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15 Dicembre 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La produzione industriale registra una forte crescita in ottobre: l’indice passa a +2,1% m/m dal +0,1% di settembre (rivisto al rialzo da -0,4%).
Rispetto a un anno prima, il livello della produzione è ancora inferiore del 3,8%.
La divisione per destinazione finale mostra incrementi di 2,6% m/m per i beni di investimento, di 2,1% per gli intermedi, 1,3% per i durevoli di consumo e 1,2% per l’energia, mentre la produzione di beni di consumo non durevoli è calata di -0,4% m/m.
La crescita è trainata dal manifatturiero in Germania (+3,4% m/m); Francia (+1,7% m/m), Italia (+1,3% m/m) e Spagna (+0,6% m/m) registrano una performance inferiore alla media dell’Eurozona.
L’attività industriale è attesa rallentare a novembre, a causa delle nuove misure restrittive adottate dalla maggior parte dei Paesi. Stimiamo una contrazione media annua intorno al -9,1% nel 2020.

CINA – Il ritmo di espansione della produzione industriale è rimasto invariato al 7% a/a in novembre grazie all’accelerazione della produzione delle imprese statali che ha compensato un rallentamento di quella delle imprese private, sulla quale ha però inciso un effetto base sfavorevole.
La produzione del settore dei servizi è invece accelerata a 8,0% a/a da 7,4% a/a in ottobre, in linea con l’aumento di utilizzo dell’energia elettrica del settore.
La crescita cumulata degli investimenti fissi nominali è rimasta invariata a 2,6% cum. a/a in novembre rispetto a ottobre, ancora largamente trainata dagli investimenti del settore statale, delle infrastrutture e del settore immobiliare seppur con un miglioramento degli investimenti nel settore manifatturiero.
La dinamica delle vendite al dettaglio è salita ulteriormente da 4,3% a/a in ottobre e a 5,0% a/a in novembre, supportata dal positivo andamento delle vendite di automobili e dal progressivo miglioramento del mercato del lavoro, mentre quella delle vendite on-line sembra essersi stabilizzata.
I dati confermano che la ripresa sta guadagnando ulteriore terreno e l’attività economica sta accelerando anche nel 4° trimestre.

 

COMMENTI:

PAESI BASSI – Il governo ha annunciato con decorrenza da oggi la chiusura di negozi non essenziali, ristorazione, servizi alla persona non medici, luoghi di intrattenimento, saune e strutture sportive al chiuso (palestre, piscine).
Le scuole passano alla didattica a distanza dal 16/12. Il provvedimento resterà in vigore fino al 19/1/2021.

STATI UNITI
– L’Electoral College ha sancito la vittoria di Biden come presidente-eletto, attribuendogli 306 voti.
Il prossimo passo per la nomina di Biden a Presidente avverrà durante la riunione a Camere congiunte del Congresso il 6 gennaio 2021.
– Il gruppo bipartisan al lavoro sul nuovo pacchetto anti-Covid non è riuscito a raggiungere un compromesso sull’immunità legale per le imprese.
Pertanto, aumenta la probabilità che il nuovo stimolo fiscale che probabilmente verrà unito al rinnovo delle leggi di spesa (da votare entro il 18 dicembre) escluda i trasferimenti agli stati e l’immunità e si attesti intorno a 750 mld di dollari, con misure per famiglie e imprese della durata di tre mesi.
L’elemento essenziale per il sostegno alla crescita in questa fase di recrudescenza dei contagi è l’estensione dei sussidi di disoccupazione per le categorie dei lavoratori autonomi e part time e ulteriore sostegno al reddito disponibile, probabilmente attraverso un’integrazione di 300 dollari/settimana ai sussidi statali.

 

MERCATI VALUTARI:

USDApertura di settimana contrastata per il dollaro, in calo nella mattinata di ieri ma in parziale recupero nel pomeriggio sul cedimento delle borse USA.
La dinamica è coerente con la natura del momento, una fase di transizione da uno scenario cupo a causa della pandemia a una prospettiva più ottimistica grazie ai vaccini.
Ieri sono partite le vaccinazioni anche negli Stati Uniti e sono emerse indicazioni favorevoli a nuove misure di stimolo fiscale nel breve.
Tuttavia l’evento chiave della settimana sarà il FOMC di domani sera.
Sul fronte dati l’indice Empire, primo indicatore di dicembre, è atteso in lieve aumento.

