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14 Giugno 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Ieri l’indice ZEW, che misura le aspettative a 6 mesi di analisti e investitori istituzionali sull’economia tedesca, è risalito lievemente a giugno, a -8,5 da -10,7 precedente.
L’indicatore, in territorio negativo per il secondo mese consecutivo, riflette i timori che l’economia globale non migliori nella seconda metà dell’anno, con effetti negativi sui settori orientati all’export.
L’indicatore sulla situazione corrente, invece, è crollato a -56,5 da -34,8, tornando sui livelli di gennaio.

SPAGNA – La stima finale dei prezzi al consumo di maggio ha confermato il rallentamento a 3,2% a/a da 4,1% di aprile sull’indice nazionale e a 2,9% a/a da 3,8% sulla misura armonizzata.
Le variazioni mensili dei due indici sono state però riviste al rialzo di un decimo (da -0,1% m/m a zero l’indice domestico e da -0,2% a -0,1% m/m l’IPCA).

STATI UNITI – Ieri, il CPI a maggio è aumentato di 0,1% m/m (4% a/a, dal picco di 9,1% a/a a giugno 2022), dopo 0,4% m/m del mese precedente.
L’energia ha registrato un calo di -3,6% m/m (-11,7% a/a), spinta verso il basso da tutte le componenti.
Per gli alimentari, la variazione è stata di 0,2% m/m, con un rialzo della ristorazione ancora solido (0,5% m/m).
L’indice core ha registrato una variazione di 0,4% m/m, come ad aprile, segnalando una stabilizzazione dei rialzi da inizio 2023.
La variazione tendenziale, a 5,3% a/a (da 5,5% a/a di aprile) indica persistenza dell’inflazione su livelli elevati.
Per i beni core, l’aumento è di 0,6% m/m, con rialzi per abbigliamento, auto usate, medicinali. L’arredamento e le auto nuove hanno prezzi in calo.
I servizi core ex-energia, in aumento di 0,4% m/m (6,6% a/a) e in linea con i dati di aprile, confermano una dinamica mensile in rallentamento rispetto ai primi mesi dell’anno.
I servizi abitativi sono in rialzo di 0,6% m/m (8% a/a), dopo 0,4% m/m, da una media di 0,75% m/m nei trimestri precedenti, con una dinamica più contenuta dell’affitto per la residenza (0,5% m/m, 8,1% a/a), che dovrebbe rallentare ulteriormente nei prossimi mesi, sulla scia del calo dei prezzi delle case e dei nuovi contratti di affitto.
Il resto dell’indice dei servizi core è una combinazione di voci in rialzo e in calo, con una distribuzione più equa fra variazioni positive e negative rispetto ai mesi scorsi.
I servizi collegati alla riapertura post-Covid danno un’indicazione incoraggiante, con la ricreazione in calo di -0,1% m/m (5,8% a/a).
Anche istruzione e comunicazione sono in frenata, con -0,1% m/m. Invece, gli “altri servizi personali” restano su un sentiero ripido, in rialzo di 0,5% m/m (6,7% a/a).
Il CPI mediano è in rialzo di 0,4% m/m (6,7% a/a), mentre la media troncata registra una variazione di 0,2% m/m (5,5% a/a), in calo dai picchi dei mesi precedenti.
Nel complesso, i dati danno indicazioni di pressioni inflazionistiche in modesto ritracciamento nel comparto dei servizi core.
I segnali di indebolimento della domanda di lavoro e di rallentamento della dinamica salariale, se pure modesto, rendono probabile una discesa dell’inflazione core fra 3,5 e 3,8% a/a a fine 2023.
Il deflatore dovrebbe essere 2-3 decimi al di sopra del CPI, per via del minor peso dell’abitazione, giustificando l’aspettativa di tassi fermi per il resto del 2023 dopo il rialzo atteso per luglio, a 5,5%, e la pausa temporanea prevista a giugno.

