinte sui prezzi, in parte contenute dall’apprezzamento del dollaro, con un rialzo di 0,8% m/m.