EURL’euro ha aperto la settimana in lieve rialzo, andando a ri-testare i massimi d’inizio mese (massimo di ieri 1,2176 EUR/USD) che hanno però fatto da resistenza respingendolo al ribasso.
L’arrivo di nuove restrizioni in Germania (e nel Regno Unito) per arginare l’aumento dei contagi ha contribuito a contenere l’upside dell’euro.
Le ricadute negative dell’evoluzione della pandemia sulla crescita dell’area rappresentano un importante fattore di freno a ulteriore apprezzamento del cambio.
Nel brevissimo termine tuttavia la molteplicità dei temi sul tavolo (pandemia, nuovo pacchetto fiscale negli USA, negoziati post-Brexit) in un contesto di mercato di fine anno potrebbe ancora offrire spunti rialzisti al cambio.
Alla luce del rafforzamento recente e della reazione di mercato favorevole all’esito della riunione BCE di giovedì scorso, abbiamo rivisto al rialzo il profilo atteso dell’euro a 1,21-1,20-1,19-1,18-1,20 EUR/USD sull’orizzonte a 1m-3m-6m-12m-24m.
Abbiamo tuttavia mantenuto un profilo atteso di tipo laterale perché sia BCE sia Fed non alzeranno i tassi per diverso tempo (ben oltre tutto l’anno prossimo) e manterranno condizioni monetarie molto accomodanti.
La previsione però di una ripresa USA nel 2021 che vada a più che compensare la contrazione da crisi pandemica subìta quest’anno laddove la ripresa nell’area euro sarà invece solo parziale supporta un’ipotesi di possibile ri-allargamento (seppure modesto) dei differenziali di rendimento a favore degli USA nella seconda metà dell’anno prossimo, per cui mentre nel breve l’euro potrebbe avere ancora spazio di temporaneo rafforzamento, sull’orizzonte a un anno potrebbe invece essere più debole.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana al rialzo da 1,32 a 1,34 GBP/USD sulla notizia che i negoziati con l’UE sono stati prorogati e sulle dichiarazioni di Barnier che secondo il “Telegraph” avrebbe detto che un accordo potrebbe essere raggiunto questa settimana. La sterlina si è rafforzata anche contro euro da 0,91 a 0,90 EUR/GBP.
Tuttavia, è poi arretrata sia contro dollaro sia contro euro nel pomeriggio, sulla notizia che a causa del nuovo aumento dei contagi verranno introdotte nuove restrizioni a Londra.
Il tema chiave rimangono comunque i negoziati con l’UE, con cui dovrà fare i conti anche la BoE, che si riunisce domani e giovedì: non si attendono nuovi interventi dopo l’ampliamento del QE di novembre, a meno che nel frattempo non venga annunciato un fallimento dei negoziati con l’UE (no-deal), nel qual caso nuove misure di stimolo verrebbero adottate nell’immediato.

JPYApertura di settimana contrastata anche per lo yen, che si è mosso ancora di riflesso al dollaro, al rialzo in mattinata e in calo nel pomeriggio, restando comunque in range sia contro dollaro tra 103 e 104 USD/JPY sia contro euro a 125-126 EUR/JPY.
Nel breve la valuta nipponica resta guidata dai driver di dollaro. Successivamente, nel corso dell’anno prossimo, dovrebbe gradualmente tornare a indebolirsi, al ridursi dell’incertezza indotta quest’anno dalla pandemia e al possibile ri-allargarsi dei differenziali di rendimento in funzione dell’attesa ripresa post-pandemia, soprattutto begli USA.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La stima finale sui prezzi al consumo di novembre dovrebbe confermare la prima stima ovvero un’inflazione annua in salita da -0,3% a -0,2% secondo l’indice domestico e da -0,6% a -0,3% in termini armonizzati UE; nel mese i prezzi dovrebbero essere diminuiti di un decimo sull’indice domestico e dovrebbero essere rimasti stabili sull’IPCA.
Anche l’inflazionedi fondo” dovrebbe essere confermata in aumento a 0,5% dallo 0,2% di ottobre.
In prospettiva, riteniamo che l’inflazione possa restare in territorio negativo fino alla prossima primavera, e assestarsi, in media nel 2021, solo marginalmente al di sopra dello zero (a 0,2% da -0,1% nel 2020).

FRANCIA – La stima finale dovrebbe confermare che a novembre l’inflazione è salita a 0,2% sia sull’indice nazionale che sull’armonizzato.
I prezzi dovrebbero essere confermati in rialzo di due decimi nel mese su entrambi gli indici.

STATI UNITI
 – La produzione industriale a novembre dovrebbe essere in aumento di 0,4% m/m, dopo 1,1% m/m di ottobre.
L’employment report ha riportato una variazione delle ore lavorate positiva per manifatturiero e utility, a fronte di un calo nell’estrattivo.
La crescita dell’output nel manifatturiero dovrebbe essere pari a 0,4% m/m, e lasciare il livello di novembre ancora inferiore di -4,4% rispetto a febbraio.
– L’indice Empire della NY Fed a dicembre dovrebbe essere poco variato, a 7,da 6,3 di novembre, confermando una espansione marginale dell’attività.
Il Beige Book ha riportato per il distretto di NY attività in rallentamento, con un mercato del lavoro debole e ulteriore rallentamento nel settore dell’edilizia commerciale.
Le imprese restano però ottimiste sullo scenario futuro. Il manifatturiero dovrebbe rimanere sostenuto dalla domanda di beni, meno influenzata dalla ripresa dei contagi e dalle restrizioni alle attività rispetto al settore dei servizi.