 

COMMENTI:                                  

STATI UNITI – Oggi la riunione del FOMC di giugno dovrebbe concludersi con tassi fermi al 5,25%, ma anche segnalare che probabilmente ci sarà un ulteriore rialzo a luglio, prima di una pausa prolungata per il resto del 2023.
La riunione si concentrerà sulle proiezioni macro aggiornate e sul grafico a punti.
L’aspettativa di revisioni al rialzo per la crescita e l’inflazione e di revisioni al ribasso per il tasso di disoccupazione a fine 2023 dovrebbe, a nostro avviso, richiedere un marginale spostamento verso l’alto del picco dei tassi, al 5,5%, da raggiungere probabilmente a luglio.
Nella conferenza stampa, Powell dovrebbe delineare la nuova fase della politica monetaria, in cui la velocità dei rialzi non è più predeterminata, ma dipende dall’evoluzione dei dati, in particolare dell’inflazione core dei servizi ex abitazione.
A partire dall’estate, questo segmento dovrebbe contribuire alla ripresa della tendenza al ribasso dell’inflazione core e sostenere l’attesa che il picco dei tassi venga raggiunto a luglio.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ieri (e ha aperto in calo anche questa mattina) sui dati di inflazione che hanno confermato le attese di un’ampia discesa a supporto dell’ipotesi che al FOMC di questa sera i tassi resteranno fermi.
Tuttavia, l’inflazione “core” scende a fatica, per cui è probabile che la Fed segnali la possibilità di un altro, ultimo, rialzo dei tassi alla prossima riunione di luglio.
Questo potrebbe non riuscire a far rafforzare il dollaro, ma potrebbe essere sufficiente ad evitargli un calo più ampio agevolando piuttosto il formarsi di una fase laterale.
Il tema d mercato diventerà poi il timing dell’inversione di rotta della Fed e la nuova fase correttiva del dollaro dovrebbe partire quando i dati supporteranno lo scenario di una svolta Fed già a inizio 2024.

EURL’euro si è rafforzato sui dati di inflazione USA riaffacciandosi a quota 1,08 EUR/USD.
Sull’esito del FOMC dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi/consolidare piuttosto che rafforzarsi ampiamente perché frenato dalla prospettiva di un altro rialzo Fed a luglio e dalle attese di mercato per altri due rialzi BCE (a giugno e luglio) invece che di tre come era in precedenza, a maggior ragione perché la riunione BCE di domani difficilmente darà indicazioni sul sentiero dei tassi dopo luglio.
L’accelerazione rialzista dovrebbe comunque aversi prossimamente, in prospettiva dell’inversione di rotta della Fed, che non sarà seguita a ruota dalla BCE.

GBPLa sterlina invece si è rafforzata ieri sui dati USA e ha proseguito anche dopo chiudendo al rialzo da 1,2497 a 1,2624 GBP/USD (mantenendosi in salita anche questa mattina nonostante i dati di produzione industriale siano risultati anche più negativi delle attese).
Ieri, infatti, Bailey ha dichiarato che le condizioni del mercato del lavoro sono “molto tirate” e l’inflazione sta scendendo più lentamente di quanto sperato.
Il mercato ha reagito rivedendo ulteriormente verso l’alto il sentiero atteso dei rialzi dei tassi BoE scontando ora pienamente 125 pb di rialzi complessivi entro fine anno.
Sull’esito del FOMC la sterlina dovrebbe pertanto stabilizzarsi/consolidare ma successivamente potrebbe perdere slancio se poi la BoE dovesse disattendere le aspettative di mercato.
Indicazioni più chiare potranno arrivare solo con la riunione BoE della prossima settimana (giovedì).
La sterlina è tornata a rafforzarsi anche contro euro da 0,86 a 0,85 EUR/GBP.

JPYLo yen si è rafforzato solo moderatamente e brevemente ieri contro dollaro sui dati di inflazione USA, chiudendo poi in calo da 139 a 140 USD/JPY.
L’esito del FOMC potrebbe mantenerlo sulla difensiva in vista della riunione BoJ di venerdì notte che manterrà verosimilmente tutto l’assetto di policy invariato (massimamente espansivo).
Lo scenario di apprezzamento dello yen è però solo rinviato al di là del breve termine, quando i rendimenti USA torneranno a scendere aspettando la svolta Fed.
Lo yen è sceso anche contro euro da 150 a 151 EUR/JPY tornando a sfiorare i minimi recenti.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi la produzione industriale dovrebbe mostrare un rimbalzo solo parziale (0,4% m/m) ad aprile, dopo l’ampia flessione del mese precedente (-4,1% m/m).
Il recupero dovrebbe essere in gran parte spiegato dal volatile dato irlandese, a fronte di una persistente debolezza per le altre principali economie.
Gli indicatori anticipatori suggeriscono che l’attività industriale dovrebbe restare fiacca nei prossimi mesi.